Una platea attenta e numerosa ha fatto da degna cornice alla presentazione del “Dizionario e zibaldone dialettale di Melfi” (Osanna edizioni 2022) di Mauro Tartaglia, educatore, amministratore pubblico, animatore culturale, scomparso nel 2017.
L’evento, organizzato dall’Associazione e dalla Fondazione “Francesco Saverio Nitti” e patrocinato dal Comune di Melfi, è stato introdotto da Stefano Rolando, presidente della Fondazione Nitti, e dagli indirizzi di saluto di Vincenzo Castaldi, vice sindaco della città, e di Patrizia Nitti, presidente dell’Associazione Nitti.
E’ toccato, invece, alla prof.ssa Patrizia Del Puente, docente di Glottologia e Linguistica all’Università degli Studi di Basilicata, inaugurare gli interventi specialistici che hanno analizzato l’opera dal punto di vista linguistico, antropologico e storico.
“Il dizionario con lo zibaldone dialettale di Melfi di Mauro Tartaglia è un’opera monumentale che è costata più di due decenni di studio e raccolta dati all’autore – afferma Patrizia Del Puente-. E’ un’opera importante perché può essere uno strumento didattico fondamentale per avvicinare i giovani all’essenza del dialetto, che non è un gioco ne un gergo, ma è una lingua a tutti gli effetti. Nella quale si ritrova tutta la storia di comunit che la parla. I giovani, purtroppo vivono ancora una stigmatizzazione del dialetto ed, invece, gi da venti anni fa Mauro Tartaglia ne aveva capito il valore profondo, il valore di essere radice per un popolo intero. Un’opera che non va tenuta sugli scaffali, ma utilizzato e letto in maniera attiva personalmente ma soprattutto nelle scuole con i giovani. Così come avrebbe voluto l’autore che è stato un grandissimo educatore e studioso”.
“Sono solito introdurre i mieri corsi di antropologia con questa frase: gli alberi hanno radici, gli umani apparentemente non hanno radici. In realtà si dotano di radici coltivando le proprie comunità – spiega Enzo Vinicio Alliegro, docente di Discipline Demoetnoantropologiche all’Università degli Studi di Napoli-. Questi testi sono una esemplificazione paradigmatica di modalità specifiche di costruzione dell’appartenenza. L’appartenza ad un luogo non è un fatto istintuale, scontato, automatico, ma è l’esito di una scelta che deve essere, periodicamente, irrrobustita e coltivata. L’opera di Mauro Tartaglia rappresenta una strada attraverso la quale è possibile costruire un rapporto di feeling con la propria comunità, con le proprie tardizioni. Essa disegna un orizzonte di senso”.
“L’opera di Mauro Tartaglia è un compendio di storia e di storie – sottolinea Donato verrastro, docente di Storia Contemporanea all’Università degli Studi della Basilicata-. Nello zibaldone, in particolare, l’autore abbina ad ogni lemma una selezione di eventi di questioni, di ricordi, ma anche di contesti reali. E in questo c’è l’impronta dell’uomo di scuola, del maestro che fornisce gli strumenti per leggere la realtà, ma anche di progettare il futuro per orientare le coscienze lasciandole poi libere di agire”.
L’evento si è concluso con i ringraziamenti di Roberta Tartaglia, in rappresentanza della famiglia Tartaglia.
“Questo lavoro è stato il frutto di tanto impegno e fatica, ma anche di tanta partecipazione. Amici, melfitani e memorie storiche hanno contribuito, interrogati da nostro padre, a rendere ancora più ricco e prezioso. Ringraziamo, pertanto, quanti ci hanno sostenuto rendendo possibile la publicazione di questa opera che ci auguriamo possa essere per i melfitani, soprattutto per i giovani, strumento di studio e di conoscenza”.
L’opera si può richiedere inviando una email a osanna@osannaedizioni.it