Ambrogio Lippolis, presidente Fai Antiracket Montescaglioso: “Carnevale con tanti rischi a Montescaglioso”: Di seguito la nota integrale.
Nonostante l’impegno profuso dagli alunni dell’ I.C. Palazzo-Salinari di Montescaglioso facenti parte dell’Associazione Gioveni per la legalità Paolo Gallipoli, aderente alla locale FAI-“Falcone-Borsellino”- resisi promotori di una campagna di sensibilizzazione in sinergia con Enti e Associazioni del territorio per evitare la diffusione delle bevande alcoliche -e non solo- tra gli adolescenti, anche la 60° edizione del Carnevale di Montescaglioso ha registrato episodi che nulla hanno a che fare con la festa ed il folklore.
Tante le richieste di assistenza al pronto soccorso (una decina circa gli interventi, senza contare quelli che hanno rifiutato assistenza), vicoletti del centro storico colmi di bottiglie vuote e ragazzini in stato di ebbrezza, addirittura una ragazzina di 12 anni a terra svenuta, enorme (ed egregio) dispendio di energie per forze dell’Ordine e Protezione Civile.
Avevamo ribadito, in più occasioni (incontri a scuola, campagne di sensibilizzazione, ecc), che la conoscenza e la prevenzione dei rischi connessi al consumo di sostanze alcoliche debbano realizzarsi – e concretamente attuarsi – con il coinvolgimento attivo di tutti gli attori del processo educativo e civico: famiglia, scuola, associazioni, Istituzioni, operatori commerciali.
Allora è evidente che qualcosa non ha funzionato; ricordiamo che non solo la vendita (bottiglie chiuse) e somministrazione (consumo sul posto) di bevande alcoliche a minori di 16 anni è vietata da leggi nazionali (D.L. n.14/2015 e 125/2001) ed Ordinanza comunale, ma che l’art 87 TULPS recita:“E’ vietata la vendita ambulante di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione”..
Bene, in piazza Roma, sotto la monumentale colonna dedicata al Santo Patrono, Rocco da Montpellier, è stato attivo, fino a tarda serata, banco di bevande alcoliche e superalcoliche.
Non è certo questo il Carnevale, non è questo che andava offerto ai turisti provenienti dalla Capitale della Cultura, non è questo che bisognava proporre agli adolescenti, ai ns. ragazzi, ai ns. figli.
Siamo fermamente convinti che bisognerà rivedere l’assetto d’insieme della festa carnascialesca, che assume sempre più gli effetti di un rave party per riportarla ai fasti della tradizione (si pensi alla bellezza del Carnevalone), alla comunità, ai giovani, cittadini di domani.