Tre pilastri di un progetto innovativo, sia per le scuole con presenza di stranieri, sia per scuole ancora monoculturali, sono accoglienza, rivisitazione dell’educazione linguistica e approccio interculturale.
E il progetto ‘Akira impara’ , PON C.P 1022A-FSE PON -BA- Azione di integrazione e potenziamento aree disciplinari di competenze di base, appena concluso all’Istituto comprensivo Palazzo-Salinari di Montescaglioso, pare averli proprio tutti: il progetto di integrazione degli alunni stranieri ha visto coinvolti in attivita’ didattiche, nel corso dell’anno scolastico 2018-2019, all’incirca trenta bambini della scuola primaria e secondaria e i docenti Anna Lomonaco, Rosa Flores, Stefania Petrocelli, Pietro Bonsanti.
Diversi ma uguali: il tema della diversità è diventato in questi ultimi anni centrale nella scuola pubblica che, essendo di tutti, basa la sua forza proprio sul fatto che ha come elemento fondamentale la presenza di culture diverse al suo interno.
C’è scuola proprio perché al suo interno ci sono presenze diverse e c’è scuola perché si impara a crescere, non annullando la diversità, quanto esplorandola, affrontando la, comprendendola.
Gli ultimi dati sulla presenza di alunni stranieri nella scuola italiana ci dicono da un lato che i bambini di ‘altrove’ aumentano con un ritmo molto forte e dall’altro, invece, che assistiamo a un calo generale dei bambini autoctoni. Questo è il panorama della scuola che abbiamo oggi e che avremo sempre più davanti. La differenza è diventata non più un fatto eccezionale, ma un ingrediente quotidiano: l’incontro con l’altro non è più solo evocato, portato in classe attraverso i racconti ma grazie alle storie, alla soggettività e alle biografie di ognuno.I bambini che sono portatori di queste differenze culturali e linguistiche hanno storie tra loro molto diverse e questo impone di non appiattire le differenze in un magma indistinto. Sono bambini per la maggior parte nati qui, oppure ‘ricongiunti’ che hanno vissuto la separazione e la migrazione.La scuola quindi accoglie bambini, storie, soggettività molto diverse, vissuti di esilio, vissuti di dolore, bambini venuti qui per adozione internazionale, che in qualche modo devono essere elaborati per diventare un progetto di integrazione.
La scuola gestisce la differenza, tratta la differenza e, insieme alla società, ha il compito di prevenire le etichette negative che si possono presentare in un momento ancora fluido nella costruzione della differenza e della rappresentazione dell’altro.La scuola costruisce gli adulti e tutti noi costruiamo la differenza quando la cultura dell’altro viene vista come mancanza sociale, come carenza e quindi l’atro non ha cultura e deve essere riempito come tabula rasa, di valori, contenuti e rappresentazioni della nostra cultura.Rimuovendo la cultura dell’altro si si può far passare l’immagine di un nulla culturale di partenza e se non vi è un progetto sulla gestione delle differenze il contatto rischia di essere controproducente. Pertanto, per quanto riguarda insegnanti, operatori, volontari, é necessario agire in due direzioni : lavorare sulla rappresentazione dell’altro e agire sulle competenze e strumenti.Ben vengano i progetti interculturali che incidano su tutti e sugli aspetti culturali, affettivi, psicologici della gestione del confronto con l’altro.
Mag 31