Basilio Gavazzeni: a un noto discepolo di Don Lorenzo Milani. Di seguito la nota integrale.
Si celebra il centenario della nascita di don Lorenzo Milani. Conosco personalmente Paolo Landi, alunno fra i più noti della sua celebre scuola che, adolescente, andò a ingaggiarsi nella Cisl di Milano. Paolo Landi è stato il fondatore dell’Associazione consumerista Adiconsum e della Fondazione per il Consumo Sostenibile. Un suo libro è La Repubblica di Barbiana. La mia esperienza alla scuola di don Lorenzo Milani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2018, di cui io stesso ho diffuso una decina di copie a Matera. Per Sassilive gli ho posto alcune domande che qui segnalo. Lui per telefono mi ha già risposto con riflessioni preziosamente attualizzanti. Tuttavia, la sua prorompenza è stata tale da non consentirmene una trascrizione affidabile. Gliele rimando, le mie domande, e aspetto da lui qualcosa di scritto. È augurabile che a Matera, vi sia ente o Istituzione che decida di celebrare come altrove il centenario. Immaginiamo che un Landi, da par suo, potesse recare la sostanza del messaggio di don Milani in un Consiglio di Amministrazione regionale o provinciale o comunale: segnerebbe un indimenticabile momento di percorso. Qualcuno ode? Ecco, intanto, la mia richiesta al discepolo di Barbiana. Caro Paolo, ho letto l’intervista da te concessa ad Aggiornamenti Sociali per il centenario di don Milani. Posso attendermi anch’io qualche risposta che giovi ai lucani e, in specie, ai materani che si impegnano per il bene comune?
1) Il messaggio della locuzione inglese I care (me ne importa; mi sta a cuore) che la lavagna di don Lorenzo rese celebre nel mondo è penetrato nel senso comune degli italiani?
2) Ai vostri coetanei di Piadena, a proposito della Lettera a una professoressa (1967) che avevate elaborato con don Lorenzo contro il classismo dominante nell’istruzione, voi, di Barbiana scrivevate che «anche amare il sapere può essere egoismo» e che il vostro Priore proponeva quale ideale più alto «cercare di sapere solo per usarlo al servizio del prossimo». Come incarnarlo oggi?
3) Dichiarazione famosa di don Milani: «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è avarizia». Oggi diritti che tendono ad accamparsi come privilegi sovrastano i diritti che tengono conto dei doveri. Come opporsi alla deriva?
4) Ai cappellani militari che, mettendo avanti la patria, dividevano il mondo fra italiani e stranieri don Lorenzo rispondeva: «Nel vostro senso io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri». Quali ricadute ha una simile concezione sul modo d’intendere la legalità?
5) Nella maniera più essenziale e incondizionata, dimmi che cosa don Milani ha insegnato a te, proprio a te.
Caro Paolo, abbi pazienza. Le mie domande sono ben lontane dalle risposte performanti che mi hai dato la mattina del 28 maggio. Posso contare su qualcosa di scritto, su qualche tua annotazione, da destinare agli aficionados di Sassilive. Grazie, buon lavoro a te.
Basilio Gavazzeni