Si è svolta mercoledì 6 febbraio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma la cerimonia di premiazione del Collegium Cocorum nella quale gli chef che portano avanti da più di 25 anni la professione con ambizione e costanza, vengono insigniti del collare rosso con il medaglione del Cocorum.
Trecento i cuochi chiamati a raccolta, tra loro sedici lucani che hanno dimostrato negli anni il valore e l’alta qualità della cucina lucana: Michele Lella, Angelo Laddaga, Angelo Raffaele Lillo e Vito Antonio Scalera per l’Associazione Cuochi Materani; Maria Antonietta Santoro, Rocco Antonio Pascale, Oreste Ramaglia, Domenicantonio Sabia, Antonio Mario Salvia, Silvio Cataldi, Giuseppe Rocco Furone, Rocco Marcogiuseppe, Angelo pace per l’Associazione Cuochi Potentini e Alessandro Donato Lamorte, Vittorio Pastore, Donato Tornillo per l’Associazione Cuochi Vulture Melfese.
“Essere in Campidoglio alla presenza delle alte autorità del mondo politico e della ristorazione è stata un’emozione grande” racconta Vito Antonio Scalera “il collare non è un riconoscimento che arriva tutti giorni e quando 40 anni fa ho cominciato a fare questo lavoro, mai avrei pensato di arrivare così lontano. Ma bisogna anche ricordare che essere un gruppo, essere uniti in associazione è un vantaggio importante per uno chef; un professionista che non si confronta e che non porta avanti iniziative comuni è uno chef solo a cui mancherà la spinta della crescita”.
Anche una donna nella delegazione lucana, Maria Antonietta Santoro, già Lady Chef per la provincia di Potenza, “La giornata di premiazione del Cocorum è stata un’esperienza ricca di gioia, ho avuto la possibilità di rivedere non solo i miei colleghi lucani ma anche di riabbracciare un caro amico, chef tedesco, che non vedevo da 13 anni e con il quale ho percorso un importante pezzo della mia strada professionale. La professione dello chef è una scelta pesante e impegnativa per una donna ma la minoranza numerica può trasformarsi in maggioranza psicologica” dichiara scherzosamente Maria Antonietta “Se dovessi dare un consiglio a una giovane chef, le direi di non allontanarsi mai dalle 3 T: Terra, Tradizione, Territorio. Con queste chiavi in mano è possibile aprire tutte le porte della ristorazione”.
Per Silvio Cataldi l’emozione è arrivata già il giorno della comunicazione del Premio “Quando ho cominciato ad avvicinarmi alla cucina – 37 anni fa – ero un semplice lavapiatti e mai avrei immaginato di arrivare ad essere insignito di un così alto riconoscimento. Questa professione richiede impegno, dedizione, costanza ma da anche tante soddisfazioni soprattutto se la si affronta con passione e fantasia e se si riescono a valorizzare i grandissimi prodotti della terra lucana”.
“Essere qui e vedere i nostri ragazzi premiati è una gioia immensa” dichiara il presidente del vulture Romeo Palumbo “rispetto a realtà come la Lombardia o la Campania, la nostra delegazione può sembrare meno fornita ma nella grande famiglia dell’Associazione Nazionale quello che conta non sono i numeri ma le capacità. E proprio per le nostre capacità siamo stati scelti tra i candidati per accogliere i quasi 4000 cuochi provenienti da tutto il mondo che in autunno si riuniranno a Metaponto per il Congresso Nazionale della FIC, ci stiamo preparando al meglio e non vediamo l’ora di esserci”.
Durante la cerimonia è stato consegnato anche il Collare Amici dei Cuochi, il particolare riconoscimento che la Federazione Italiana Cuochi assegna a personalità della cultura, della comunicazione e delle istituzioni.