“Padre Marcello, parroco, poeta, storico”. E’ il tema del convegno organizzato questa sera dall’associazione “Amici pro San Giovanni da Matera” nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera per tracciare la figura di Marcello Morelli, un materano vissuto nei Sassi, dov’era nato nel 1886 e divenuto frate minore francescano. Padre Marcello visse in prima linea “l’inutile strage”, come la definì Papa Benedetto XV, della Prima Guerra Mondiale essendo stato cappellano in uno dei tanti ospedaletti da campo sul fronte trentino.
Lasciato l’ordine religioso, Padre Marcello divenne sacerdote secolare e fu parroco di San Giovanni Battista dal 1924 al 1953 finchè fu nominato Vicario Generale della diocesi e Decano del Capitolo Metropolitano da Monsignor Vincenzo Cavalla. Intellettuale raffinato, laureato alla Sapienza, fu autore di numerose pubblicazioni fra cui “Vita si San Giovanni da Matera” e “Storia di Matera”; inoltre, insegnò lettere all’Istituto Magistrale “Stigliani” e al Liceo Classico “Duni”. Concluse la sua lunga esistenza il 6 giugno 1972, lasciando un testamento spirituale che rappresenta il segno tangibile dell’amore con cui Marcello Morelli ha vissuto la sua missione al servizio di Dio.
Dopo i saluti del Sindaco Raffaello de Ruggieri e del vice presidente dell’associazione “Amici pro San Giovanni da Matera”, Domenico Troia su Padre Marcello ha relazionato Giovanni Caserta, storico e autore del prezioso volume “Materani in trincera” con cui offre una ricchissima e approfondita panoramica sulla vita del sacerdote materano. A seguire la proiezione dell’emozionante video “Padre Marcello” curato di Nino Vinciguerra, cultore di storia materana, e le conclusioni di Monsignor Biagio Colaianni Vicario Generale della diocesi Matera-Irsina.
Gli interventi sono stati coordinati da Emanuele D’Adamo, Presidente dell’Associazione “Amici pro San Giovanni da Matera” e autore della ristampa del volume “San Giovanni da Matera”, in cui si racconta la storia di un fanciullo divenuto Abate, Marcello Morelli. La pubblicazione in formato tascabile, ha arricchito quella pubblicata dall’Abate Marcello Morelli per raccontare la vita di San Giovanni da Matera.
Michele Capolupo
Di seguito una nota dedicata a Padre Marcello Morelli a cura del maestro materano Rolando Giampietro
Parlare di Mons. Marcello Morelli, non è semplice, bisognerebbe averlo conosciuto e lette le sue opere letterarie e storiche, tuttavia ho avuto modo di leggere la “sua biografia” tratta dal testo Itinerari lucani Pagine di Arte e di StoriaDon Marcello, nato a Matera nel 1886, morto nel 1972, è stato uno scrittore e presbitero italiano, cui viene affidato il governo della comunità, degli investiti di dignità sacerdotale, laureato all’Università di Roma nel 1934, conseguì anche la laurea in lettere.
Dalla voce calda e armoniosa,amabilmente chiamato dai materani Padre Marcello, è stato prima un frate francescano, poiparroco nel suo bel S.Giovanni Battista, un tesoro di architettura di stile romanico pugliese, ha scritto pagine d’arte e storiaper offrirle ai suoi concittadini tracciando l’arco completo della storia di Matera, descrivendo le condizioni ambientali e social dei suoi concittadini. Il dono maggiore l’ha offerto, soprattutto con la sua Storia di Matera del 1963, dando la possibilità di conoscere le vicende civili materane, vicende politiche della propria città dai primordi fino ai giorni della sua dipartita, riunendo diligentemente notizie sparse e raccolte collegandole sapientemente. Una interessante opera è statail saggio Acerenza e Matera- una polemica durata sette secoli (1203-1954) pubblicata integralmente negli Itinerari Lucani. Narra levicende ecclesiastiche durate un lungo periodo tra le due sedi vescovili di Acerenza e Matera., sorta nella diversa interpretazione che i materani ed acheruntini dettero alla Bolla di unione emanata il 1203 dal papa Innocenzo III, polemica protratta ininterrottamente fino al 1954, allorchè Pio XII, con la Bolla Acherontia et Matera, dichiarò l’autonomia delle dueArchidiocesi. La diaspora tra le due province andò al di là degli episodi ecclesiastici, perché alimentata da fattori etnici ed economici:Acerenza era lucana, Matera etnicamente, geograficamente ed economicamente pugliese. Matera Metropolita, città tanto più ricca, popolosa e politicamente più importante di Acerenza, dal 1663elevata a Capoluogo di Basilicata e sede di Regia Udienza nel regno di Napolifino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze a Potenza. Matera, non poteva essere inferiore alla città rivale, rassegnandosi a limitare la propria influenza della propria Curia, residenza abituale degli arcivescovi presso la Cattedrale, Duomo sorto nel XIII secolo, aperto al culto nel 1270.Tra gli altri scritti narra del suo bel tempietto San Giovanni sorto nel 1233 ad opera delle monache Penitenti di S. Maria di Accon e di tutti i Santi verso il 1215, giunte dalla Palestina nel 1203 al seguito di Andrea, primo Arcivescovo delle Chiese unite di Matera e Acerenza.Mirabile è la descrizione del presepe cinquecentesco sito nel Duomo di Matera, uno dei più belli del Mezzogiorno d’Italia, opera di un artista locale, Altobello Persio, nato a Montescaglioso il 1534, coronato da un castello che non è quello del Conte Giancarlo Tramontano ucciso il 30.12.1514 dai materani ribellatisi per le gabelle e lo jus prime noctis.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)
La fotogallery dedicata alle copertine di libri pubblicati da Padre Marcello con edizioni Fratelli Montemurro Editori Matera