Nino Sangerardi: “Adriano Olivetti, Matera e l’eredità dimenticata”. Di seguito la nota integrale.
Centoventi anni fa, 11 aprile 1901, nasce a Ivrea Adriano Olivetti,ingegnere imprenditore e politico, tra le figure più influenti del Novecento rinnovatore delle scienze sociali e precursore dell’urbanistica il cui pensiero risulta di notevole attualità. Soprattutto per quanti vivono in città e paesi della Basilicata.
Forse è utile ripercorrere vita e opere dell’inimitabile Olivetti.
Computer 101
Inizi Anni Sessanta. Nasce e purtroppo muore rapidamente, con grave nocumento dell’Italia,la sfida elettronica dell’industria creata dall’imprenditore di Ivrea. Quest’ultimo presenta sul mercato internazionale,contemporaneamente all’Ibm,il modello di computer denominato Ilea.
Durante l’anno 1964 Olivetti realizza il primo mini computer al mondo: Programma 101. Sistema super tecnologico raggiunto dai giapponesi dieci anni dopo.
La morte improvvisa di Adriano Olivetti annulla le possibilità di decollo, in campo elettronico, dell’Italia.
Movimento Comunità
Nel 1948 Olivetti promuove a Torino il Movimento Comunità. Tentativo di unire sotto un’unica bandiera l’ala socialista e quella liberale. Costruire un movimento socio-tecnocratico di una trentina di deputati, quale ago della bilancia fra il centro(Democrazia Cristiana) e la sinistra(Partito Comunista).
Il filo conduttore della politica dei “ comunitari” non è altro che la convinzione di Olivetti, esplicata così : socializzare senza statizzare,organizzare la società economica in modo autonomo,coi propri mezzi e renderla indipendente dall’intervento prevalente dello Stato.
Per adrino la pianificazione dell’economia va coordinata,ovvero integrata, con quella del territorio.
L’urbanistica assume quindi notevole importanza rispetto alle altre scienze di gestione sociale, in quanto ad essa spetta ricomporre i vari momenti della vita associativa in un disegno unitario.
Diventato presidente dell’Inu, istituto nazionale di urbanistica, Olivetti pone in essere l’idea della pianificazione regionale. Coinvolgendo famosi architetti e insigni uomini di cultura.
L’Inu diventa palestra di confronto non solo per architetti ma anche operatori culturali. Insieme offrono il loro contributo a una riforma sociale che segna la politica del tempo, specie quella meridionalistica.
In Basilicata
Negli anni Cinquanta Adriano Olivetti,spinto dalle Leggi relative al Piano di riforma agraria,nonchè dalla Legge istitutiva della Cassa per Mezzogiorno,pratica la sua attività in Basilicata. A cominciare da Matera.
Molti studiosi stranieri, in primis americani tra cui George Peck e Frederic Friedmann , arrivano in territorio lucano per analizzare contesti socio-culturali significativi,tramite la Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera.
Il primo approccio di Friedmann con il mondo contadino avviene grazie a Carlo Levi e l’Unla, unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo.
Qui emerge la vigile presenza di Adriano Olivetti .
Egli nell’affidare a Friedmann l’indagine sulla comunità materana, ha in mente di sperimentare, in quel particolare ambiente socio-economico-territoriale, la sua politica di Piano,in funzione del programma di decentramento aziendale in regioni depresse come la Lucania.
Sassi e Borgo La Martella
A fronte della grave situazione sociale, e di edilizia, del capoluogo materano si elabora, con l’aiuto della Commissione americana Economic Cooperation Administration(Piano Marshall), un primo schema d’intervento per risolvere la questione dei Rioni Sassi.
La pianificazione territoriale pro Matera è una delle più qualificanti intraprese olivettiane nel Mezzogiorno d’Italia.
Giunge nella Città dei Sassi un gruppo di intellettuali ,quasi tutti legati al Movimento Comunità. Essi in collaborazione con alcuni studiosi locali creano un fermento culturale tale da segnare quegli anni fra i migliori della storia moderna di Matera.
Nel 1951 il Centro studi per l’edilizia del Cnr, centro nazionale ricerche, accoglie il programma dell’Unrra Casa per la edificazione di alloggi in favore di coloro che abbandonano i Sassi.
Il progetto per il nuovo Borgo La Martella è assegnato a un gruppo di architetti tra cui Federico Gorio e Ludovico Quaroni.
Obiettivo dei progettisti: “…La Martella deve rappresentare una completa opera di urbanizzazione della campagna,con effetti dirompenti sia sulla staticità sociale dei Sassi che nei confronti dell’assetto agricolo”.
Compiuto lo sfollamento dei Rioni Sassi la popolazione chiede a gran voce quanto era stato promesso: più terre,migliori condizioni economiche e infrastrutture pubbliche.
Stante l’insipienza del potere locale,gli assegnatari, nella primavera del 1955 mettono in atto la “ marcia su Matera”.
Risposta immediata dei luigini lucani : estromissione dell’Unrra dalla gestione di La Martella,con l’accentramento in capo all’Ente Riforma Fondiaria della direzione tecnica e socio- economica del Borgo.
Di qui il disfacimento della nuova idea sociale e urbanistica.
La Martella a seguito della controriforma fondiaria è stata, nel corso del tempo, abbandonata. Ultimamente Regione e Comune hanno appaltato e messo in opera lavori di riqualificazione della “Biblioteca comunale Adriano Olivetti “ e Teatro.
Coscienza meridionalista
L’attività del Movimento Comunità continua grazie alla nascita della rivista giornalistica “Basilicata”. I redattori partecipano ai lettori il loro progetto politico-culturale. Ecco : formare nei cittadini una coscienza comunitaria meridionalista.
Il centro Comunità di Matera, che unisce gli altri centri sorti in molti paesi lucani,diventa soggetto politico,conseguendo un buon esito alle elezioni amministrative.
Nel 1956 si svolgono le elezioni comunali a Matera e in altre città della regione.
Adriano Olivetti parla a Matera il 26 aprile, a Potenza il 29, e in altri Comuni.
Sulle liste di Comunità piovono notevoli successi. L’esperimento comunitario più riuscito è a Guardia Perticara, provincia di Potenza,dove un gruppo di giovani formano una cooperativa utilizzando un vasto demanio comunale.
Olivetti ritorna in Lucania per la campagna elettorale relativa alle elezioni politiche del 1958.I risultati elettorali però sono deludenti.
Solo Adriano è eletto deputato. La sconfitta elettorale e la morte prematura di Olivetti determinano lo scioglimento del Movimento Comunità.
L’impegno di molti comunitari è proseguito attraverso manifestazioni in diversi campi socioculturali.
Una esperienza politica sociale culturale, e umana,dimenticata? Sembra di sì.
Barisano,Caveoso e Serra Rifusa
Chi sa che cosa avrebbero detto sia Adriano Olivetti sia gli urbanisti e architetti e sociologi di fama nazionale e internazionale che hanno studiato i Rioni Sassi e Matera a fronte della trasformazione ,dal 1980 ad oggi, del capoluogo materano.
I Sassi, patrimonio Unesco, risultano stravolti dal numero incredibile di pizzerie, ristoranti, bracerie, hotel, paninoteche, bed and breakfast,pub,rosticcerie,ascensore in vetro e acciaio,superfetazioni edilizie, prezzi al consumo manco a Vienna o Parigi o Venezia dove,comunque ,il viaggiatore sborsa molto di meno.
Domina l’intrattenimento consumistico,il ritrovo di folla anonima in piazza,diverse modalità di turismo predatorio. Quel divertirsi da morire, che vede giovani e vecchi soggiogati dalle tecnologie che liberano dalla fatica di pensare.
Solo camminando ci si accorge delle nuove periferie materane,di come è cambiato l’uso dello spazio urbano,la vita quotidiana di migliaia di persone.
Per esempio quel dedalo di strade,larghe non più di cinque metri,case a schiera e palazzi che insistono dentro e fuori l’area chiamata Collina Serra Rifusa. Un agglomerato dominato da veicoli a motore,barriere e recinti di cemento e mattoni forati.
Ville villette e fabbricati condominiali edificati a pochi metri di distanza uno dall’altro.
Balza agli occhi l’azzeramento delle più elementari forme di intimità, vivibilità in casa propria.
Servizi sociali a quota zero.
Anziani, badanti dell’Est europeo e famiglie con massimo due pargoli somigliano a prigionieri in casa propria(grande 110 metriquadrati al prezzo minimo di 2.500-3000 euro),facili prede dell’oppio mediatico che li rende disuniti e infelici ma ottimi consumatori.
E’ la piccola e media borghesia–decine giungono a Matera perchè hanno scelto di abbandonare i paesi orfani di futuro:com’è strana la vita, società anglo-americane che intendono acquistare case dei borghi lucani in cui ospitare e far vivere i miliardari del Nord Europa e degli Usa o i nativi digitali in smart working al tempo del Covid 19– che ha scelto di investire i risparmi monetari all’insegna del “ meglio un appartamento che i soldi in Bot e Cct,oppure sotto il mattone”.
Dimenticando che abitare non è accatastare mobili , familiari, elettrodomestici e solitudine dietro una porta blindata di seconda mano.
La politica edilizia ha deciso di far costruire una periferia senz’anima,misera di socialità,cupa,emarginata.
Si potrebbe dire: un confino di libertà obbligatoria.
Adriano Olivetti,ottobre 1956 VI Congresso Istituto Nazionale di Urbanistica, scrive : “ Le radici dell’uomo sono nella natura e nel paesaggio. Vale quindi la pena affrontare un’apparente perdita di rendimento economico per evitare un opprimente e inesorabile distacco e per aumentare gli spazi destinati ai servizi sociali e culturali,sia nella progettazione urbanistica sia nei bilanci dello Stato e dei privati. Gli architetti,gli ingegneri, gli amministratori devono perciò persuadersi a essere al servizio della civiltà,che si riconosce dall’adeguatezza dei suoi spazi”.
Già,al servizio della civiltà.