Nella solenne ricorrenza della morte di San Giovanni da Matera, co-patrono della Città di Matera con Maria Santissima della Bruna e Sant’Eustachio, sabato 20 Giugno 2020 alle ore 19 nella Cattedrale di Matera S.E. Mons. Giuseppe A. Caiazzo, Vescovo della Arcidiocesi di Matera -Irsina presiederà la Santa Messa in onore del Ns. Concittadino “Giovanni Scalcione” molto noto nel periodo storico in cui è vissuto ( 1070-1139). Nello stesso giorno, stessa ora, ad onorare il Santo materano è impegnata anche la Comunità di Borgo Venusio presso l’esistente Santuario ove è presente una pregiata Statua con Sacre Ossa, per offrire al taumaturgo continuità di fede. Per quanti non conoscono la Vita del Santo di Matera, è impegnata “l’Associazione Amici Pro San Giovanni da Matera” con sede in Matera e Ginosa, con il suo Direttivo, gli Associati e il Presidente Emanuele D’Adamo, che così sinteticamente raccontano.
Giovanni “ De Scalzonibus” nasce nei pressi di Via Bruno Buozzi nella Città dei Sassi nell’anno 1070 circa dalla Nobile famiglia De Scalzonibus. Da fanciullo, si forma culturalmente e spiritualmente presso il Monastero benedettino di Sant’Eustachio in Cattedrale. Attratto dalla vita religiosa, in gran segreto, ancora giovinetto, fugge su un asinello verso Taranto ove si fa pastore di greggi e servo presso una Comunità di monaci. In estrema penitenza , con digiuni e preghiere viaggia eremita per Calabria e Sicilia. Cibandosi di erbe e fichi selvatici dorme penitente in una vasca di acqua gelida per vincere il sonno e poter lungamente pregare. Dopo affannosa ricerca del Padre celeste riceve finalmente l’intimo colloquio con il divino. Ritorna a Matera; si rifugia nei pressi di Ginosa (TA); sfugge malinconicamente alla ricerca dei genitori; mantiene promessa di non parola per due anni. Instancabile missionario ed evangelizzatore, fonda in Ginosa la prima Congregazione ove ricostruisce la Chiesa intitolata a San Pietro. Viaggia in lungo e in largo per terre di Lucania e di Puglia; soffre senza freno persecuzioni e angustie in nome di Dio; subisce il supplizio delle carceri e delle catene in Terra di Bari per mano di dominatori corrotti e tiranni; sopporta instancabile il dolore; vive il conforto e la visione di San Pietro, dell’Angelo consolatore e della Madonna; Gesù gli appare, invece, alla presenza del suo amico San Guglielmo da Vercelli. Inviato dalla Vergine al Santuario di San Michele e successivamente nella località di Pulsano di Manfredonia, svolge intensa azione apostolica ove ripara il Monastero e fonda la nota plurisecolare Congregazione Benedettina dei Pulsanesi biancovestiti e scalzi. Per dono di Dio manifesta, per dieci anni, virtù miracolose e potenza taumaturgica su malati, storpi ed a quanti lo hanno cercato per ricevere grazie; comanda sulla morte; vince su Satana; sana gli indemoniati; decide sulla morte liberando i contadini dalla siccità. Muore in Foggia nel 1139, manifestando miracoli alle genti del Gargano ed a quanti lo hanno sempre invocato. Le profumate Sue Ossa Sacre, nel 1830, furono traslate in Matera per volontà popolare e, tutt’oggi, poste nell’Urna d’argento e presso l’Altare della Cattedrale e nel pettorale della Statua del Santuario di Borgo Venusio ove si onora la Sua Memoria e la plurisecolare devozione dei Concittadini materani per le grazie ricevute.
Giu 19