La Città di Venosa si unisce all’appello lanciato da Volterra a sostegno di “Parma Capitale Italiana della Cultura 2020”, che in questo momento particolare rischia di veder sfumare mesi di lavoro e programmazione, ma anche di disperdere l’entusiasmo dei cittadini e la possibilità di sperimentare azioni culturali e di innovazione sociale nell’ecosistema civico-economico della città.
Anche la Sindaca di Venosa, Marianna Iovanni, come il Sindaco di Volterra, Giacomo Santi, aveva scritto qualche giorno fa al Ministero, esprimendo la vicinanza della comunità venosina alla Città di Parma che in questo momento difficile ha dovuto bloccare le attività culturali in programma per l’anno da Capitale.
Essere Capitale della cultura significa sperimentare nuove forme di collaborazione tra gli attori del territorio, lavorare insieme mettendo a valore energie locali ed energie esterne che insieme producono impatti socio-culturali oltre che economici. La cultura e la creatività sono strumenti potenti che possono stravolgere positivamente le città e gli ecosistemi territoriali: ce lo ha dimostrato Matera e ce lo dimostrano le energie creative che stanno cercando di sostenere l’Italia in questo momento davvero difficile.
La candidatura di Venosa ha visto una tale mobilitazione di persone e organizzazioni che mai si era vista negli anni passati a favore della Città: il dossier di candidatura è diventato un prezioso strumento di visione strategica e politica, che vuole sperimentare nuove forme di contaminazione tra artisti, creativi, innovatori, imprenditori, decisori politici, cittadini e visitatori.
Crediamo che anche le altre città candidate abbiamo espresso idee e possibili percorsi innovativi che non debbano essere riposti in un cassetto.
Per questi motivi, oltre ad auspicare che Parma possa restare Capitale anche nel 2021, proponiamoche il Governo si attivi per stimolare unapiattaforma nazionale, in grado di raccogliere tali proposte progettuali per aprire una stagione di sperimentazioni culturali e creative a sostegno delle città, soprattutto di quelle realtà medio piccole e delle aree interne che necessitano di nuove idee, nuovi modelli di gestione e nuove potenziali collaborazioni intersettoriali tra operatori della cultura, artisti, operatori sociali, istituzioni, imprese, scuole, per un nuovo modello di welfare.