Conclusa in tarda mattinata nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi la due giorni dedicata al Convegno internazionale di studi “Con la mano libera e la mente poetica. Percorsi e temi della pittura tra capricci del genio, del pennello e della penna” a cura di Nadia Bastogi, Mauro Vincenzo Fontana e Annamaria Mauro
Parafrasando nel titolo una delle immagini più attraenti lasciateci da Bernardo De Dominici per inquadrare l’indomito genio creativo di Salvator Rosa, il convegno vuole aprire una nuova finestra di discussione intorno alle questioni sollecitate dalla mostra Stregonerie e vari capricci da Salvator Rosa a Giacomo del Po. Dipinti dalle collezioni di Camillo d’Errico e della Fondazione De Vito (Palazzo San Gervasio, Pinacoteca e Biblioteca Camillo d’Errico, marzo-ottobre 2021). Facendo leva sulle ultime acquisizioni critiche emerse sul conto di d’Errico – che a lungo è stato guardato dalla critica come uno sprovveduto amatore di provincia, ma che, invece, si viene giorno dopo giorno rivelando come uno degli spiriti più fini del collezionismo meridionale post-unitario –, la rassegna palazzese ha voluto fermare la lente su uno dei filoni più fascinosi della cultura figurativa napoletana del Sei-Settecento, chiamando a un inedito dialogo alcuni dei capi d’opera acquisiti dal lucano con un’alata selezione di dipinti della collezionecomposta dall’ingegner Giuseppe De Vito dagli anni settanta del Novecento.
La pittura anticonvenzionale e del “dissenso” – per dirla con una fortunatissima e talvolta anche abusata formula che fu cara a Luigi Salerno – vantò nella realtà napoletana del XVII e del XVIII secolo interpreti di prim’ordine, che se furono talvolta separati da cammini professionali e da vie espressive divergenti, furono comunque legati da una comune insofferenza per i linguaggi e i codici figurativi ufficiali. Una variegata pattuglia di irregolari e non un gruppo propriamente inteso, insomma, che come è noto non disdegnò soggetti macabri e toni narrativi dalle pieghe inquietanti, così come temi eruditi dedotti dai testi classici edalle pagine più originali e conturbanti della letteratura e del teatro sei-settecenteschi. Figure, ancora, che le fonti coeve non di rado si divertirono atratteggiare come spiriti irrequieti, refrattari alle canoni ufficiali e inclini a una splenetica malinconia, e che, proprio come alcuni dei protagonisti della mostra lucana (da Rosa a Micco Spadaro, da Giovan Battista Spinelli a Giacomo Del Po), seppero prima fare breccia nella sensibilità e nel gusto dei contemporanei e poi sedurre i collezionisti otto e novecenteschi.
Con l’idea primaria di sviluppare alcune delle linee di ricerca tracciate dal catalogo che ha accompagnato la mostra palazzese, e dunque continuando a privilegiare uno sguardo allargato al collezionismo e ai nessi tra arti figurative, letteratura e teatro, il convegno vuole porsi come uno spazio di riflessione sui temi e sui protagonisti dei filoni più eterodossi e meno convenzionali della pittura partenopea di epoca moderna, certo soffermandosi con più organicità sul contesto napoletano e sui suoi attori principali, ma non rinunciando a qualche affondo mirato sugli intrecci con altre realtà e, in particolare, con la scena artistica romana dei secoli XVII, XVIII e XIX.
Profili di artisti: itinerari eterodossi tra Napoli e Roma.
Episodi di committenza e tracciati nel collezionismo tra Seicento e Ottocento.
Pittura, letteratura, teatro: assonanze e intrecci virtuosi tra le arti.
Il magico, lo stregonesco, il fantastico: fonti, modelli e ghiribizzi d’invenzione.
“Figurine picciole e toccate mirabilmente con belle tinte”: scelte formali, tecniche e compositive.
Ritratti letterari tra realtà e finzione narrativa.
Canoni inversi: l’anticlassico tra convenzioni formali e topoi iconografici.
Caricature e capricci del pennello, della matita e della penna.
Immagini lascive, testi licenziosi e censura ecclesiastica.
La quarta sessione presieduta da Giovanna Capitelli dell’Università degli Studi Roma Tre ha fatto registrare gli interventi delle storiche dell’arte Giulia Fusconi e Angiola Canevari sul tema “Ancora sul disegno erotico di Pietro Testa”.
Simonetta Prosperi Valenti Rodinò dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha relazionato su “Evasione e divertissement di un ‘classicista’: Carlo Maratti e le caricature”, Stefan Albl dell’Università degli Studi di Vienna su “Ercole che libera Prometeo di Pierre Subleyras”, Giulia Martina Weston del Sotheby’s Institute of Art di Londra su “Genius of the picturesque”. L’arte ed il mito di Salvator Rosa nella letteratura inglese dei secoli XVIII e XIX.
All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Palazzo San Gervasio, Michele Mastro.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)