Inaugurato in mattinata a Matera nella Casa di Spiritualità S. Anna a Matera il convegno “I giovani e la ricerca di Dio, tra desiderio di senso e senso della realtà”, organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano “Mons. A. Pecci”di Matera-Potenza e in programma anche giovedì 8 novembre.
“I giovani sono chiamati a compiere continuamente scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati”. Queste parole, tratte dal documento finale del Sinodo dei Vescovi conclusosi qualche giorno fa sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, rendono il senso dell’organizzazione del convegno “I giovani e la ricerca di Dio, tra desiderio di senso e senso della realtà”. Studiosi di diverse discipline, con i responsabili della pastorale giovanile delle Diocesi lucane e pugliesi del territorio limitrofo, dialogheranno con i giovani al fine di creare un ponte tra formazione accademica e vita pastorale.
I lavori presieduti da Monsignor Salvatore Ligioro, arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, sono stati aperti da Monsignor Pino Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina e moderatore dell’ISSR Interdiocesano di Matera-Potenza. L’introduzione al convegno è stata affidata a Leonardo Santorsola, Direttore dell’ISSR Interdiocesano “Mons. A. Pecci”di Matera-Potenza. Il dibattito, coordinato da Gianpaolo Grieco ha fatto registrare gli interventi di Sergio Tenzarella sul tema “Giovani di fine Novecento: il guado dell’indifferenza e dell’ubbidienza incosciente” e di Monsignor Franco Giulio Brambilla sul tema “I giovani e il paradigma dell’esodo: promessa, legge e cammino”. La sessione pomeridiana presieduta da Monsignor Francesco Sirufo, arcivescovo di Acerenza e moderata dal docente Nicola Soldo ha fatto registrare gli interventi di Costantino Esposito sul tema “Sessantotto a oggi: il cambiamento dei paradigmi culturali del mondo giovanile e di Paola Bignardi sul tema “Dio è sparito dall’orizzonte giovanile? L’esperienza religiosa dei giovani di oggi”.
Leonardo Santorsola, Direttore dell’ISSR Interdiocesano “Mons. A. Pecci”di Matera-Potenza illustra l’evoluzione che ha interessato l’istituto di scienze superiori religiose: “Questo anno accademico 2018-2019 è il secondo del nuovo corso dell’ISSR dopo il passaggio dal vecchio al nuovo istituto, che serve le diocesi di Basilicata e due diocesi della Puglia, Altamura e Castellaneta. In questo passaggio c’è stata una qualificazione dell’istituto. Nel processo di Bologna a cui ha aderito la Santa Sede si è avviato un lavoro e un tavolo di intesa tra Miur e Santa Sede per un riconoscimento civile dei titoli che rilasciamo, quello di laurea in scienze religiose, triennale e quello di specialistica con il titolo di laura magistrale in scienze religiose. Gli iscritti per il nostro anno accademico sono un centinaio, molti di questi sono pugliesi. Le iscrizioni sono state chiuse due giorni fa. Le finalità dell’ISSR sono quelle di qualificare sul piano filosofico e teologico i laici e le religiose e non solo in vista di un insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali ma anche per una qualificazione dell’impegno dei laici e dei religiosi nella chiesa e nella società, in linea con quello che dice il Concilio Vaticano II. E’ un percorso molto lungo che ha portato a questa configurazione attuale che permette all’Istituto da un lato di offrire un servizio alla Chiesa e alla società, dall’altro lato di diventare un promotore di cultura e di valorizzazione dei territori in cui operiamo. Si tratta di portare una riflessione teologica tenendo conto della specificità del territorio, nel nostro caso di Matera e quindi tutto quello che riguarda non solo il patrimonio Unesco ma anche la tradizione religiosa e civile che noi intendiamo recuperare attraverso il lavoro di ricerca dei docenti e le tesi di laurea. In modo tale da rendere consapevoli sempre di più i nostri laici del patrimonio che abbiamo ricevuto e sopratutto della responsabilità che abbiamo di trasmetterlo in modo innovato riguardo ai tempi e alle nuove generazioni”.
Sergio Tenzarella riassume i contenuti della sua relazione sul tema “Giovani di fine Novecento: il guado dell’indifferenza e dell’ubbidienza incosciente”: “Nella mia relazione ho evidenziato la necessità di opporsi all’oblio dilagante e la responsabilità che abbiamo noi adulti nei confronti dei giovani di non consegnare loro una memoria e di pretendere che rimangano schiacciati in un eterno presente. E’ questo il rischio che dobbiamo contrastare per i giovani”.
Giovani sempre di più distratti dai social. “Tutto questo ha dei responsabili e non sono i giovani. La guerra e la fame non sono colpa dei bambini”.
Michele Capolupo
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)
Vista l’altissima partecipazione, il convegno poteva essere tranquillamente fatto in una sacrestia