Antonella Pagano protagonista con la sua “Poesia dei territori” al Festival del Lavoro Creativo & Culturale a Morcone. Di seguito l’intervista per SassiLive.
Questa volta è nel cuore del Sannio, a Morcone, per una performance inconsueta, ce ne vuole parlare?
“Certamente, grazie. Sono arrivata a Morcone per compiere il rito della molitura, il rito della mugnaia, uno dei miei riti poetico-letterari e storici con una sapiente spolverata di sociologia come sanno far le mamme in cucina con il sale” – comincia così l’intervista ad Antonella Pagano che sa sorprenderci con quella sua funambolica appassionante ricerca e scrittura; così continua:“Forse era tempo che ci fosse una mugnaia dopo secoli di mugniai! E dopo una lunga storia che è terminata con il declino dei mulini in quel lontano gennaio del 1869 quando una legge iniqua, brutta e cattiva penalizzo’ proprio i piccoli mulini di montagna; mi ha intrigato molto, dunque, farmi piccola rivoluzionaria e rivendicare la dignità e l’importanza di quei lavori nobili che hanno significato molto nella storia della nostra nazione e dei nostri paesi; per esempio i mugnai riuscirono, almeno nelle grandi città, a fondersi e comporre le corporazioni benchè poi non siano riusciti ad assumere un ruolo importante nella generale organizzazione sociale. E’ stato commovente, più che emozionante, essere ospitata nell’Antico Mulino Florio, non so dire cosa effettivamente provassi nel vedere il turbinìo e lo scintillìo dell’acqua allorchè baciava con passione le pale e sentire la strana musica della ruota mentre pescava l’acqua nella Fota, la grande vasca nella quale il torrente Zaffìo la versa.”
Come mai si trova nel Sannio?
Ho risposto all’invito della Prof.ssa Rossella Del Prete dell’Università del Sannio, la donna chesta molto ‘intensivamente’ e caparbiamente all’opera di valorizzazione creativa e poetica, ma anche economica, di questo incantevole e significativo luogo, sto parlando non solo dell’antico mulino bensì di tutto il Sannio. Ed io ho voluto ardentemente rispondere e interpretare appieno questa sua infaticabile volontà portando il mio “Panalfabetare” – poema dedicato alla storia e alla vitalità che il mulino ha avuto nel tempo e che rinnova oggi col farsi ancora esperienza produttiva di questo territorio.La Prof.ssa Del Prete ha espressamente voluto che la storia fosse narrata attraverso una prospettiva creativa e fiabescainsieme. Il Mulino Florioè stato aperto per la circostanza dall’Associazione Il Presepe nel presepe – chein dicembre allestisce l’immenso presepe vivente sull’estesa radura prospicente il bosco, poco più in là da dove sorge il delizioso mulino.
Come mai ha accettato di occuparsi di un mulino?
Intanto perché molto semplicisticamente si crede che per pensare e parlare di farina, di mulini e di pane basti riferirsi unicamente a realtà agropastorali e a tutto l’immaginario della cultura tradizionale che ad essa si collega, mentre,invece, c’è tanta magìa e poesia e c’è tanto da ascoltare dal vento e dall’acqua e dai ruscelli prima di poter parlare di un rito così tanto antico, significativo e simbolico, così tanto familiare e così tanto umano. Far farina e poi far pane? In un contesto come quello del Sannio?Al mattino molto presto quando l’acqua canta la sua canzone, la brezza solletica le fronde e gli uccelli prendono a gorgheggiare? Non è banale né semplice. Bisogna saper di meccanica, bisogna saper d’idraulica e conoscere gli ingranaggi meglio delle proprie tasche e saper bene quando la Fota è colma a sufficienza talchè le pale possano cominciare allegramente a girare. Sorella benedetta acqua è il direttore d’orchestra. Leì dà l’energia che muove le pale che muovono le grandi pietre dalla cui danza vien la farina. Millenaria tradizione quella dei mugnai…sarà farina e sarà pane per la famiglia sarà nutrimento di meraviglia.Il pane poi per me, materana…E’ tutto un infinito poema. Proprio della realtà materana mi è piaciuto portare ai tanti convenuti da diverse regioni e ai tanti accademici di innumerevoli università, la bella storia dei Timbri del pane. Ogni famiglia ne possedeva uno con le iniziali del capofamiglia; narrare che il Timbro del pane era dono del pretendente la mano della donna che voleva sposare e che quella donna che lo riceveva lo conservava e lo tutelava al pari d’icona sacra; informare, finanche, che il National Museum di Copenaghen ne conserva un’intera collezione grazie a Knud Rasmussen, esploratore groenlandese che esplorò il Mezzogiorno d’Italia è stato bello già per me.
Insomma ne ha fatto una pièce teatrale?
E già, con tanto di regia e musica. Ho portato con me l’armonica a bocca e i miei famosi campanelli per accompagnarmi mentre sciorinavo la filastrocca di tutti i pani italiani, regione per regione e poi tutti i pani della nostra bella Europa fino alla metafora, alle citazioni dotte di Dante Alighieri, al pane del viaggio, al pane delle donne, al pane della pace, al pane alato,per finire con il colmare la stanza di fragranza di pane, le lettere del mio Alfabeto di Pane che questa volta le ha fatte per me la grande Chef -internazionalmente nota- Anna Maria Mastrantuono. Lettere lavorate finemente, ricami virtuosi d’intrecci; rose di pane dai petali verosimili, farfalle adagiate su treccine di pane e poi profumo, profumo e profumo di panfragrante adagiato sulle pagine di seta manoscritte dei miei Libri d’Artista. La Mastrantuono ha interpretato l’arte di far pane entrando profondamente nel mio mondo poetico,quello delle parole buone; così si è sparso proprio quel sapore e quel profumo di cui narro nella pièce, sapore e profumo di buono perché urge ritrovar parole buone,buone come il pane.
Un mese di lavori ideati dall’Impresa Culturale Kinetès, Arte, Cultura, Ricerca, Impresa di Morcone e che puntano a fare chiarezza e dare rinnovati contributi alla realtà delle Aree Interne, in collaborazione con Fondazione Appennino, Rubbettino e RESpro – rete di storici per i paesaggi produttivi, promotori di un altro Festival di grande successo, Il Festival del Lavoro nelle Aree Interne – FLAI, giunto quest’anno alla sua seconda edizione e svoltosi nelle Industrie Grafiche Rubbettino, a Soveria Mannelli, cittadina della Sila, in Calabria. Promotori e protagonisti del FLAI si sono riuniti a Morcone per portare i risultati di oltre due anni di lavoro, di studi e di ricerche che mirano a superare alcuni stereotipi che, ormai da tempo, caratterizzano il dibattito sulle aree interne. Obiettivo principale è costruire, intorno a una obsoleta visione dei borghi, nuovi paradigmi economici e sociali che attribuiscano ruoli attivi e di rilevanza ai giovani. L’Appennino è uno spazio pluriattivo in cui si incontrano Nord e Sud, ma anche Occidente e Oriente e offre i presupposti per costruire inedite alleanze territoriali tra costa e montagna, tra paesi e città, ripensando il sistema economico e sociale di quei territori che dovrà necessariamente superare una visione incentrata esclusivamente sul turismo e sul concetto di “internità”. E’ la responsabile scientifica e artistica di RaRo Festival, Rossella Del Prete a strutturare le giornate insieme alle autorità istituzionali, ad imprenditori, e a tanti studiosi ed accademici giovanissimi che, nel segno della ‘restanza’, hanno coraggiosamente impiantato le loro originalissime produzioni aziendali. L’Editore Rubbettino, la Fondazione Appennino, il Presidente di RESpro, l’Ordine degli Archiotetti di Benevento che ha patrocinato e che riconoscerà i crediti formativi professionali. Congrua all’0economia degli argomenti, la presentazione del libro: “Un tempo, un tempo c’era un paese, di A. Ciuffetti (Rubbettino 2024) né è mancato il concerto jazz a cura dell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
Seguiranno i saluti istituzionali, con la partecipazione dell’Assessore al turismo e alla semplificazione amministrativa della Regione Campania, Felice Casucci. Interverranno poi l’editore Florindo Rubbettino, Gianni e Piero Lacorazza e Annalisa Romeo (per la Fondazione Appennino) e il presidente di RESpro, Augusto Ciuffetti. Tanti gli studiosi coinvolti nelle due giornate di lavori ai quali si alterneranno gli interventi di alcuni giovani che, scegliendo la “restanza” nelle aree interne, si sono inventati lavori ed esperienze di grande intraprendenza e creatività. La partecipazione al convegno, patrocinato, tra gli altri, dall’Ordine degli Architetti di Benevento, verrà riconosciuta per gli iscritti all’Ordine con crediti formativi professionali Ma il programma delle tre giornate è molto articolato: venerdì sera, alle 21,30, nella Tap Room di Brew Sov, si terrà la presentazione del volume di A. Ciuffetti, Un tempo, un tempo c’era un paese (Rubbettino 2024). Nel pomeriggio di sabato 20, è prevista una passeggiata aromaterapica nei campi di lavanda dell’azienda BAKE di Sassinoro e la sera, alle 21,00, ancora da Brew Sov il concerto jazz a cura dell’Orchestra Filarmonica di Benevento. Domenica 21 luglio, alle 11.00, sarà aperto e messo in funzione l’antico Mulino Florio di Morcone a cura dell’Associazione Il Presepe nel Presepe e la fruizione di quello spazio di produzione, già tanto carico di significati e suggestioni, si arricchirà di toni fiabeschi e poetici con una performance di Antonella Pagano, sociologa, drammaturga, scrittrice e poeta, Critico Letterario Internazionale, AICL accreditata UNESCO. Per informazioni e partecipazioni a questi ultimi tre appuntamenti scrivere