A partire da lunedì 4 dicembre alle ore 20, e in tutti i lunedi del periodo di Avvento, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo terra’ alla Casa di Spiritualita’ S. Anna una catechesi sul significato di questo periodo forte dell’ annuncio della venuta di Dio nel mondo. Riportiamo di seguito la meditazione di mons. Caiazzo sulla 1^ domenica di Avvento che è stata celebrata domenica 3 dicembre.
Inizia un nuovo anno liturgico. Riprendiamo a meditare il mistero della “venuta” di Dio nel mondo non solo come venuta nella carne (prima venuta), non solo nel suo venire oggi (seconda venuta), ma venuta che è intesa come suo ritorno in mezzo a noi (terza venuta).
Questo tempo, “Avvento”, è “l’Avvento del Signore”: un tempo che ci prepara a celebrare il Natale di Gesù. Forse oggi riesce difficile capire il senso dell’incarnazione. Forse perché parliamo un linguaggio che non incide nella vita della maggior parte delle persone. Sta di fatto che, come ogni anno,già da tempo la pubblicità parla del Natale manon di quello cristiano. Si celebra il Natale così come si celebra il Capodanno, solo come festività laica. Le musiche, i presepi sono nenie e rappresentazioni tese a creare un’atmosfera particolare e magica che non ha nulla a vedere con il senso religioso: manca il festeggiato, cioè Gesù! Tutto fa solo spettacolo.
Il rischio che anche noi cristiani corriamo è quello di adeguarci allo stile dei “veglioni” e non delle “veglie liturgiche”, di imbandire banchetti e mangiare e non di partecipare al banchetto eucaristico, di cantare e ballare nelle discoteche o in piazza e non cantare e animare le nostre liturgie.
Eppure Gesù, proprio in questa prima domenica di Avvento, ci ripete: “Vegliate!”.Ce lo dice ben sette volte. Il vegliare equivale a vigilanza. Come cristiani non possiamo farci affascinare dal solo luccichio colorato che riempie le nostre strade e case. C’è una luce che è venuta nel mondo, Gesù Cristo, che chiede di essere accolta per illuminare il cuore, la mente di ogni uomo.
Il “Vegliate” presuppone il desiderio di scrutare la storia, i fatti, le situazioni, i volti delle persone, per capire quanto di “umano” ancora ci lega. Ecco perché sarà difficile carpire il mistero dell’incarnazione di Dio se non si ama l’umano e tutto ciò che lo riguarda.
Come sarebbe bello se ognuno scoprisse di essere custode del creato: tutto è stato voluto da Dio come “cosa bella”. Da questa bellezza dobbiamo ricavare la nostra ricchezza. Essere creati (maschio e femmina) a immagine e somiglianza di Dio significa agire da Dio nella “casa comune”, la terra, che ha bisogno di essere difesa, salvaguardata e valorizzatasenza sfruttarla.
Il “Vegliate” di Gesù significa vedere il volto dell’altro come mio fratello che mi aiuta ad essere più uomo. E si è più uomini quando si serve l’uomo, quando lo si accoglie, lo si nutre, lo si veste, gli si dà un lavoro, si difende la sua dignità. L’uomo non è un corpo da sfruttare, da possedere, a uso e consumo dei propri capricci, del proprio godimento. La commercializzazione dei corpi attraverso pubblicità dà quest’idea: la donna non fa più parte, insieme al maschio, dell’immagine e somiglianza di Dio, cioè amore, ma un prodotto da consumare.
“Vegliate”, allora, significa recuperare i rapporti tra noi per far circolare la bellezza dell’Amore che viene dall’alto. Tutto questo significa far risplendere la “VeraLuce” in mezzo a tutto un luccichio artificiale che, per quanto sia bello ed emozionante, non è la luce vera. Le nostre case hanno bisogno di quel calore che nessun caminetto o riscaldamento centralizzato potrà mai emanare. Urge il calore umano che, attingendo a quello divino, rinsalda i rapporti attraversoquell’amore circolare che, oggi, si fa carne nella nostra carne.
“Vegliate”, per aprire gli occhi avendo il coraggio e senza vergogna di guardarci dentro, ammettendo il bisogno di quel “Dio” che abbiamo preferito ridurre a un qualsiasi “dio”; per guardare il mondo che ci circonda ammirando la bellezza della vita che va oltre gli “steccati” dell’“avere” e “subito”; per mirare verso orizzonti che la “miopia” della vita ci ha tolto, così da ritornare a vedere il mondo colorato e sentire i profumi che estasiano l’animo. E’ questa la condizione per innalzarci verso quel Dio che, per questo, è disceso in mezzo a noi. Solo così saremo capaci di allontanare la tentazione del pessimismo, della negatività, del vedere “tutto nero”.
“Vegliate”,ritorna la speranza, si riaccende l’entusiasmo, il desiderio di amare senza riserve, costruendo là dove gli altri distruggono. E’ la logica del Dio Uno e Trino che feconda la nostra vita, rendendoci protagonisti di una umanità nuova che non guarda in modo disincantato ma con gli occhi pieni di luce che illuminano il cammino di ogni uomo.
Questo è il Dio di Gesù Cristo! Questo è l’Avvento del Signore! Questo è l’invito per “Vegliare” oggi, accogliendo Dio nella nostra vita.
Buon percorso di Avvento per arrivare a Natale con lo stupore e la riconoscenza di chi, come i pastori di Betlemme, sa riconoscere l’amore immenso di Dio per gli uomini.
†Don Pino