Un gruppo di settantasette studenti dell’Università degli studi della Basilicata ha inviato una mail al Rettore dell’Uniubas, Marcello Mancini, per esprimere la propria posizione sul Centro internazionale di Dialettologia e sulla sua chiusura.
“Non capiamo tuttora il motivo per cui l’Università non si sia esposta per un Centro di cui noi andiamo orgogliosi e che tanto lustro ha portato al nostro territorio. Riteniamo infatti che, se non la politica, almeno la cultura avrebbe dovuto difendere questo lavoro che procede da diciotto anni e che tanto ha dato alla ricerca dialettologica, ai lucani e a noi studenti”. Di seguito il testo integrale.
Alla Cortese Attenzione
del Magnifico Rettore
dell’Università degli studi della Basilicata
prof. Ignazio Marcello Mancini
Siamo studenti e studentesse che hanno intrapreso un percorso, triennale e/o magistrale, all’Università degli Studi della Basilicata. Siamo consapevoli che la nostra Regione, come altre, abbia le sueproblematiche e contraddizioni, ma abbiamo deciso di investire il nostro futuro partendo da qui perché crediamo che la cultura non conosca limiti, che sia capace di rafforzare e valorizzare quelli che sono già dei punti di forza esia in gradodi suggerire soluzioni e alternative lì dove ci sono mancanze e difficoltà. Abbiamo deciso di vivere la nostra formazione universitaria in Basilicata e non in un altro ateneo perché crediamo nelle possibilità che il nostro territorio ci offre. Abbiamo riposto fiducia e speranza nell’istituzione universitaria, che immaginiamo quale luogo vivace di crescita, discussione, ragionamento, immaginazione, collaborazione. Crediamo infatti di essere i veri protagonisti della nostra Università perché non la viviamo come un percorso di apprendimento fine a se stesso, ma proviamo ad assimilare ciò che ci viene insegnato in aula riflettendo e cercando sempre un riscontro con noi stessi, con gli altri e con la realtà che ci circonda, mirando a diventare cittadini consapevoli e uomini e donne migliori. Crediamo inoltre in un’Università che ci tuteli e segua durante tutto il nostro cammino, che ascolti le nostre esigenze e non ci lasci soli nei momenti di dubbio e scoraggiamento.
Durante il nostro percorso di studi, abbiamo avuto l’occasione di conoscere il lavoro del Centro Internazionale di Dialettologia (C.I.D.), un fondamentale punto di riferimento – come, tra l’altro,anche l’Università degli Studi della Basilicata e la Regione Basilicata hanno riconosciuto -per i lucani che parlano le loro lingue e per il mondo accademico che le studia. Infatti, da quando è nato il C.I.D. e da prima ancora col progetto A.L.Ba., durante i convegni e le scuole internazionali di dialettologia,con grande gioia abbiamo ospitato in Basilicata studenti e professori provenienti da diverse Università d’Italia, d’Europa e del mondo e negli anni abbiamo assistito con immenso orgoglio a un cambiamento di opinione riguardo l’uso del dialetto che, specie in una terra del Meridione come la Basilicata, ancora si considerava, fino a poco tempo fa, una manifestazione di ignoranza. Grazie agli studi e alle attività del C.I.D., abbiamo riflettuto sul nostro patrimonio linguistico e portato alle nostre famiglie e ai nostri amici la nostra testimonianza. Riteniamo fermamente che in Basilicata la professoressa Patrizia Del Puente e il suo gruppo di ricerca, con la loro professionalità e passione, abbiano guidato in ambito linguistico una rivoluzione di pensiero senza precedenti. Una rivoluzione di pensiero sostenuta da numerosi progetti e molte idee concrete e pregevoli, tra cui, per esempio, quella di formare e introdurre la figura del dialettologo all’interno delle scuole secondarie di I grado. Questo significherebbe creare circa duecento posti di lavoro nella nostra Regione, ma attualmente, in mancanza di concrete garanzie al Centro, è una porta che, come probabilmente altre, ci verrebbe chiusa a priori. Crediamo, invece, che l’intervento sensibile della Regione e l’esempio educativo e formativo dell’Università possano essere una fortemotivazione per quanti, come noi, vorrebbero provare a investire nella terra loro madre o portarla con orgoglio nel mondo.
In merito a quanto è stato affermato in data 15 aprile 2021 circa la prossima firma della convenzione tra Regione e Università per l’approvazione definitiva del progetto di Dialettologia, riteniamo di meritare una risposta chiara e risolutiva per evitare di subire ulteriori danni. Crediamo infatti che, lì dove la politica fallisce, è la cultura che, coerentemente ai propri principi, debba esporsi con fermezza e difendere il proprio valore, al di là di ogni pratica difficoltà.
La prossimità della firma e dunque la prosecuzione delle attività del C.I.D. sarebbero infatti necessarie – oltre che per la ripresadel lavoro di tutela e salvaguardia delle lingue lucane – per quanti vogliano continuare a studiare le lingue della Basilicata e fare ricerca sul territorio, ma si trovano attualmente bloccati da questa situazione di spiacevole stallo.
Augurandoci che l’Ateneo possa riflettere su quanto da noi richiesto e sottoscritto nella raccolta firme allegata,
Le porgiamo i nostri cordiali saluti.