Ricordato a Pisticci il Centenario della 1^ guerra mondiale nella storica sede dell’Associazione Culturale La Pacchianella. Per l’importante ricorrenza sono stati presentati i lavori di ricerca già pubblicati da Palma Antonio Barbalinardo ad integrazione di una sua pregevole opera già presentata a Pisticci. Le nuove appassionate ricerche condotte sul “campo” hanno consentito all’autore, pisticcese che vive a Milano e che nutre sempre un profondo attaccamento alle sue radici, di riportare alla luce testimonianze, biografie, immagini di altri caduti pisticcesi, che completano un quadro che tuttavia è ancora da definire, per la complessità degli eventi e le difficoltà della ricerca. Avvalendosi di documenti, filmati , rassegne stampe e foto d’epoca, Barbalinardo ha così spiegato le motivazioni che hanno indotto a portare a compimento questo certosino lavoro e che trovano fondamento nella passione per la storia e il desiderio di conoscere la sorte di altri combattenti a partire da quella del nonno Francesco. “Momenti di grande commozione -ha ricordato Barbalinardo- vissuti soprattutto quando ho visto impresso sulle tombe il nome di fanti pisticcesi, di cui non si conosceva ancora il destino”. Una ricerca che parte da lontano e che ricostruisce fatti e testimonianze storiche e che poi analizza in sintesi le biografie dei militari pisticcesi. Ai saluti istituzionali del presidente de “La Pacchianella” Giuseppe Adduci, del presidente del collegio Scientifico Franco Plati, del sindaco Viviana Verri e del presidente del Centro Sociale Pietro Avvantaggiato, hanno fatto seguito i contributi di Giuseppina Lomassaro (Unitre Marconia), Giuseppe Coniglio e Dino D’Angella. In particolare sono state analizzate le cause che hanno determinato lo scoppio della Guerra, tra cui la corsa al riarmo tra le potenze industriali che ricavavano profitti dalla costruzione di armamenti e navi per cui la guerra era fonte di guadagni; l’imperialismo;l’irredentismo; l’aspirazione a sedersi sul tavolo dei vincitori, l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 in cui l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria, fu ucciso con la moglie da un nazionalista serbo e quindi l’influenza che ebbero alcune teorie filoso-fiche sulla necessità della guerra per un mondo migliore.Altri spunti di riflessione offerti dai relatori: la vita di trincea, il sacrificio dei tanti fanti-contadini del sud, gli aspri combattimenti, i momenti di reciproca solidarietà, la crisi del dopoguerra, la diffusione endemica di malaria e spagnola, la lenta ripresa economica, la ricostruzione. Anche il triste capitolo delle decimazioni e delle diserzioni è stato esaminato in maniera approfondita come anche quello delle sommosse e proteste delle famiglie del sud per impedire la partenza dei loro giovani, del tutto impreparati ai combattimenti. Pisticci con oltre tredici mila abitanti offrì il sacrificio di 117 fra morti e dispersi, 67 mutilati, 12 decorati. Mancano all’appello altri combattenti tra cui Francesco Gesualdi. Presentati infine documenti inediti tra cui i rapporti della Prefettura sul rinvenimento a fine luglio 2016 di un siluro inesploso lanciato da un sommergibile austriaco, arenato sulla spiaggia di S. Basilio e della partenza dei primi 41 soldati pisticcesi per la guerra (15 luglio 1916). Erano tutti richiamati e furono festeggiati e accompagnati alla stazione ferroviaria di Pisticci da autorità, banda musicale, familiari e concittadini. Nei giorni precedenti tutto il paese era stato tappezzato da manifesti che ricordavano il sacrificio del giovane 14enne pisticcese Arcangelo D’Alessandro che si immolò per la patria, dopo aver lasciato gli studi ginnasiali a Potenza. Una emozionante serata di storia e cultura quella svoltasi alla “Pacchianella”, con la consapevolezza che in guerra non ci sono vincitori e sconfitti, per cui tutti gli Stati devono cercare di evitare i conflitti, vero flagello della umanità.
Nov 06