Nel cuore dei Sassi di Matera, tra vicoli e piazze impregnate di storia, nei giorni scorsi i bambini delle classi terze della primaria dell’I. C. Minozzi Festa di Matera, Plessi Minozzi e Cappelluti, hanno partecipato a un’esperienza immersiva nella cultura popolare materana. Sotto la guida delle insegnanti T. Porcari, L. Colantuono, P. Bianchi, E. Bianco, M. Linguiti e B. Carlucci e in collaborazione con l’associazione Giallo Sassi, i piccoli studenti hanno potuto scoprire i giochi che, un tempo, animavano la vita di vicinato della città.
Il percorso li ha portati tra artisti di strada, che con le loro esibizioni colorate e vivaci hanno trasformato il centro storico in un teatro a cielo aperto, ricco di stupore e meraviglia. In quest’atmosfera di festa, i bambini hanno scoperto anche i canti popolari materani, ascoltando melodie tramandate di generazione in generazione, che raccontano la vita, l’amore e la comunità di questa terra.
La giornata è proseguita con una visita alla bottega del mastro tornitore, Massimo Casiello, dove i piccoli hanno osservato da vicino la creazione della trottola a corda, “u strimml”, un gioco antico realizzato con cura artigianale. Davanti al tornio, i piccoli hanno osservato con occhi attenzione la creazione di questo gioco intramontabile, afferrando il valore della manualità e della cura con cui veniva realizzato. Hanno appreso l’arte di un mestiere che, come i canti e i giochi tradizionali, conserva ancora il sapore autentico del passato.
Nei Sassi di Matera, un tempo, la vita dei bambini si svolgeva all’aperto, animata da giochi semplici e coinvolgenti, che univano abilità, immaginazione e tanta energia. Tra i giochi più amati c’era proprio la trottola a corda, “u strimml”, una piccola meraviglia di legno che, con il movimento della corda, si lanciava in una danza ipnotica sul selciato. I bambini gareggiavano nel far girare la trottola il più a lungo possibile o nel cercare di fermarla in punti prestabiliti, dimostrando abilità e precisione.
Un altro gioco molto diffuso era quello dei “pizzichi” o dei “cerchi,” in cui i bambini, utilizzando cerchioni di biciclette o cerchi di legno, correvano spingendoli con un bastone, cercando di mantenerli in equilibrio e di non farli cadere. Questo gioco richiedeva destrezza e un buon senso dell’equilibrio, e rappresentava una sfida sia individuale che di gruppo. Le biglie di vetro, i sassolini e i pezzi di legno venivano usati per giochi di precisione e strategia, dove i bambini miravano a colpire con le biglie dei bersagli fatti di pietre o altri oggetti. Ogni partita era accompagnata da risate, qualche scontro bonario e tanta competizione, unendo i piccoli in un momento di svago che nutriva amicizia e socialità.
Per i bambini del Minozzi Festa, si è trattato di un’esperienza ludica ed immersiva, di un ponte tra generazioni: i bambini hanno ascoltato aneddoti e racconti di un’epoca che, seppur lontana, conserva ancora un sapore di modernità e di comunità. L’iniziativa non solo ha avvicinato i giovani a una cultura radicata nella loro terra, ma ha anche insegnato loro che la semplicità dei giochi di un tempo, che non necessitavano di particolari tecnologie, che non richiedevano quasi nulla, se non qualche oggetto di recupero e un po’ di spazio, può ancora ispirare momenti di pura felicità e condivisione.