«Dopo quasi due anni di lavoro di coprogettazione, partecipare alla cerimonia di apertura di Matera Capitale della Cultura 2019 è stata una grande emozione. Assieme a tutta la città, ai suoi cittadini e a quanti da tutta la regione hanno voluto esserci, abbiamo dato il via a questo magnifico 2019 che ci vedrà coinvolti nel nostro MaTerre. Una partecipazione gioiosa e giocosa che auspichiamo di incontrare anche per il nostro progetto, prezioso tassello di questo incredibile racconto partecipato che è e sarà Matera2019». Sono parole piene di entusiasmo quelle di Adriana Bruno, coordinatrice di MaTerre, progetto co-prodotto da Rete Cinema Basilicata e Fondazione Matera Basilicata 2019 con il cofinanziamento della Fondazione Lucana Film Commision, affiancati da molti partner, che si propone nel programma della Capitale Europea della Cultura con il sottotitolo di Cantiere Cinepoetico Euromediterraneo. MaTerre intende analizzare e restituire, attraverso la duplice lente di ingrandimento di cinema e poesia, il complesso concetto di “identità”(culturale, linguistica, antropologica, politica) e come esso è percepito e interiorizzato nell’ampio bacino dei Paesi euro-mediterranei.
Infatti, Lello Voce, direttore artistico del settore poetico-letterario, sottolinea: «Pur essendo MaTerre un progetto sostanzialmente cinematografico, l’aspetto poetico è fondamentale. Basti pensare che la struttura generale di MaTerre, con i suoi cinque film-novella e il film sul film che li riunisce in una cornice, si ispira esplicitamente al Boccaccio e al suo Decameron». E spiega: «Gli artisti scelti sono autori di elevatissima qualità, in cui l’aspetto performativo e spettacolare ha grande rilievo.
Con MaTerre la poesia torna a parlare, perché sarà stimolata a dire la sua su un tema tanto urticante e suo proprio come l’identità (e più in generale sulla realtà) e perché ognuno dei poeti invitati performerà i suoi testi nello splendido palcoscenico delle chiese rupestri».
Ispirati del poeta lucano Rocco Scotellaro, potente e attualissima figura rivoluzionaria e metafora della questione meridionale italiana, gli ideatori di MaTerre produrranno un film collettivo in realtà immersiva a 360 gradi: cinque poeti e cinque film makers di tutta Europa saranno a Matera dal 18 aprile al 2 maggio 2019 per una densa residenza artistica che darà vita ai contenuti del film (che verrà postprodotto nei mesi successivi e proposto a Matera in prima assoluta il 24 agosto).
Coinvolto anche il mondo universitario. Paolo Heritier, direttore artistico per i contenuti antropologici, spiega: «L’università e gli studenti sono presenti nel progetto di MaTerre per indicare come vi sia necessità assoluta di ridare senso alla cultura e all’arte, dentro e fuori l’università e nella piazza, digitale o meno». La piazza fisica e quella virtuale si intrecciano in MaTerre. «È iniziato un processo irreversibile che chiama la nostra società tutta a un’evoluzione che faccia i conti con il meglio della nostra tradizione per sperimentare e indagare con autenticità nuove forme, nuovi messaggi e nuovi processi culturali», commenta il direttore artistico (cinema) Antonello Faretta, che aggiunge: «Con MaTerre tradizione e innovazione si incontrano in quel futuro remoto che è la frontiera perfetta della modernità». E conclude: «La fastosa inaugurazione di Matera 2019 segna un punto di non ritorno per Matera, la Basilicata, l’Europa e il Sud in particolare».
Gen 23