Il professore materano Antonio Montemurro ha inviato alla nostra redazione una riflessione sull’emergenza Coronavirus che coinvolge anche il nostro Paese. Di seguito la nota integrale.
E’ di stamattina la notizia che la gente, soprattutto giovani, non ascolta le indicazioni del governo per limitare la diffusione del coronavirus.
Una giovane donna, intervistata ieri sera, diceva di non essere disposta a rinunciare al suo sabato sera con gli amici nei locali milanesi.
Stamane la stazione di Milano è presa d’assalto da una moltitudine di passeggeri, giovani e meno giovani, che intendono lasciare la Lombardia, aiutando così il virus a diffondersi in tutta la nazione.
Che dire… I decreti di Conte corrono il rischio di fare la fine delle grida manzoniane, quando la popolazione è costituita da tanti Don Ferrante, per rimanere col Manzoni, che non capiscono e non vogliono capire.
Bella cosa la democrazia, certo. Peccato che la specie a cui apparteniamo, quella di una povera scimmia senza peli, non se ne sia ancora accorta.
Mi sovviene alla memoria, a questo proposito, la grande lezione di Emanuele Kant. La legge, in questo caso un divieto, va rispettata per amore del dovere, non per passiva obbedienza o per timore della pena per il trasgressore. La norma deve essere autonomamente interiorizzata, non subita. Ai giovanissimi dico con parole più semplici: mi fermo al semaforo rosso, non per timore del vigile che mi fa la multa, ma perché sono convinto che non è opportuno ritrovarmi cadavere al centro dell’incrocio.
Buongiorno professore, la ricordo come insegnante sempre con ammirazione.
Aggiungo a quello che lei giustamente diceva che purtroppo però dove è in gioco la.salute di tante persone sarebbe opportuno usare la.coercizione perché purtroppo il senso civico è ai minimi storici. Speriamo che tutto finisca presto e sia solo un monito per eventi peggiori nel futuro.