“Acqua di Luna, Farina di Stelle”. Ha fatto tappa questa mattina nella Casa Cava, nei Sassi di Matera, lo straordinario viaggio lungo i Cammini dei Pellegrini, tra musiche, danze, arti e antichi sapori, partito dal centro toscano di Altopascio in provincia di Lucca e arrivato nella capitale europea della cultura 2019 dopo una tappa intermedia a Cori, in terra laziale.
L’evento è partito con una breve conferenza sui Cammini, sulla via Francigena del Sud, su quel viaggio che i pellegrini percorrono da Roma fino a Brindisi e poi a Gerusalemme. Presentato il libro “Acqua di Luna e Farina di Stelle – Tutta l’umanità è nel pane”” di Elsa Di Meo, edizioni Efesto. Nel volume l’autrice, con speciale capacità storico culturale, tratta del meraviglioso mondo del pane. In copertina l’omaggio a Matera 2019 con la scelta di pubblicare i timbri del pane utilizzati dai panificatori materani quando il pane veniva cotto nei forni dopo l’impasto casalingo. Sono intervenuti al dibattito l’assessore comunale al turismo Mariangela Liantonio, Mauro Primio De Lillis, sindaco di Cori, Paolo Fantini, assessore alla cultura del Comune di Cori, Marco Agulari, presidente del Comitato Via Francigena del Sud, Chiara Lemma, storica dell’arte, guida AIGAE e componente del comitato Via Francigena del Sud e l’autrice Elsa Di Meo.
A seguire si è svolto lo spettacolo “Chi vuol essere lieto sia” della compagnia rinascimentale “Tres Lusores”, un viaggio nel Rinascimento tra musiche, canti, danze di corte e antiche arti, rievocazione storica “L’arte del ballare o dei balletti” del Maestro Fabrito Caroso da Sermoneta.
Allestita anche una mostra sui Pani Rituali, pani elaborati nei corsi di ricerca e preparati in parte dalle detenute della Casa circondariale di Rebibbia femminile a Roma.
Al termine dell’evento per promuovere i prodotti del territorio del Lazio, in particolare dei monti Lepini, a tutto il pubblico partecipante sono stati offerti dolcetti tipici di Cori, preparati da antiche ricette rinascimentali, dell’Azienda Alessi e Trifelli, accompagnati dai prelibati vini delle note Cantine di Cori, Cincinnato, Marco Carpineti e Pietra Pinta. L’obiettivo è quello di promuovere alcuni prodotti di qualità attraverso una presa di coscienza del valore del Patrimonio Culturale enogastronomico del territorio di Cori che integra ambiente, paesaggio, artigianato e cultura, con l’intento di sottolineare con più evidenza l’importanza del cibo per la salute e la qualità del vivere.
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)
Il progetto “Acqua di Luna, Farina di Stelle” è realizzato con il Patrocinio dei Comuni di Matera, Altopascio e Cori, della Fondazione Matera Basilicata 2019, del Pontificio Consiglio della Cultura, dell’Università degli Studi della Basilicata, dell’Associazione nazionale “Città del Pane”,dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, del Comitato Via Francigena del Sud, della Pro Loco di Cori, e con la coorganizzazione dell’Associazione A.R.T.eS.I.A. (Associazione Ricerca Tradizioni e Scambi Internazionali Artigianali) questo Progetto, che conterrà nel suo palinsesto di iniziative storico/culturali lo spettacolo rievocativo “Chi Vuol Esser Lieto Sia…” – Viaggio nel Rinascimento tra musiche, canti, danze di corte e antiche arti -, si interesserà nell’anno del Turismo lento di cammini, di pellegrini, di rituali che si svolgevano nelle epoche passate, in primis nel Rinascimento, un Progetto che è in itineredal mese di giugno 2019 e sta coinvolgendo tre tappe interregionali lungo il percorso della Via Francigena con lo scopo di legare la Toscana al Lazio per infine giungere a Matera in Basilicata.
Nella manifestazione “Chi Vuol Esser Lieto Sia…” – Viaggio nel Rinascimento tra musiche, canti, danze di corte e antiche arti-, o in altri eventi similari, la Compagnia Rinascimentale “TRES LUSORES” di Cori (LT) presenta la Rievocazione Storica “L’Arte del Ballare ò de i Balletti” del M° Fabritio Caroso da Sermoneta (1526-1605), uno spettacolo di danze e musiche del Rinascimento italiano, in particolare del Lazio e dei monti Lepini, danze riprese e ricostruite fedelmente dai trattati del maestro sermonetano “Il Ballarino” del 1581 e “Nobiltà di Dame” del 1600, arricchendola anche con altre danze di altri maestri dell’epoca. L’interessante spettacolo è il risultato dell’importante collaborazione che i ballerini della Compagnia, diretti dal Direttore Artistico Riccardo Guratti, hanno avuto con la Prof.ssa Claudia Celi, danzatrice e docente di Storia della Danza presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Nato a Sermoneta, antica città medievale dei monti Lepini, Fabritio Caroso contribuisce egregiamente ad arricchire il patrimonio di trattistica sull’arte della danza. Percorrendo dal 1554 tutti i gradi di un brillante iter professionale (ballerino, teorico e “inventore di scene”, maestro di danza, strumentista, compositore), il Caroso affidò alle proprie opere (“Il Ballarino” e “Nobiltà di Dame”) la chiave più appropriata per l’interpretazione della STORIA DELLA DANZA o come il maestro sermonetano l’ha chiamata sui suoi trattati “L’Arte del Ballare ò de i Balletti”.
I due trattati (in particolare il primo, definito “il riassunto più completo della danza aulica italiana”) contengono coreografie di danze, per la maggior parte composte o rielaborate dal Caroso, che ne conservano anche la musica; offrono spiegazioni sul modo di eseguire i vari passi e sulla durata di ciascun passo; illustrano alcune specifiche regole (le cosiddette “buone creanze”), rivolte sia ai cavalieri che alle dame, sul modo di come comportarsi a feste e intrattenimenti di corte.
Le danze descritte nei due trattati, dai titoli cortigianeschi (Alta Regina, Ardente Sole, Fulgente Stella, Gloria d’Amore, Chiara Stella, Leggiadra Ninfa, ecc.), che il Caroso realizzò nel suo continuo peregrinare tra le Corti e le Signorie d’Italia e d’Europa, sono vistosamente dedicate ciascuna a Regine e gentildonne di Francia, Spagna e Italia, determinate con l’intestazione “in lode” delle medesime, insieme ad un sonetto, un madrigale o una villanella esaltanti le loro virtù, sicchè vediamo il Caroso anche in veste di poeta.
Lo spettacolo messo in scena dalla Compagnia Rinascimentale “TRES LUSORES”, nella Rievocazione Storica de “L’Arte del Ballare ò de i Balletti” del M° Fabritio Caroso da Sermoneta, presentato principalmente all’interno di antichi palazzi, chiese, chiostri o scorci di antichi centri storici, sia delle città dei monti Lepini che del Lazio, ma anche in Italia ed all’estero, con sfarzosi costumi realizzati sulla base di fonti iconografiche del tempo, in ambienti finemente addobbati con pregiate stoffe, composizioni floreali, vettovaglie storiche e frutta di stagione, conduce direttamente (e mirabilmente!) lo spettatore nell’epoca della rinascenza, tra musiche, canti, danze ed antiche arti, in un mondo in cui le magiche atmosfere cortigiane riprendono vita.
Uno spettacolo che presenta uno spaccato del XVI secolo, dove vengono analizzati tanto gli aspetti della vita popolare quanto gli aspetti della vita di corte.
Lo spettatore, spesso coinvolto anche nell’ambito di un banchetto d’epoca, effettua un interessante viaggio nel Rinascimento, quando cioè la danza di corte, sempre presente nei momenti trionfali di uno Stato, di un Ducato o di una nobile famiglia, rappresentava quel particolarissimo “stile” in cui si specchiavano regole di comportamento e “maniere” della vita sociale del tempo.
La danza nel Rinascimento infatti non era solo un divertimento, una tecnica di corteggiamento o una forma ludica, ma un’arte musicale e coreutica molto raffinata ed elegante, tanto che venne codificata in forme scritte ben precise; un vero rituale di celebrazione del potere, di cui protagonisti erano i cortigiani, impiegati sia come attori che come spettatori.
Il programma presentato nella Rievocazione Storica de “L’Arte del Ballare ò de i Balletti” raccoglie squisitissimi brani musicali e canti tra il XV ed il XVI secolo ed un repertorio coreografico soprattutto del noto maestro sermonetano, ballerino, teorico e “inventore di scene” del Rinascimento italiano.
Il Caroso in quel tempo fu il più ricercato organizzatore ed animatore di feste e banchetti del momento, in quanto particolarmente esperto nell’interpretare la magnificenza di numerose famiglie nobili, e soprattutto di gentildonne d’Italia, di Spagna e di Francia intestatarie dei suoi balli.
In questo spettacolo, la Compagnia dedica quindi particolare attenzione al famoso maestro di Sermoneta, perchè con le sue opere “Il Ballarino” (1581) e “Nobiltà di Dame” (1600), autentiche pietre miliari della storia della danza, contribuì in modo determinante al prestigioso cammino dell'”arte suprema”.
Il programma presenta danze selezionate dai ritmi briosi e vivaci, dalla Gagliarda al Tourdion, dalla Chiaranzana alla Barriera, dal Branle des Cheveaux alla Chiara Stella, senza però rinunciare ad alcune sorprese, rappresentate dagli “intermedi”, adatti a ricreare il clima festoso, colto ed aristocratico tipico della nobiltà cinquecentesca italiana.
Particolare risalto viene dato anche al saltarellodella campagna romana, danza popolare rinascimentale a cui si ispirarono alcune danze di corte dell’epoca.
Inoltre alcune danze vengono presentate con l’ausilio di bellissime maschere rinascimentali che si ispirano al noto Carnevale rinascimentale di Roma e di Venezia.
Il tutto è arricchito da momenti altamente spettacolari, con “banderali” che presentano l’antica Arte degli Alfieri, in particolare l’arte della bandiera di Cori, una delle arti più praticate dai nobili nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, in cui viene evidenziata la perenne lotta tra il Bene ed il Male.
Gli spettatori vengono accompagnati in questo straordinario viaggio nella storia della danza del Rinascimento da un giullare, con il compito di “legare” tra loro le diverse scene dello spettacolo.
Lo spettacolo viene arricchito anche dalla presenza di una Gentildonna che recita alcuni sonetti ripresi dai trattati del Caroso ed alcune poesie di noti scrittori dell’epoca.
Le musiche, eseguite su copie fedeli di strumenti dell’epoca dai maestri professionisti del Complesso Strumentale “FANFARRA ANTIQUA”, ed i canti sono tratti dalle più diffuse raccolte a stampa.
Caratteristica importante di questa Rievocazione Storica de “L’Arte del Ballare ò de i Balletti”del M° Fabritio Caroso da Sermoneta (1526-1605) è che può essere una manifestazione itinerante, per cui non è una manifestazione che viene presentata solamente e stabilmente tra Cori e/o Sermoneta (distanza tra le due città 10 km) o in altre Città dei monti Lepini, ma per la stesso motivo per cui il M° Caroso girovagò in lungo e per largo per le Signorie e le Corti anche questa Rievocazione viene portata in diversi luoghi storici d’Italia, ed in occasioni speciali anche in Europa e nel mondo.
Grazie alla professionalità dei giovani ballerini e dei musicisti della Compagnia, coadiuvati da artisti di riconosciuta bravura in campo nazionale ed internazionale, questo spettacolo, unico nel suo genere, sta ottenendo eccezionali consensi nelle città dei monti Lepini, ma soprattutto in ogni parte della regione Lazio, in Italia e nel mondo.
Il programma del progetto contemplerà, in sequenza, altre iniziative rievocative che avranno protagonista l’Associazione A.R.T.eS.I.A.che ha come finalità principale la riscoperta e la divulgazione del patrimonio culturale dei Pani Rituali di cui restano ancora tracce più o meno evidenti in Italia e nel bacino del Mediterraneo e suscitare attenzione e interesse intorno a questo ricco patrimonio che rischia di perdersi definitivamente. Accostare l’«arte effimera» del pane alla Storia dell’Arte, mostrare come nelle forme dei pani siano presenti simboli e significati di narrazioni lontane che coniugano ancora oggi le antiche tradizioni sacre ai momenti più importanti della vita degli individui e dei gruppi sociali.
Per cui nell’anno del Turismo lento, che ci porterà alla riscoperta di un Turismo sostenibile che avrà la finalità di favorire esperienze di cammino innovative attraverso la riscoperta di itinerari culturali con la riproposizione di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico, andremo a riscoprire il pane tradizionale delle epoche passate, realizzato con il lievito madre e con le farine di una volta.
Scopriremo quindi che il pane è anche un umile e fondamentale compagno di viaggio per i pellegrini che sulla Via Francigena affrontavano infinite difficoltà per raggiungere i luoghi sacri della Cristianità.
Il pane nero di Cori (detto “jo fallone”), gustoso, nutriente che si conserva a lungo e che rivive bagnato con l’acqua, potrebbe essere una traccia del Pane del Pellegrino. Per cui il Progetto si interesserà oltre alla riscoperta di questo cammino storico e di questi lontani devoti, anche del Pane del Pellegrino e di come si preparava, umile alimento, certezza e compagno insostituibile nel viaggio.
Gli spettatori che già hanno vissuto questo progetto hanno avuto anche la possibilità di partecipare direttamente ad un LABORATORIO artigianale, dove è stato preparato manualmente il Pane del Pellegrino, partendo dal lievito madre.
Inoltre collateralmente, in ogni tappa dell’itinerario,viene organizzata una MOSTRA sui Pani Rituali, pani elaborati nei Corsi di ricerca e preparati in parte presso le detenute della Casa Circondariale di Rebibbia Femminile a Roma.
Alcune scene dello spettacolo rinascimentale “Chi Vuol Esser Lieto Sia…” contemplerannomomenti di vita di corte e popolare riguardanti la sacralità del pane.
A completamento del Progetto vienepresentato in ogni tappa di questo percorso lungo la Via Francigena il LIBRO della Prof.ssa Elsa Di Meo“Acqua di Luna e farina di stelle” – Tutta l’Umanità è nel Pane –
Un libro sulla sacralità del pane, ma soprattutto un progetto in fieri, uno schema aperto che si arricchisce con l’incontro tra popoli e tradizioni.
È la via del pane, una via di conoscenza che parte dal mito (i misteri eleusini, Demetra e Kore), il dono del pane è passaggio e scambio di informazioni, è vita e accoglienza delle diversità vissute come ricchezza.
La paura del diverso non esiste a tavola dove l’incontro coincide con la condivisione!
Nel piacere di condividere il pane, culture, religioni e tradizioni diverse potrebbero trovare un’occasione di incontro, conoscenza dell’altro, accoglienza delle diversità.
Il pane è un cammino per un’umanità aperta alla vita, che cerca, accoglie, dona e parla soprattutto all’anima!
L’ultima tappa di questo progetto rievocativo, lungo la Via Francigena, si tiene a Matera.
Matera, Altamura, Laterza, il triangolo del pane più buono al mondo. Nel cuore del Mediterraneo, protesa verso il mondo greco con cui, da sempre, mantiene numerose affinità, la Basilicata è una regione mediterranea di grande bellezza. Per comprenderla bisogna partire dalla civiltà del grano che qui produce pani e paste dal sapore antico, dagli antichi forni di Altamura, Laterza e Matera alle febbrili mani delle signore pugliesi, ancora oggi intente nella paziente preparazione di questi meravigliosi pani tradizionali.
Anche di questo si è discusso a Matera.