Sabato 1 dicembre a Miglionico, presso l’Auditorium del Castello del Malconsiglio, si è svolto il convegno organizzato dal Circolo della Cultura di Miglionico sul tema “Alla scoperta della Chiesa Mater Domini al Torchiano di Miglionico”.
In seguito ad una ricerca partecipativa che ha visto coinvolti i soci del circolo come partner paritari attivi, Miglionico ha ottenuto il marchio dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 , con la possibilità di diffondere un bene della comunita poco conosciuto.
Le notizie reperite sulla Chiesa della Beata Vergine Maria Mater Domini di Miglionico hanno evidenziato un bene culturale connesso alla cultura del Mediterraneo, contaminato da influssi greco-bizantini e crogiuolo , per centinaia di anni, di etnie e culture eterogenee.
L’edificio è ubicato nel Rione Torchiano , in passato dimora dei turchi, si presenta in stato larvale, a seguiti di una serie di crolli, ultimo negli anni ’20 del Novecento.
i rilievi effettuati nel sito hanno dimostrato che quella che oggi è definita ‘cappella’, in passato era una sacrestia attigua al grande edificio chiesastico , caratterizzato da una pianta a croce greca con una grande ala unica , un transetto , un probabile campanile e un ‘abside sovrasrata da una cupola grandissima.
Un’interessante ricorrenza,dal punto di vista antropologico, legata alla chiesa, era la festa dedicata alla Mater Domini, che si svolgeva il 5 agosto, durante la quale i fedeli al suono della bassa musica popolare, in costume, precedevano verso il centro del rione dando inizio all’offerta collettiva di vino , acqua e fiori per la Madonna. Alla fine del rito, i fedeli, col viso impiastricciato di nero, issavano il palo, in memoria dei turchi che avevano tentato di rubare la statua della Madonna, la quale si era riempita di api e aveva fatto fuggire gli assalitori. Il culto per la Mater Domini divenne così fortemente sentito da soppiantare il culto per San Nicola favorendo la nascita di una Congregazione , il cui segno distintivo è l’icona della madre col bambino dipinta su lastra riesce a, scampata ai crolli degli anni ’20 del Novecento.
La ricerca ha visto in azione una sinergia di intelligenze di esperti e di soci del Circolo che hanno lavorato per il recupero della memoria storica dell’edificio e il restauro dello stendardo: dal Sindaco Angelo Buono, al parroco Don Mark, agli storici d’arte Milena Ferrandina e Gabriele Scarcia, all’insegnante Maria Pecora, alla signora Santina Diserafino, con la collaborazione di tutti i soci del Circolo.
Il professor Mario Cifarelli, presidente del Centro Studi Anziani di Basilicata (CENSABA), ha concluso dichiarandosi soddisfatto del lavoro svolto dal Circolo e dagli esperti che hanno dimostrato che il Centro Studi é ormai un punto di riferimento culturale per l’ intera collettività. Al servizio di apprendimento permanente del Centro Studi si sono avvicendate persone di tutte le età, con una grande voglia di apprendere e di elevare i propri livelli di conoscenza e di competenza, in possesso di consistenti livelli di maturità e di notevoli capacità critiche. Tutti ingredienti indispensabili per concretizzare un modello di istruzione che sia in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze formative e di predisporre e gestire percorsi formativi che siano in grado di proiettare le persone adulte/anziane all’interno delle dinamiche della società contemporanea e metterle nelle condizioni di fronteggiare le complesse sfide del terzo millennio.
Dic 02