La poetessa materana ospite della prestigiosa iniziativa che Bianca Maria Caringi Lucibelli, da ben 33 anni, pone in essere nella prestigiosa cornice romana dell’Excelsior, in quella romana Via Veneto che aspira a ritrovare i fasti e lo splendore dei tempi d’oro e che nella serata del 25 marzo ha visto sfilare tanta nobiltà, artisti e bella gente non solo romana.
Di seguito l’intervista ad Antonella Pagano.
Dopo anni bui si comincia a riscrivere la storia con pennini intinti nell’inchiostro della gioia dello stare insieme, del celebrare l’arte -fuori dell’ordinario l’installazione dell’artista lucano Massimiliano Ligrani insieme alla magnificenza delle tele di Massimo Bomba che ha anche illustrato deliziosamente l’invito; e poi il bel canto e, perché no, anche il glamour che grondava scintillìi nei mille abiti da sera delle Signore, blasonate e non, che hanno voluto celebrare la serata del Gala del 2023, amo leggerle quali nuove sacerdotesse della femminilità, della bellezza femminile declinata in mille volti, dell’alta sartoria italiana insieme ai signori uomini in nero solenne.
Ma Lei? Che non ama il presenzialismo, come ha inteso esserci?
Credo che oramai Lei mi conosca e abbia compreso su quali registri mi muova. Si, ci sono stata con uno scopo assolutamente preciso. Ho lavorato negli ultimi due mesi all’abito manifesto che ho indossato con l’animo che si strizzava dentro lacrime trattenute. Perchè io vivo visceralmente le opere che creo. Le sento nelle vene prima che sgorghino dai miei inchiostri. Muovono l’anima che muove i pensieri che muovono la mano. Ho ideato l’abito e l’ho fatto cucire dalla mia amica Giuliana Ciacci, altra Persona che oramai si muove con destrezza dentro le note del mio pentagramma di parole poetiche e di abiti sempre mani-festanti. A metà dell’opera, ossia quando l’abito era tutto imbastito e prima che fosse foderato e rifinito, l’ho disteso sul piano di lavoro ed ho principiato a scrivere, manoscrivere in calligrafia, e disegnare il Poema cuore del mio penultimo libro: “Cantò come dea”, NemaPress Edizioni. Il poema tradotto in 10 lingue, le 6 Unesco e le 4 parlate da milioni di terrestri, oltre l’Esperanto e la trasposizione in Braille che le ha meritato di entrare nel catalogo delle Opere della Biblioteca dell’Istituto S. Alessio, il primo istituto per ipovedenti, fondato in Italia dalla Regina Margherita di Savoia.
Qual’ è questo poema?
“Raccoglierò le lacrime di tutte le donne”; questo poema è per me non solo una composizione in prosa poetica, piuttosto un prezioso solenne rito che compio in quegli spazi di silenzi eloquentissimi, in quegli spazi in cui sono più me stessa che mai, donna con il dolore del mondo dinanzi all’anima e agli occhi, persona che vorrebbe davvero raccogliere le lacrime, porle sull’altare della storia e farle germogliare di parole e gesti nobili. Cancellare le iniquità e tutte le brutture che si perpetrano sbeffeggiando la nobile natura del genere umano. E non è delirio di onnipotenza poiché se tutti lo celebrassimo, ebbene, avremmo giardini lussureggianti. Tutta la terra diverrebbe un infinito lussureggiante giardino. Questa composizione scrive una storia già corposa; scelto per accompagnare il viaggio italiano ed estero della Carta dei diritti della Bambina, lo scorso anno è stato il movente, il cuore poetico-lessical-teatrale del rilancio delle Politiche delle Pari Opportunità della Regione Marche; rappresentato in innumerevoli teatri, ha più di qualche anno, eppure resta e diventa sempre più ineffabilmente contemporaneo ove solo si pensi a tutte le donne: figlie, sorelle, mogli e madri delle migliaia di giovani uomini falciati dalle guerre che due millenni di storia ancora non sanno bandire dal pianeta; e se si pensi, ancora, che nel 2022 il numero delle donne trucidate in Italia è salito oltre tutte le soglie massime precedenti; e se pensassimo alle moltissime donne povere del mondo! Con me il M° Daniela Brandi, la pianista con cui ho lavorato alla pièce teatrale: “Eva e la minestra del paradiso” e con la quale sto mettendo a punto la partitura musicale di “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” che presto presenteremo al pubblico. Quanto ai tralci di edera che adornano le parole…beh ho scelto l’edera perchè…antispasmodica e antimicrobica, tutto dire sul piano metaforico, non crede? Tanti gli artisti, ma mi è entrata nel cuore la grande Donatella Pandimiglio con Simone Sibillano nell’omaggio alla Streisand, hanno colmato l’aria dell’intero salone d’una magia densa e strabiliante, ma soprattutto la voce e la grazia di Zua, al secolo Azzurra Lucibelli, che a soli 21 anni ha dato prova di abilità canore assolutamente rare.
Missione compiuta, dunque?
Con l’emozione che ha raggiunto picchi davvero simili alla incontenibilità, potrei dire di si. In tanti si sono fermati a leggere i versi che, peraltro, ho scritto anche in francese, inglese, spagnolo, portoghese ed esperanto. In tanti di più hanno desiderato fotografarsi con me accanto e dentro il manifesto vivente; qualcuno ha parlato di installazione vivente… o amo pensare che ciascun essere vivente è Manifesto di una condizione umana, di un essere unico che narra una storia unica e preziosa e che tutte le storie uniche siano le preziosissime sfaccettature del diamante umano, il genere umano, e siano, allo stesso tempo, le sfaccettature del pianeta Terra, il GIOIELLO più prezioso che abbiamo, e che appartiene a tutti, benchè in troppi lo dimentichino!
Che succede domani?
Intanto penso di accettare con assoluta indiscutibile fantasmagorica gioia l’invito della Signora Antonia Sautter a Venezia…la Sua straordinaria creatività, espressa non solo con l’incredibile Gran Ballo del Doge, è vicina alla mia indole, benchè debbo riconoscere che la Sua creatività ha esponente “ciclopico”, aggettivo che amo e che dà contezza veritiera dell’assoluta dimensionedella creatività della straordinaria donna veneziana. Lei, affusolata e sinuosa,in velluto in seta nera e oro, con la sensibilità propria delle anime elette, ovvero che non hanno abdicato alla capacità-virtù di meravigliarsi, ha desiderato leggere le mie “parole”, leggerle nelle varie lingue…meravigliandosene!
Per quanto mi riguarda sto predisponendo la mappa del viaggio da far fare a questo abito…il manifesto ha da parlare in ogni dove prima che si fermi e trovi la collocazione più giusta quale opera d’arte!