Il 4 gennaio 1975 moriva Carlo Levi, scrittore, pittore, medico, attivista politicotorinese che nel 1935 fu confinato tra Grassano e Aliano per ordine del governo fascista. Nel 1945 pubblica Cristo si è fermato a Eboli e racconta con estremo realismo la civiltà contadina che incontra in Basilicata.
Oggi, a quarant’anni dalla sua morte, i protagonisti della sua opera Lucania ’61 hanno abbandonato Palazzo Lanfranchi e possono essere riconosciuti sui muri di Matera. Chiunque potrà incontrare per caso Rocco Scotellaro, sua madre in lacrime, la signora Martino, lo stesso Carlo Levi e altri personaggi del dipinto realizzato in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Vicino a ognuno di loro c’è un QR code che attraverso uno smartphone rimanda alla mappa con tutti i luoghi dove potrete riconoscerli (http://goo.gl/l27XkJ).
L’iniziativa è inserita all’interno del progetto internazionale www.outings-project.org per l’idea di un’arte fuori dal museo che incontra la città!!
“Con la designazione di Matera a capitale della cultura nel 2019 possiamo anche dire, provocatoriamente, che ‘Cristo ha superato Eboli’ perché abbiamo definitivamente superato gli stereotipi del levismo: la Basilicata è cambiata e questo si deve anche al grande scrittore torinese che fece conoscere in tutto il mondo la realtà contadina di quel periodo”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, per il quale “è anche così che ricordiamo degnamente Carlo Levi, restituendogli onore e merito, nelle celebrazioni che dovranno vedere la Regione impegnata a sostenere il Comune di Aliano e il Parco Letterario in un 2015 in cui non solo ricorrono i 40 anni dalla morte del grande scrittore, pittore e intellettuale torinese, ma i 70 anni dall’uscita del ‘Cristo si è fermato ad Eboli’, e gli 80 anni dal confino in Basilicata, a Grassano e ad Aliano”.
A parere di Lacorazza “le iniziative che si concentreranno sulla figura di Carlo Levi nel 2015 saranno anche l’occasione per una rilettura critica del levismo, che in alcuni momenti della storia della Basilicata e del Mezzogiorno è forse andato oltre la stessa elaborazione dello scrittore. E mentre la prospettiva di Matera 2019 si avvicina, in qualche modo anche il dibattito che si è aperto intorno alle ipotesi di macroregioni ci impone di affrontare in modo nuovo il tema della nostra identità. Una identità che non è chiusura al mondo e alla modernità, ma consapevolezza di una storia che ci rende più sicuri per affrontare nuove sfide senza subalternità e dipendenze”.