Una statuina raffigurante l’infermiera impegnata a salvare la vita delle persone colpite dal Covid-19 è stata consegnata all’Arcivescovo della Diocesi di Matera, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, dalla presidente provinciale di Matera e dirigente nazionale Confartigianato Rosa Gentile, insieme alla segretaria Provinciale Confartigianato Gerarda Bonelli e al Presidente Coldiretti Matera Gianfranco Romano.La stessa consegna è avvenuta all’Arcivescovo di Tursi-Lagonegro Mons. Vincenzo Orofinooltre che da Gentile, dal presidente della sezione di Tursi Coldiretti Doria Di Noia e dal sindaco di Tursi Salvatore Cosma; anche per l’Arcivescovo di Tricarico Mons. Giovanni Intini è prevista la consegna.
La statuina, che è il nuovo personaggio del Presepe 2020, realizzata da un laboratorio di arte presepiale di Napoli associato a Confartigianato, è Il simbolo dell’impegno e del sacrificio di tutto il mondo della sanità per la cura delle persone colpite dalla pandemia.
L’iniziativa di Confartigianato si svolge sull’intero territorio nazionale con la consegna ai Vescovi delle Diocesi di tutta Italia della statuina, dal doppio valore civico e religioso per valorizzare la tradizione del Presepe.
Con questo gesto, Confartigianato intende onorare tutti gli ‘eroi’ della quotidianità che si impegnano per gli altri in questi mesi così difficili, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco che nei giorni scorsi ha ringraziato chi si adopera per gli altri nella pandemia, paragonandoli a San Giuseppe: l’uomo che passa inosservato.
Da parte degli Arcivescovi delle Diocesi della provincia di Matera è venuto un sentito ringraziamento e il riconoscimento per l’iniziativa con la collocazione della statuina nei presepi diocesani.
Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ha spiegato così il significato e i dettagli dell’iniziativa: “Artigianato significa impresa che fa comunità. E lo abbiamo dimostrato anche in questa terribile circostanza della pandemia. Con il nostro lavoro abbiamo garantito prodotti e servizi indispensabili alle persone. Ma abbiamo anche contribuito ad offrire sostegno alla collettività. Per questo, in un anno così difficile per le nostre comunità e per i nostri imprenditori – ha aggiunto il Presidente Granelli – abbiamo voluto mettere al centro del Presepe i valori della solidarietà e della generosità testimoniati da tutti coloro che si battono per salvare la vita delle persone. Le statuine che raffigurano l’operatrice sanitaria, realizzate in esclusiva dalla nostra bottega d’arte presepiale ‘La Scarabattola’ di Napoli ad opera dei Fratelli Scuotto, sono il simbolo di questi valori e della tradizione ed eccellenza manifatturiera dell’artigianato italiano. Confartigianato, tramite le proprie Associazioni territoriali, le dona alle Diocesi italiane in segno di riconoscenza verso tutti gli eroi del nostro tempo che lottano per sconfiggere la pandemia e a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto di oltre 4 milioni di artigiani e piccoli imprenditori per costruire la rinascita del tessuto produttivo del nostro Paese”.
Confartigianato, Coldiretti e Symbola hanno anche presentato i risultati di un’indagine curata da Ipsos sulla percezione del Presepe. Emerge che quest’anno il 40% degli italiani ha deciso di fare il presepe per non rinunciare a una tradizione che considerano importante e che simboleggia per tutti i cristiani la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni. Questo 40% sale al 48% tra le persone più anziane e al 49% nel Mezzogiorno dove è praticamente presente in una casa su due.
Ma che il Presepe abbia ancora un peso forte nella percezione degli italiani lo dimostra il fatto che oltre 6 italiani su 10 (61%) lo considera importante per la famiglia e in maniera ancora più marcata (64%) per la comunità. Il Mezzogiorno conferma un maggiore attaccamento a questa usanza natalizia, con percentuali che raggiungono il 70% di italiani che lo considerano importante a livello famigliare ma valori più alti della media nazionale sono registrati anche nel nord est.
Il Presepe – spiegano Confartigianato, Coldiretti e Symbola – è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità. Una tradizione favorita quest’anno dal maggior tempo trascorso a casa a causa delle limitazioni rese necessarie per combattere la pandemia che in molte famiglie ha riunito genitori e figli proprio nell’allestimento di presepi ed alberi di Natale. Una esperienza sostenuta dal Santo Padre che in Piazza San Pietro ha ricordato che proprio “in questi giorni anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi per la gioia dei bambini e anche dei grandi. Sono segni di speranza specialmente in questo tempo difficile”.
Dic 19