Con la votazione del Documento finale del Primo Sinodo della Chiesa di Matera-Irsina avvenuta nel pomeriggio di sabato 24 ottobre si è inaugurato lo stile sinodale con cui la Chiesa intende continuare a pensare, progettare e programmare la vita pastorale della diocesi e delle parrocchie a partire dall’ascolto, dal dialogo e dal confronto, per operare il necessario discernimento e agire con spirito missionario. Alcune cifre possono dare l’idea del lavoro svolto:
• 18 sessioni del Sinodo tra gennaio 2019 e gennaio 2020;
• 6 incontri mensili del percorso preparatorio nel 2017/18;
• 140 Delegati al Sinodo, in media presenti alle varie Sessioni circa 100, personalmente nominati dall’Arcivescovo Mons. Caiazzo;
• 10 gruppi per la discussione e le proposte per ogni sessione;
• 10 membri per la Segreteria generale che ha poi redatto il Documento finale;
• 7 ospiti per aiutarci nella preparazione a conoscere l’Evangelii gaudium e a riscoprire la freschezza e l’attualità del Concilio Vaticano II (S.E. Mons. Rino Fisichella, S.E. Mons. Claudio Maniago, S.E. Mons. Giovanni Intini, il Prof. Dario Vitali, la Prof.ssa Giuseppina Desimone, il Prof. Franco Miano e Don Cesare Mariano);
• il lavoro fatto da 50 comunità parrocchiali nel rispondere a questionari e ai 6 capitoli dell’Instrumentum laboris.
“Raccogliamo questa sera, pur tra tante paure e ansie ingenerate dalla pandemia, il frutto del lavoro di oltre due anni di incontri, di dialoghi, di confronti nelle nostre comunità e nelle 18 sessioni del Sinodo” – ha detto il segretario del Sinodo Mons. Filippo Lombardi in apertura della Sessione di votazione – “Questa esperienza è stata faticosa ma bella, perché ci ha uniti, ci ha fatto sperimentare la grazia della comunione, ci ha fatti conoscere e sentire parte di un organismo vivente, di un corpo unito”. Ha proseguito dicendo: “Abbiamo analizzato la nostra realtà ecclesiale e del territorio, ne abbiamo riconosciuto la ricchezza e i limiti, abbiamo sognato una Chiesa sempre più aperta alle esigenze di un mondo fragile eppur assetato di luce, di verità, di senso.
“Il Documento finale del Sinodo – ha riferito ancora Mons Lombardi – ci dà il quadro della ricchezza e vivacità della nostra Chiesa, delle singole comunità, delle aggregazioni ecclesiali, ma anche dei limiti che la caratterizzano e della difficoltà che sperimentiamo nell’essere più incidenti nella realtà sociale. Ancor di più ci testimonia della fede genuina e sicura di un popolo, ricco e fiero delle proprie tradizioni e che fa i conti con l’incalzare della mentalità individualistica e del secolarismo. Il Documento non è una Summa Theologica né il libro dei sogni – testimonia – invece, un lavoro iniziato e non ancora concluso, l’inizio di un processo in atto e non di uno spazio nell’archivio. Il Sinodo è nel cuore del Pastore e deve essere nel cuore di ogni battezzato, di tutto il Popolo santo di Dio”.
L’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nel sottolineare la mola di lavoro svolto e ringraziare per il grande impegno mons. Filippo Lombardi, i Delegati al Sinodo, i membri della Commissione di approfondimento e della Segreteria generale, ha evidenziato il valore storico e profetico che tale Documento costituirà per la diocesi non mancando di evidenziare di aver già recepito alcune indicazioni del Documento finale nella sua ultima Lettera pastorale e di tradurre altre in Decreti attuativi.
Dopo l’approvazione del Documento finale del Sinodo diocesano, ha fatto seguito un altro evento speciale quale la ricorrenza dei 750 anni della consacrazione della Basilica Cattedrale di Matera, celebrata con la Santa Messa in presenza dei Delegati al Sinodo e da un numeroso popolo festante.
Meno male. Non dormivo da settimane in attesa di questa notizia meravigliosa. Ora si posso ricominciare a vivere e a dormire tranquillo.