Chi è il professor Silviero Sansavini? La ricerca è la sua vita. Lo racconta lo studioso Giuseppe Tataranni, materano e membro del comitato organizzatore dell’VIII convegno internazionale sul pesco, che nel 2002 lo ebbe come relatore di tesi di laurea. “E’ il “vero” professore di frutticoltura – dice Tataranni -. E’ eclettico come persona, olistico nel suo approccio alla scienza. Dedica, ancora oggi, un terzo della sua vita agli studi perché l’aggiornamento è la base del progresso scientifico”.
Lo scienziato Sansavini, si trova a Matera per due ragioni. La prima è la sua partecipazione al convegno mondiale sul pesco, la seconda, è la presentazione dello straordinario volume “Arboricultura generale”, che avverrà il giorno 19 giugno alle ore 17.00 presso l’azienda Pantanello di Metaponto. Un libro, a cura del professore Sansavini, come anticipato in conferenza stampa dal moderatore Filippo Radogna del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata, che riunisce le conoscenze scientifiche e tecniche più aggiornate sulla coltivazione degli alberi da frutto, della vite, dell’olivo e degli agrumi, nonché delle colture del legno, ornamentali ed energetiche. Si rivolge ai corsisti universitari, finora alimentati dal testo del prof. E. Baldini del 1986, ma anche agli operatori tecnici e a tutti coloro che vogliono acquisire conoscenze sulle basi scientifiche ed applicative delle varie operazioni (es. potatura, irrigazione, concimazione, controllo pre e post raccolta, maturazione e qualità).
Qual è l’approccio scientifico seguito dai paesi partecipanti a questo VIII convegno mondiale, è cambiato, e se si, come? In parallelo a quanto appena chiestole, è cambiata anche la frutticultura?
“C’è stato un fortissimo progresso anche all’interno dei singoli paesi – dichiara Sansavini – perché, quindici o venti anni fa, i paesi che avevano una ricerca sufficientemente strutturata all’interno delle istituzioni e con ricercatori che erano legati fra loro, fra noi nell’interno delle istituzioni di ricerca del pesco erano arrivati a un certo numero, mentre, adesso, quel numero è molto più alto. Quindi la ricerca si è estesa e dovrebbe esserci stata in parallelo una crescita generale. Noi la chiamiamo una specie di “rivoluzione verde” nel pesco, perché ha fatto cambiare moltissime cose come ad esempio le varietà. Se si va in un qualsiasi paese avanzato del Sud d’Europa, ad esempio in Italia o soprattutto in Spagna, in piccola parte in Grecia, ma anche in Francia, gli stessi Paesi hanno avuto una rivoluzione autentica perché hanno tratto beneficio e dalla rivoluzione europea e da quella americana che, per via dell’industria vivaistica, è penetrata in Europa. Ma se devo dire che, in pari tempo si è evoluta la peschicoltura di paesi nei quali adesso c’è una rappresentanza qui, in questo VIII convegno mondiale, mi dispiace dirlo, ma i Paesi dell’est europeo sono rimasti indietro. Nella peschicoltura ci sono nomi di varietà ancora vecchi di quaranta anni. Questi Paesi, non hanno potuto fare ricerca per ragioni politiche. Chi ha beneficiato di più sono stati i paesi che per primi hanno utilizzato l’approccio scientifico sperimentale con le nuove tecnologie non solo nella genetica, ma anche nella nutrizione del suolo. Ad esempio l’irrigazione, adesso abbiamo la fortuna in Italia di avere il gruppo locale del grande professore Xiloyannis. Qui siamo nella provincia di Matera e quindi Matera, Metaponto e l’Università di Basilicata oggi sono il numero uno. Perche? Perché hanno alle spalle trent’anni di storia e di esperienza in cui hanno prodotto un beneficio che rappresenta un brand europeo. Lo posso dire io, perchè, non essendo di questo gruppo, ho vissuto questi ultimi trent’anni da gestore della ricerca nel campo frutticolo”.
Come vede il futuro?
“L’Italia è in una situazione intermedia di allacciamento del Sud Europa verso il Nord Africa. Gode di certi benefici per questo motivo, ma paga anche un pegno in Europa. In prospettiva ci sono dei vantaggi. E’ certo che la tecnologia spazza via quello che non vale”.
Il professore Sansavini, conclude il suo contributo a questa seconda giornata di svolgimento dell’ VIII convegno mondiale con un grande entusiasmo partecipando, subito dopo il suo intervento, allo scatto della fotografia di gruppo in cui sono ritratti tutti i centocinquanta scienziati presenti all’evento.
Giu 18