Oggi Renato avrebbe compiuto 57 anni. Ma il 6 febbraio dello scorso anno il cuore del giornalista di origini salernitane e materano d’adozione ha smesso improvvisamente di battere. Renato Carpentieri è volato in cielo decollando dal luogo in cui trascorreva gran parte delle sue giornate, lo stadio XXI Settembre-Franco Salerno. Perchè Renato è stato prima un tifoso e poi un giornalista pronto a raccontare le gesta dei biancoazzurri, in radio, in tv e sulla carta stampata. Per ricordare degnamente Renato Carpentieri nel giorno del suo compleanno la “Polisportiva Amici del Borgo” in collaborazione con l’associazione “Renato Carpentieri” ha organizzato una festa speciale in suo onore nel borgo La Martella, dove viveva con la sua famiglia. Dopo la Santa Messa celebrata da don Egidio Casarola presso la chieda di San Vincenzo de Paoli, gli Amici del borgo hanno inaugurato presso la sede in piazza Montegrappa una mostra fotografica intitolata “La vita di Renato”. Gli scatti raccontano scene di vita quotidiana e professionale di Renato: dalla famiglia al lavoro, dagli amici alla sua passione sportiva, dagli anni passati fino agli ultimi giorni di vita. Un modo per mantenere vivo il ricordo di una persona che negli anni ha saputo dare tanto a chiunque abbia incrociato i suoi passi, anche se per pochi istanti. La mostra sarà aperta al pubblico fino a domenica 30 agosto. A seguire sul sagrato della chiesa di San Vincenzo de Paoli si è svolto il convegno-dibattito dal tema “Lo sport… e chi lo racconta con passione”. Due parole, sport e passione, che hanno caratterizzato la vita di Renato e che sono divente il fulcro della discussione di chi lo ha conosciuto e gli è stato vicino.
Al convegno, moderato dalla giornalista, e collega di Renato Carpentieri, Antonella Ciervo, hanno partecipato l’assessore al Comune di Matera, Massimiliano Amenta, il presidente del Coni di Basilicata, Leopoldo Desiderio il presidente della Figc di Basilicata, Piero Rinaldi e il giornalista Italo Cucci, che ha ricevuto da Paolo Grieco, presidente dell’associazione Amici del Borgo il premio “Lealtà nello Sport – Renato Carpentieri”, conferitogli dal comitato organizzatore del torneo internazionale di calcio under 16 “Scirea Cup”.
In prima fila la moglie Fulvia e i figli Annalisa, Daniele e Carmine, circondati da amici, giornalisti e vicini di casa.
Leopoldo Desiderio, presidente regionale del Coni ha ricordato così Renato Carpentieri: “Renato era un giornalista umile e generoso. Ricordo con piacere l’esperienza dell’Educamp a Nova Siri dove ha raccontato ai ragazzi la passione per il giornalismo e l’amore per il calcio, testimonianze importanti che i ragazzi hanno apprezzato moltissimo”.
Rinaldi, presidente della Figc Basilicata, sottolinea un aspetto importante legato alla scomparsa di Renato: “Quando ho saputo della sua scomparsa sono rimasto molto male perchè ero in ospedale e non potevo venire a salutarlo. Renato era un uomo semplice ma vulcanico. Un giornalisa che scriveva sempre quello che pensava anche se a volte dava fastidio. Penso che sia importante continuare a ricordarlo e io penso che si possa raggiungere questo obiettivo intitolando un torneo giovanile alla sua memoria. Penso ai giovani perchè i giovani portano allegria e serenità, sentimenti cari a Renato Carpentieri. Renato era istintivo. In alcuni momenti era difficile parlare con lui ma dopo pochi minuti il nervosismo lo aveva già abbandonato.
Stefano Mele, giornalista “di lungo corso” della Gazzetta del Mezzogiorno sottolinea gli aspetti caratteriali di Renato: “Era buono e generoso. Ricordo anche che era sempre rispettoso nei miei confronti considerata la mia esperienza professionale e la maggiore età. Quasi mi venerava. Ricordo quando si doveva discutere la sua pratica per l’iscrizione nell’albo dei giornalisti pubblicisti. Mi avvisò di questa notizia il compianto Lino Viggiano. Voleva che fossi presente mentre si prendeva questa decisione. La pratica passò, Renato fu iscritto e dopo aver appreso la notizia venne ad abbracciarmi”.
Cosimo Bruno, presidente dell’associazione Renato Carpentieri, si concede anche una riflessione polemica: “Renato era un sopratutto un amico e mi piaceva leggere i suoi articoli sul Matera. Ricordo che non vedeva l’ora di arrivare al bar per informarci sulla nostra squadra. Renato era l’amico di tutti. E mi dispiace notare che molti amici oggi non sono qui”.
Italo Cucci ha conosciuto Renato Carpentieri quando ha acquisito la corrispondenza locale del Corriere dello Sport, quotidiano da lui diretto: “Renato è stato il personaggio forse più positivo che io abbia mai conosciuto. Ricordo anche il giorno in cui ho appreso della sua scomparsa. Ero a casa e consulto spesso un sito che manda segnali quando trova notizie e foto che mi riguardano. Sono stato colpito da una foto in cui eravamo insieme, ho approfondito la notizia e ho scoperto la tragica notizia. L’ho riferia a mia moglie e lei ha detto: ma come, quel gran signore! Perchè non tutti i giornalisti sono dei signori. Questo è un mestiere particolare dove raramente si riconoscono i pregi e si sottolineano sopratutto i difetti. Renato l’ho conosciuto quando ho deciso di visitare la città di Matera. Mi hanno riferito che qui c’era un corrispondente del Corriere dello Sport e quando sono arrivato ho avuto modo di apprezzare le sue qualità. Io e mia moglie trovammo un gran signore, che ci fece da cicerone e ci accompagnò a vedere le meraviglie di questa città. Poi sono tornato a Matera quando si girava il film di Mel Gibson. Ho un piacevole ricordo di Matera e di Renato.
Il convegno affronta il tema dello sport e della passione e Italo Cucci in proposito precisa. “Questo è un mestiere che va verso il naufragio ma voglio precisare una cosa. Io ho fatto il giornalismo sportivo senza passione. Fino all’età di dieci anni ero tifoso del Grande Torino, poi dopo la tragedia di Superga non ho pensato più al calcio. In seguito sono diventato tifoso del Bologna. Ho scelto il giornalismo sportivo per dimostrare che non è un giornalismo di serie B. E in effetti ricordo che le grandi firme della stampa per avere visibilità sceglievano di fare i corrispondenti per le Olimpiadi. Avevano capito che i giornalisti sportivi erano i più seguiti, i più popolari. Io sono tifoso, lo ammetto e adoro la faziosità perchè se non sfocia nella violenza è una delle cose più belle del calcio. Del resto l’interesse sociale che ruota attorno al calcio è superiore a qualsiasi altra cosa. Il calcio è coerenza, una caratteristica che non puoi trovare per esempio nella politica”.
Michele Capolupo
La fotogallery delle iniziative per il compleanno di Renato Carpentieri (foto www.SassiLive.it)