“Il futuro delle città: riflessioni alla luce del pensiero di Jacques Maritain, Giorgio La Pira, Adriano Olivetti”. Questo il tema del convegno internazionale promosso a Matera nel complesso Le Monacelle dall’Istituto Internazionale Jacques Maritain, dall’Università degli Studi della Basilicata e dalla Regione Basilicata, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC).
I lavori, avviati da Gennaro Giuseppe Curcio, Segretario Generale, Istituto Internazionale Jacques Maritain, hanno fatto registrare i saluti de Sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, di Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina, della rettrice Unibas, Aurelia Sole, di Patrizia Minardi dell’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata e di Teresa Fiordelisi, Presidente BCC Basilicata.
Sono intervenuti Giuseppe Schlitzer, Vice Presidente Vicario dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, Beniamino De’ Liguori Carino, Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti, Luigi Di Santo, Direttore, della Scuola nazionale di formazione sociopolitica “Giorgio La Pira” e Vincenzo Scalcione per il Centro Studi Istituto Jacques Maritain di Matera. Ha concluso i lavori sul tema “Il futuro delle città il presidente dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, Francesco Miano.
Il Convegno si propone di essere l’occasione per disegnare una visione, un progetto di territorio che possa ridare un senso e un futuro alle città, approfondendo i molteplici aspetti del problema.
E’ articolato in quattro sessioni principali di lavoro: la prima dedicata al tema “Persona, impresa e comunità nel mondo globale”, la seconda, dedicata al tema “Bellezza e urbanistica nella città del futuro”, la terza dedicata al tema “Cultura della pace e futuro delle città” e l’ultima dedicata al tema “Aspetti geopolitici ed etici al tempo delle migrazioni”.
Nella società contemporanea, sono spesso le città ad ergersi a riferimento dello sviluppo umano. Nelle città si trovano, di solito, le migliori scuole e le migliori Università. Le città rappresentano oggi il luogo più adatto per l’incontro di etnie, lingue, culture e orientamenti diversi, in cui le idee nascono, si sviluppano e forniscono un contributo alla collettività. Tre pensatori importanti come il filosofo francese Jacques Maritain, l’imprenditore Adriano Olivetti e il politico Giorgio La Pira, hanno scritto pagine importanti proprio sul tema del futuro delle città.
Se Jacques Maritain è il teorico della città umana, Giorgio La Pira e Adriano Olivetti, nel loro legame profondo con il filosofo francese, sono stati i testimoni di come l’attenzione alla persona si traduca in città comunitarie e non isolazioniste. Il futuro delle città, dunque, non può prescindere da una maggiore attenzione alla Persona.
Giorgio La Pira ha fatto proprio il pensiero del filosofo francese concretizzando nel suo servizio politico la centralità della persona nell’attenzione verso gli ultimi e i più bisognosi. Adriano Olivetti ha contribuito a trasformare Ivrea e Matera in città patrimonio dell’Unesco, importanti per la loro urbanistica ma soprattutto per la risposta, in termini architettonici, ai bisogni della comunità umana che le vive.
L’iniziativa prevede una due giorni a Matera, Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019, una città di confine, di contrasti, di competizione e fusione tra paesaggi, civiltà, culture diverse. Oggi, nel segno della cultura urbanistica europea, gli aspetti della sfida della riqualificazione, del recupero sostenibile, della riconquista dell’identità perduta sono le attività che hanno riportato alla ribalta questa città unica, i cui Sassi sono diventati, a ragione, Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Sulla scorta di questa particolare vicenda storica, Matera offre oggi ai suoi visitatori l’affascinante sensazione di scoprire, sul filo originale della propria cultura, delle proprie emozioni, le tracce di quella “fusione tra diversi” che ha a lungo caratterizzato la storia della città ed offrirà la sede ai lavori del Convegno.
È necessario oggi «Ripensare la città dell’uomo, assumendo ispirazione dall’architettura intima e dalla destinazione finale della persona» (G. La Pira, Il valore della persona umana, p. 12). Le moderne città, nel loro continuo sviluppo architettonico, sembrano sviluppare progetti la cui architettura considera la sola bellezza urbanistica, a scapito della bellezza e della ricchezza delle persone. Le città, e ancor di più le megalopoli, nella loro crescita verticale stanno smarrendo il senso della loro esistenza. Stanno divenendo agglomerati urbani in cui l’individualismo è preferito alla relazione interpersonale, l’egoismo sostituisce la generosità dei gesti di amicizia e solidarietà. Pensare oggi al futuro delle nostre città significa orientare la prospettiva di analisi sulla persona e le sue necessità e non più esclusivamente sull’innovazione. Bisogna riscoprire la persona come unico centro di interesse e su di essa progettare interventi urbani che ne tutelino la dignità e le garantiscano il miglior bene. In questo modo la città potrà essere una comunità umana.
In un tempo come questo, ritornare a edificare la città sulla persona significa orientare la riflessione prima e l’azione poi verso quei valori che rendono l’umanità preziosa per il suo aspetto relazionale. Dunque, un’umanità autentica capace di cogliere nell’apertura all’altro, alla persona, il dono più importante per l’esistenza e il fine stesso dell’agire. Nell’incontro reale tra volti, nell’incrocio di sguardi, in abbracci e strette di mano, la persona si accorge di dover mettere a disposizione dell’alterità l’intelligenza e la volontà per prendersi cura dell’unica comunità umana.
La città necessita poi del dialogo relazionale, inteso come educazione alla presenza dell’altro e ascolto dei suoi bisogni. Uno strumento di incontro e di accoglienza, generato dalla carità che unisce le persone nella ricerca di azioni virtuose per il bene comune, è legame e forza dell’agire responsabile. Da questi due fondamenti deriva poi una significativa inversione di prospettiva in grado di far considerare la comunità dal punto di vista dei doveri prima ancora che dei diritti.
Il futuro della città è però anche legato ad altri due fondamenti: la fraternità e la giustizia equa. La fraternità, infatti, è una forma di reciprocità che fonda la giustizia come cifra del prendersi cura dell’altro. Le città attuali svelano sempre più spesso l’indigenza, il malessere, la povertà, la radicale ineguaglianza e la sofferenza sociale delle persone. In un simile contesto, si rende indispensabile una giustizia equa più che ugualitaria; una giustizia capace di ponderare gli sforzi per colmare le differenze.
Se Jacques Maritain è il teorico della città umana, Giorgio La Pira e Adriano Olivetti, nel loro legame profondo con il filosofo, sono i testimoni di come l’attenzione alla persona si traduca in città comunitarie e non isolazioniste.
Giorgio La Pira ha fatto proprio il pensiero del filosofo francese, concretizzando nel suo servizio politico la centralità della persona nell’attenzione verso gli ultimi e i più bisognosi. Nel suo monito “Le città sono vive”, invita a percepire la città non più come ente territoriale a carattere amministrativo. Sostituisce la dimensione puramente urbanistica con la comunità di persone; vede nella città un documento vivente della civiltà umana, dei “libri vivi” con il compito unico di formare le generazioni future.
In La città dell’uomo Adriano Olivetti disegna i tratti di un agire pratico che rende umane le città. L’imprenditore, infatti, ha contribuito a trasformare Ivrea e Matera in città patrimonio dell’Unesco, importanti per la loro urbanistica ma soprattutto per la risposta, in termini architettonici, ai bisogni della comunità umana che le vive. La città è espressione dell’armonia tra pubblico e privato, tra lavoro e casa, tra luogo di produzione e luogo di utilizzo. Le strade, le fabbriche, le case sono il più sostanziale e visibile elemento dell’evoluzione della civilizzazione: una città umana.
Il futuro delle città non può, quindi, prescindere dalla persona e la pace è il solo futuro della città. Una pace che assicuri «un posto per pregare, un posto per amare, un posto per lavorare, un posto per pensare e un posto per guarire» (Le città sono vive, p. 45).
Il Convegno internazionale di studi sul tema “Il futuro delle città” promosso dall’Istituto Internazionale Jacques Maritain, dall’Università degli Studi della Basilicata e dalla Regione Basilicata insieme ad altre istituzioni che ne hanno voluto condividere gli intenti, si propone di essere l’occasione per disegnare una visione, un progetto di territorio che possa ridare un senso e un futuro alle città, approfondendo i molteplici aspetti del problema.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)