Michele Lupo, presidente dell’associazione Gian Franco Lupo di Pomarico, ha inviato il 30 marzo scorso una lettera ai Vescovi della Basilicata affinchè possa sensibilizzare i comitati delle feste patronali per avviare nel 2020 una raccolta fondi da destinare alle strutture sanitarie, alla Caritas e alla Protezione Civile in questa fase di emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus.
Di seguito la nota integrale.
Alle Eccellenze Reverendissime
Mons. Salvatore Ligorio, Diocesi di Potenza – Marsico N. – Muro L.
Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Diocesi di Matera – Irsina
Mons. Francesco Sirufo, Diocesi di Acerenza
Mons. Ciro Fanelli, Diocesi di Melfi – Rapolla – Venosa
Mons. Giovanni Intini, Diocesi di Tricarico
Mons. Vincenzo Carmine Orofino, Diocesi di Tursi – Lagonegro
Eccellenze Reverendissime,
in questo delicato momento della vita dell’Uomo, alla vista quotidiana di colonne di camion militari che trasportano,lontano dai luoghi di origine verso altre città, bare come se fossero materiali bellici, penso che qualsiasi persona animata da pietas cristiana non possa rimanere impassibile di fronte a uno scenario che ci rende all’improvviso impotenti e fragili di fronte a un nemico tanto invisibile quanto pericoloso.
In ognuna di quelle bare ci sono persone che hanno un nome, degli affetti, un vissuto, dei valori di vita per i quali si sono spesi, dei desideri da realizzare….. queste persone sono partite per il loro ultimo viaggio terreno senza che i propri cari potessero dare loro l’ultimo saluto, l’ultima carezza, l’ultima parola di conforto e senza avere una degna cerimonia di sepoltura.
Lo strazio è ancor più grande quando il pensiero passa da quei feretri ai loro parenti, figli, madri, padri, nipoti e ai loro amici impossibilitati, chiusi nelle proprie case,ad accompagnare il proprio congiunto nel suo ultimo cammino.
In questa nostra epoca fortemente individualista, egoista, globalizzata, virtuale, dematerializzata e materialista forse abbiamo peccato di onnipotenza pensando, erroneamente, di poter realizzare tutti i nostri desideri e raggiungere i nostri obiettivi con un semplice click. Abbiamo posto l’Io davanti al Noi.
Ora l’Umanità si trova immersa nelle tenebre più nere, disorientata, disperata, triste. Si scopre debole e impreparata ad affrontare questa immane emergenza sanitaria.Avverte l’esigenza di passare dall’Io al Noi. Deveriscoprire i veri bisogni, materiali e spirituali, dell’Uomo, deve riscoprire una economia reale equa e solidale.
Troppe volte l’Uomo ha anteposto la logica del profitto e del potere alla logica dell’Amore e del Servizio. Troppe volte alla domanda “dov’è tuo fratello?” ha risposto “non lo so, non sono il custode di mio fratello”.
I capisaldi educativi della vita sembravano non aver più peso nel nostro cuore: che dolore vedere, in questi nostri tempi, genitori alzare la mano contro i docenti. La rabbia, il rancore, l’odio, l’invidia, l’avidità hanno finito con il sopraffare i nostri sentimenti migliori, e con la nostra arroganza abbiamo offeso e maltratto il Creato.
Ahimè, tutto e crollato. Ci siamo scoperti inadatti ad affrontare in modo coeso un’emergenza, dimenticando che al di là dei confini geopolitici, linguistici e culturali c’è sempre una Creatura Umana.
Questa emergenza ci sta, comunque, mostrando anche il volto di quell’Umanità sommersa che è impegnata con la sua bella anima a mostrare che è possibile un altro mondo impregnato di Amore. Abbiamo riscoperto le azioni di un mondo solidale che nella normalità della vita ha pur sempre fatto sentire la sua presenza e che ora è impegnato ad essere guida materiale al di là di ogni aspettativa. Che bello vedere che nel bisogno si mette la propria vita a disposizione degli altri pur consapevoli dei rischi. Il mio pensiero va a quei medici e infermieri che hanno dato la loro disponibilità per andare “su un fronte sanitario” a soccorrere chi è nella necessità.
L’immagine del Santo Padre in una Piazza San Pietro deserta, quel Crocifisso, il suono delle campane frammisto alle sirene delle ambulanze accompagneranno ogni cristiano nella sua vita.
Penso che come Chiesa in questo momento possiamo lanciare messaggi che riportino la comunità all’essenza dell’essere cristiano. Nella mia mente ho vissuto in questi giorni lo svolgimento delle nostre feste patronali e religiose, quanto spreco di decine di migliaia di euro: luminarie, fuochi di artificio….
L’esperienza che viviamo deve farci riflettere su un nuovo modo di essere Chiesa anche nelle celebrazioni delle nostre feste. Penso che i Santi sicuramente non gioiscono nell’essere celebrati con manifestazioni dispendiose che non lasciano alcun segno spirituale ma ci conducono a manifestazioni apparenti.
Mi piacerebbe che la nostra Chiesa Lucana lanciasse per quest’anno un messaggio di inversione di tendenza, invitando i comitati festa per il 2020 a raccogliere fondi e a farsi promotori, con quei fondi, di azioni solidali verso le nostre strutture sanitarie e possano essere a sostegno della Caritas e della Protezione Civile in questa crisi epocale.
Ho voluto manifestare questo mio pensiero di cristiano e cittadino lucano che di fronte ad un dolore inenarrabile, quale la perdita di un figlio, quasi dodicenne, nel 2004, si è fatto guidare dalla fede imboccando un cammino solidale, che con l’Associazione Gian Franco Lupo, lo ha portato a scoprire quanto è grande il cuore del popolo lucano.
Cordialmente
Michele Lupo