Cristianamente riprendiamo a dialogare: “Il fondo fotografico Cartier-Bresson rtorna inaccessibile nelle casse di un centro fantasma”. Di seguito la nota integrale.
Si è conclusa il 31 agosto scorso l’esposizione del fondo fotografico che comprende i reportage di Henri Cartier-Bresson nella Lucania del 1951-‘52 e del 1972-’73 allestita nel Museo della Fotografia sito nella Torre Normanna. Pare che l’iniziativa abbia richiamato un gran numero di visitatori, e la cosa non può che farci piacere, dal momento che quel museo della fotografia è stato istituito dalla passata, seppur breve, amministrazione Melfi. Quello che invece ci rammarica, come sostenitori del valore della cultura di e per tutti, è che le foto di Cartier-Bresson sono ritornate a casa in cassa, nonostante esista una relazione di uno studio di professionisti restauratori, interpellati dall’assessore Paciello prima dell’allestimento della mostra, nella quale si certifica la idoneità dei locali e delle teche del Museo per ospitare in maniera continuativa le fotografie in questione, in condizioni se non migliori, sicuramente non peggiori rispetto al giacere in due casse chiuse e custodite (da chi?) nel centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra”. La relazione citata specifica altresì che la collocazione nel Museo è auspicabile per consentire la fruibilità di tale patrimonio a quanti ne siano interessati, e non solo per un tempo limitato e per un pubblico sporadico. Ma questo messaggio che il movimento politico CRD cerca da sempre di veicolare, non trova eco nella ristrettezza di sguardi pseudo-intellettuali e pseudo-colti che si fermano alla siepe dinanzi ai loro occhi, o al loro orto, senza riuscire a scorgere “interminati spazi di là da quella”. Qualche decennio fa già sottolineavamo la gravità della “cultura dell’imbuto”, una cultura non inclusiva, non espansiva ma autoreferenziale ed elitaria, e ci siamo comunque battuti per correggere queste presunzioni, in parte riuscendoci. Poi è arrivata la cosiddetta restaurazione: sostituzione di nomi e targhe alla biblioteca comunale ed al centro “Rocco Scotellaro”, messa alla porta di chi, volontariamente ma con le competenze giuste aveva iniziato un lavoro scientifico di riordino, catalogazione e sistemazione del patrimonio librario, chiusura a doppia mandata del patrimonio pubblico, non personale, di fotografie e quant’altro depositato nel centro (per inciso, di buona parte del patrimonio librario del centro “Rocco Scotellaro” non esiste neppure una catalogazione archivistica, il che vorrebbe dire che un tal libro potrebbe essere tranquillamente portato all’esterno e mai più restituito). Ma la restituzione del fondo di Cartier-Bresson al centro è stataaccompagnata da una sorpresa: dopo quattro giorni dal viaggio di ritorno (31 agosto) dalla Torre Normanna a largo s. Francesco, verbalizzato dalla consigliera Lotito al vice sindaco Martelli, le chiavi del centro di documentazione vengono consegnate dalla direttrice all’assessore dott.ssa Rosa Paciello, con la seguente motivazione: “non ricoprendo più la carica di direttore dello stesso”. Trattasi di dimissioni, di rinuncia all’incarico di responsabile (così la nota è rubricata al protocollo), di defenestrazione, di mancato rinnovo fiduciario, di ipotesi di incompatibilità con altri incarichi? Non è dato saperlo, anche perché l’Amministrazione Comunale non fa parola alcuna, anzi addirittura è stato cancellato il sito web del centro in questione!Eppure solo il 19 aprile 2020, ricorrenza della nascita di Scotellaro, la Amministrazione di Tricarico e il Centro di documentazione annunciavano la pubblicazione del 20° Quaderno del Centro:cosa è cambiato da allora? Per i tricaricesi nulla: non avevano accesso prima in biblioteca e nel centro, non hanno accesso ora; non potevano consultare il patrimonio librario del centro, se non previa prenotazione e presentazione di credenziali al direttore, non possono farlo ora. Cambierà qualcosa da oggi in poi, visto anche il finanziamento statale per il rafforzamento del patrimonio librario comunale legato alla pandemia? Ce lo auguriamo….
Set 10