In occasione dei 100 anni della nascita di Rocco Scotellaro riportiamo di seguito i versi della poesia “Montescaglioso” donata dal poeta tricaricese a Vincenza Castria, moglie del bracciante Giuseppe Novello, ucciso a Montescaglioso durante le occupazioni delle terre, che così ricordava: “Nel 1950 a Matera partecipai ad un convegno, mi vidi avvicinare da questo giovane che timidamente mi disse: tenga signora, in ricordo per Giuseppe Novello! ”
Di seguito il testo tratto da “Vincenza Castria la rivelazione della politica”, pagina 104.
Un’altra cosa, che accomuna la storia di Scotellaro alla storia di Vincenza, fu il fatto che Ciro Candido, suo secondo marito, nato il 2 maggio del 1923, eletto Sindaco di Montescaglioso, nel momento dell’insediamento, venne arrestato e portato in gattabuia dove, nello stesso carcere di Matera dove Rocco aveva passato un triste periodo della sua vita, vi rimase per due mesi! Inutile aggiungere che tutti i pretesti erano buoni per zittire chi osava pensarla in modo diverso dai notabili del luogo o che stavano ai vertici del governo. Non dimentichiamo che, a fronte di interessi di centinaia di migliaia di persone che pativano stenti quotidiani, il governo di allora, con gli sgherri dell’allora ministro Scelba, preferì difendere gli interessi dei ricchi proprietari terrieri. Furono centinaia le persone che persero la vita…
La poesia “Montescaglioso” di Rocco Scotellaro
Mai perso bene questo sole e l’acqua,
ma quando la tempesta vendemmia le vigne
i cani si fanno irosi, addentano,
impazziscono le donne distese nei letti,
allora l’ultimo cerchio che fa l’acqua è nostro,
c’è sempre chi getta la pietra nel pozzo.
Tutte queste foglie ch’erano verdi:
si fa sentire il vento delle foglie che si perdono
fondando i solchi a nuovo nella terra macinata.
Ogni solco ha un nome, vi è una foglia perenne
che rimonta sui rami di notte a primavera
a fare il giorno nuovo.
È caduto Novello sulla strada all’alba,
a quel punto si domina la campagna,
a quell’ora si è padroni del tempo che viene,
il mondo è vicino da Chicago a qui
sulla montagna scagliosa che pare una prua,
una vecchia prua emersa
che ha lungamente sfaldato le onde.
Cammina il paese tra le nubi, cammina
sulla strada dove un uomo si è piantato al timone,
all’alba quando rimonta sui rami
la foglia perenne in primavera.