Nella terza giornata di festeggiamenti dedicati a San Rocco, patrono della città di Pisticci, il 17 tocca all’asta per il traino del carro, per la prima volta ha aggiudicato una somma così bassa, 2200 euro offerti dalla Goldbet di Gianluca Del’isola e Bartolomeo Lopatriello, due giovani imprenditori pisticcesi, che hanno investito nel settore delle agenzie di scommesse.
Già dalla prima tappa, in un clima abbastanza appesantito da discussioni varie e contestazioni, ci sono state diverse offerte da parte di imprenditori, singoli e gruppi di giovani cittadini; giunti alla terza e decisiva tappa del carro, subito dopo l’offerta della Goldbet, un colpo di scena, l’offerta dell’imprenditore Nicola Benedetto, 10000 euro e il cambio del cocchiere, ieri sera rappresentato dalla dottoressa Maristella D’alessandro Jula, che a sua volta aveva offerto i 4 cavalli di razza frisona, che trainavano il carro. A questo punto, i componenti dell’associazione feste patronali di San Rocco, rifiutano l’offerta, poichè non rientrava nelle norme del regolamento, che a loro dire, prevede esclusivamente offerte per aggiudicarsi il traino del carro, escluso i cavalli ed il cocchiere. Una parte della folla contesta e fischia il Comitato, un’altra parte lo fa nei confronti di Benedetto, la tensione sale e le forze dell’ordine creano una barriera di protezione verso il carro ed i gareggianti. Il consigliere regionale Benedetto, fa una proposta alternativa, ovvero di affiancare sul carro trionfale, il cocchiere, ma anche questa viene rifiutata per questioni, a loro dire, di spazio e sicurezza, e propongono allo stesso di salire non davanti, ma all’interno del carro. Nicola Benedetto va su tutte le furie, e contestando l’operato del comitato, con il suo gruppo abbandona la gara, tra fischi ed urla.
Il vero senso della serata di festa degenera, il popolo non gradisce, applaude poco e fischia molto, contesta sopratutto la strumentalizzazione dei gareggianti, che mira solo ad un personalismo evidente e sfacciato, mettendo in coda la devozione e l’interesse verso San Rocco. La gara vera e propria è fuori controllo, è difficile se non impossibile riprendere l’asta in tutta tranquillità, il comitato decide di chiudere e aggiudicare l’asta alla Goldbet, per poi precedere in un clima ostile e freddo il viaggio verso piazza San Rocco, dove il carro è giunto subito dopo le 23, abbastanza presto, rispetto al passato. I pisticcesi assicurano che una cosa del genere non si era mai vista. Dovranno sicuramente riflettere sull’operato, tutti i protagonisti della serata, svestirsi di titoli, casacche e protagonismo, perchè la festa è del popolo, non di pochi intimi!
L’Associazione Feste Patronali San Rocco Pisticci intende fare alcune considerazioni su quanto avvenuto in data 17 agosto 2014 in occasione della gara per l’aggiudicazione del “Carro Trionfale” di San Rocco.
Da diversi anni si è nei fatti instaurata una distinzione fra chi “traina” il Carro (cioè colui che si occupa a sue spese di provvedere ai cavalli ed alla guida materiale del Carro, senza versare un centesimo all’Associazione) e colui che “prende” il Carro, cioè colui che per devozione “accompagna”, salendo sul Carro, la Sacra Immagine del Santo fino a Piazza San Rocco. Quest’ultimo, secondo un’antica consuetudine, si aggiudica il privilegio di accompagnare l’Immagine mediante un’asta.
Da quanto accaduto, le casse dell’Associazione hanno evidentemente subìto un grosso danno in termini economici, ma riteniamo che ancora più grande sarebbe stato il danno di immagine, in termini di credibilità e di serietà, se avessimo dato l’impressione che per soldi fossimo stati disposti a ribaltare delle consuetudini, che nel tempo sono diventate “regole”, e questo a prescindere da chi in quel momento, giustamente o ingiustamente, meritatamente o immeritatamente, trainava il Carro. Non è certamente la simpatia o l’antipatia per questo o quell’altro che devono determinare i nostri comportamenti e le nostre scelte, ma devono farlo la coerenza con il nostro modo di essere e la correttezza nei confronti degli altri, a prescindere dal fatto che gli altri non siano corretti con noi, anche a costo di sacrifici.
Quanto avvenuto, tuttavia, ha evidenziato che la consuetudine instauratasi nella gestione del “Carro Trionfale” non è più praticabile in futuro. Occorre riscrivere nuove regole sia per la partecipazione dei cavalli al corteo processionale del “Carro Trionfale”, sia sulle modalità del traino del Carro stesso. Regole mirate ad impedire che queste manifestazioni, che devono essere espressione di devozione al Santo, si trasformino, invece, in cose molto diverse e che l’asta per l’aggiudicazione del “Carro Trionfale” si tramuti in un’arena dove dirimere rivalità personali o palcoscenico per guadagnare una facile popolarità. Bisogna cercare, attraverso queste regole, di recuperare l’autentico spirito di devozione al Santo, che animava i nostri antenati e che si sta purtroppo completamente perdendo, in modo che queste tradizioni non diventino un’occasione per trasformarsi in uno spettacolo, che crea solo spiacevoli antagonismi.