Festa della Bruna candidata a patrimonio immateriale Unesco, lettera aperta dell’Associazione Maria Santissima della Bruna ai candidati Governatore della Regione Basilicata. Di seguito la nota inviata dall’Associazione Maria Santissima della Bruna.
Come a Voi noto, sono in atto gli adempimenti formali per candidare la festa della Bruna a patrimonio immateriale Unesco, forti dell’adesione al progetto da parte dei soci fondatori dell’Associazione Maria SS. della Bruna (Arcidiocesi di Matera-Irsina, Consiglio Comunale di Matera, Provincia di Matera, Camera di Commercio di Basilicata), nonché della Regione Basilicata, dell’Unibas, del Polo Museale della Regione Basilicata, dell’Apt di Basilicata, della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e dell’Ente Parco della Murgia.
L’idea della candidatura nasce dalla consapevolezza che i Sassi e la Murgia Materana costituiscono “il corpo” materiale della cultura plurimillenaria di Matera – perciò tutelato trent’anni or sono dall’Unesco -, mentre la festa della Bruna si configura come “l’anima” immateriale di quella cultura, che traspare con l’articolato rituale del 2 luglio nelle sue sfaccettature religiose e antropologiche; un rituale, peraltro, che, affondando le sue radici storiche più lontane probabilmente nel V sec. d.C., sono emerse nel 1389 grazie a papa Urbano VI e poi si sono sviluppate a partire dal XVII sec.
Il conseguimento del prestigioso riconoscimento, come intuibile, sarà possibile soltanto se sarà sostenuto con convinzione dalle istituzioni pubbliche con in testa la Regione Basilicata, che, peraltro, annovera già la festa della Bruna nella piattaforma del suo Patrimonio Culturale Intangibile.
La scrivente associazione, insieme al popolo materano, si attende che chi di Voi governerà la nostra Regione nei prossimi anni sostenga con convinzione, concretezza e senza indugi il progetto Unesco, che, se realizzato, potrebbe contribuire a rendere ancora più attrattiva una Regione come la nostra che custodisce, in riti antichi impregnati di sacralità, quella ricchezza culturale che per secoli ha temprato il carattere dei lucani, perciò noti ovunque per la loro intelligenza, onestà e laboriosità; una cultura che, palesandosi in modalità peculiari il 2 luglio a Matera, è perciò necessario tutelare e trasmettere alle future generazioni, non soltanto lucane.