Si è svolto in un clima di entusiasmo e di vivo interesse, venerdì 5 novembre, presso la Sala convegni dell’Istituto Sant’Anna di Matera, l’evento conclusivo del Laboratorio di stampa 3D. I lavori sono stati aperti e coordinati dalla Dirigente Scolastica dell’I.C. Minozzi Festa di Matera, Maria Rosaria Santeramo. Per l’open design school della fondazione Matera-Basilicata 2019 erano presenti il D.G. dr. Giovanni Oliva, il P.M. Rita Orlando, il Lab Manager, Pasquale Montemurro.
Il percorso formativo, realizzato nell’ambito del Piano scuola estate 2021 del PNRR, ha introdotto gli alunni delle classi seconde alle materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics). L’educazione STEM è una filosofia pedagogica che abbraccia abilità e conoscenze in un modo che assomiglia a quanto avviene nella vita reale e si basa sull’analisi del contesto e dei problemi e sulla messa in campo di soluzioni creative e innovative. Referenti del Laboratorio sono stati i docenti di tecnologia: Alessandro Dragone, Daniela Martinelli, Saverio Tarasco.
Il laboratorio formativo è stato organizzato in collaborazione con l’Open Design School di Matera che ha messo a disposizione il know howdi professionalità altamente specializzate e i suoi macchinari all’avanguardia. Si è messo in campo un approccio didattico di tipo orizzontale, collaborativo e partecipativo, incentrato sulla competenza dell’”imparare facendo” e sull’apprendimento tra pari. Questo particolare metodo educativo è in grado di favorire l’amore per l’apprendimento e permette lo sviluppo di quelle che in pedagogia si chiamano le 4 C: creatività, collaborazione, pensiero critico e comunicazione.
La stampa 3D è una tecnologia che consente di realizzare un oggetto per strati. Il tutto parte da un modello tridimensionale disegnato al computer. Non si tratta semplicemente della naturale evoluzione della stampa tradizionalebidimensionale su supporto cartaceo, ma di una vera e propria produzione di manufatti in tre dimensioni. L’inchiostro è sostituito da un filamento plastico che, strato dopo strato, forma l’oggetto desiderato.
La maggior parte degli oggetti realizzati oggi dall’industria, siano essi di metallo, pietra, legno o altro materiale, è ottenuto “per sottrazione” a partire da una porzione più grande di materiale, lavorato fino al raggiungimento della forma desiderata. La stampante 3D usa invece una tecnologia “per addizione”che produce il prodotto là dove serve, in un’unica operazione, limitando i costi economici e l’impatto ambientale. I materiali più comuni utilizzati dalle stampanti 3D possono essere recuperati con una certa facilità e diventare così nuovo filamento pronto per essere stampato.
Trascinati dalla passione, i ragazzi hanno messo su, nei locali dell’Open design school, una sorta di “studio di progettazione 3D”. Durante i laboratori di artigianato digitale, i ragazzi hanno progettatocon il software open source TinkerCAD, stampato in 3D e assemblato con materiali di uso comune e di recupero, diversi modellini di pale eoliche al fine di verificare quale soluzione fosse più efficiente e sostenibile per il nostro territorio.Le attività messe in campo hanno permesso ai ragazzi di conoscere e apprezzare le caratteristiche tipiche del territorio per un utilizzo consapevole e sostenibile delle energie rinnovabili, delle risorse e degli spazi comuni.
L’incontro di questa mattina, cui hanno preso parte circa cento studenti, è stato aperto dalla Dirigente Scolastica, Maria Rosaria Santeramo e dalla project manager di Open Design School, Rita Orlando, che hanno illustrato le peculiarità dell’esperienza formativa svolta dai ragazzi, attraverso la quale è stato sia possibile approfondire le discipline curricolari, sia allenare la capacità a risolvere problemi, tirando fuori la loro curiosità e consentendo loro di misurarsi con strumenti aperti, accessibili e generativi di nuove idee.
Dopo aver presentato i rispettivi progetti, che li hanno visti calarsi nei panni di architetti e ingegneri, i ragazzi si sono sfidati per testare quale delle pale eoliche costruite nel laboratorio fosse più veloce e potente. Prima della consegnata delle targhe e degli attestati finali a tutti gli studenti, il Direttore della Fondazione, Giovanni Oliva, ha ringraziato la scuola per la sinergia attivata e per l’apertura all’innovazione che la contraddistingue. “In questo progetto – ha sottolineato Oliva – abbiamo trovato un terreno davvero fertile, preparato dal grande impegno della Dirigente e dei docenti e reso tale anche dalla sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale che contraddistingue i ragazzi di oggi rispetto alle generazioni passate. Tutti questi elementi rappresentano il punto di incontro con le pratiche di progettazione di Open Design School, eredità di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 al servizio del territorio”.