Un protocollo d’intesa per la realizzazione di una serie di iniziative volte a valorizzare “il patrimonio storico, documentario e iconografico dell’emigrazione italiana”, è stato sottoscritto in serata a Potenza dai rappresentanti del Centro dei Lucani del Mondo “Nino Calice” di Lagopesole e del Mu.Ma, Musei del Mare e delle Migrazioni di Genova. Il documento è stato firmato alla presenza dalla vicepresidente della giunta regionale della Basilicata, Flavia Franconi, dal coordinatore dell’Ufficio Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale della Basilicata, Luigi Scaglione e dal presidente del Mu.Ma, Maria Paola Profumo. Tra i presenti, anche la dirigente regionale dell’Ufficio Sistemi culturali, turistici e cooperazione internazionale, Patrizia Minardi ed il direttore del MuMa di Genova, Pierangelo Campodonico.
Il protocollo prevede una serie di iniziative da attuare nel triennio 2016-2018, fra cui un convegno a Lagopesole, quale occasione di confronto fra i diversi musei italiani; una mostra itinerante di carattere multimediale sull’emigrazione, da organizzare nelle diverse città estere dove la presenza italiana e lucana è più forte; l’inserimento del tema “migrazioni, motore della storia” nel complesso tematico di Matera 2019, quale elemento qualificante per leggere la storia antica. Sarà realizzato, fra le diverse iniziative congiunte culturali e di comunicazione, anche un sito web dedicato alla storia dell’emigrazione italiana nel mondo. Tra gli obiettivi del protocollo d’intesa, inoltre, la promozione di una rete nazionale dei musei dell’emigrazione italiana, quale soggetto di memoria storica attiva dell’identità migrante.
“Sono veramente soddisfatta della firma di questo protocollo – ha detto la vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi”. “La scelta del Castello di Lagopesole – ha aggiunto – non è casuale, dal momento che Federico II aveva già aggregato varie popolazioni del Mediterraneo creando cultura e integrazione. Dobbiamo andare oltre i pregiudizi, imparare a conoscere, perché le differenze ed il confronto culturale con le altre tradizioni ci arricchiscono. Oggi vogliamo essere una regione inclusiva, e dobbiamo farlo anche tornando alla nostra storia. Non dimentichiamo che noi italiani siamo stati un popolo di migranti”.
Ott 25