Centro Internazionale di Dialettologia lancia petizione online per il centro internazionale di dialettologia: “A rischio i finanziamenti regionali per il centro internazionale di dialettologia dell’Unibas. Del Puente: “Inascoltati da Bardi da più di un anno, ora ci rivolgiamo ai lucani”. Di seguito la nota integrale.
Partita sul web (http://chng.it/dHkZDSzX) una petizione per salvare il Centro Internazionale di Dialettologia dell’Unibas (direttrice la prof. ssa Patrizia Del Puente), realtà di eccellenza della nostra regione che oggi rischia seriamente di dover sospendere le sue attività di ricerca.
“Il Centro Internazionale di Dialettologia-Progetto A.L.Ba. (C.I.D.) che dal 2007 tutela e valorizza il patrimonio linguistico lucano, – si legge – è un valido esempio di dialogo e di sinergia tra l’Università della Basilicata e il territorio. Dal 1°giugno 2021 non è garantito il prosieguo dei finanziamenti da parte della Regione. Purtroppo da più di un anno non riusciamo ad essere ricevuti dalle autorità preposte nonostante le nostre numerose richieste di un incontro chiarificatore riguardo il futuro del C.I.D. È a rischio, dunque, l’importante attività culturale e sociale messa in atto dal C.I.D per il territorio. Inoltre, qualora la Regione non desse continuità al Centro Internazionale di Dialettologia, il lavoro di sette giovani ricercatrici e ricercatori lucani, che vogliono provare a costruire qualcosa di importante per la loro terra, sarà a rischio. Chiediamo alla Regione Basilicata, nella persona del Presidente Vito Bardi – si conclude – di tutelare il C.I.D perché possa continuare il suo importante lavoro per e con la Basilicata e perciò di consentire ai componenti del C.I.D di interloquire con lui in tempi brevi data l’urgenza della situazione”.
“La Basilicata è forte, ha tante cose da dare e da dire – fa sapere la prof. ssa Del Puente. Lavoriamo da 12 anni per tutelare e salvaguardare le vostre, le nostre lingue, un patrimonio culturale irrinunciabile. In questo momento abbiamo bisogno di avere i lucani vicino attraverso la sottoscrizione della nostra petizione: quello che chiediamo al Presidente Vito Bardi – conclude – è solo di non continuare a ignorarci, di aprire una possibilità di dialogo, di avere un appuntamento con lui”.