Anche Rete Ferroviaria Italiana e Fondazione FS Italiane hanno animato il convegno tenutosi ieri, 24 febbraio, “Paesaggi ferroviari per la sostenibilità del territorio e lo sviluppo locale. A piccoli passi verso la Strategia Nazionale per lo sviluppo Sostenibile (SNSvS)” organizzato dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il webinar, prassi ormai consolidata di questi tempi, presenta il progetto “Paesaggi ferroviari lucani per la sostenibilità del territorio e lo sviluppo locale. Un cammino green lungo la Lagonegro-Spezzano Albanese”, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con l’obiettivo di recuperare e valorizzare l’ex ferrovia calabro-lucana riconvertita in una greenway di prossima apertura.
La volontà è quella di definire una nuova connessione tra i borghi dell’entroterra e le aree naturalistiche in cui essi sono inseriti, innescando così un processo di sviluppo locale nell’area Val d’Agri-Lagonegrese in Basilicata. Il progetto si inserisce in un quadro più ampio di interventi volti a promuovere le nuove modalità di turismo sostenibile e le potenzialità legate alla riconversione dei percorsi ferroviari inutilizzati.
Nella prima parte del webinar, il direttore generale della Fondazione FS Italiane Luigi Cantamessa ha evidenziato quanto conti la creazione di una rete di mobilità dolce, quanto siano importanti le linee ferroviarie sia dismesse che sospese e la necessità di preservare la formula del viaggiare sui treni storici per la magica esperienza che regalano e per le positive ricadute economiche sul territorio. «Il progetto illustrato oggi è perfetto per spiegare la strategia della Fondazione FS: Lagonegro è posto sulla ferrovia che collega il mare Adriatico al Tirreno e, fino al 1985, il treno correva nel Vallo di Diano, sulla Sicignano degli Alburni-Lagonegro. Pensiamo a questa tratta come una ferrovia turistica e pensiamo a Lagonegro come punto di interscambio meraviglioso in cui, da un bel bagagliaio degli anni ’30, scendono decine di ciclisti con le due ruote a seguito o di camminatori con i propri zaini in spalla e proseguono per Spezzano Albanese su questa neonata via del cammino».
A seguire, Ilaria Maggiorotti, responsabile degli Asset Immobiliare della Direzione Produzione di RFI, ha illustrato i risultati raggiunti: «475 chilometri di linee dismesse delle FS sono già state trasformate in ciclabili e, a breve, saranno riconvertiti ulteriori 100 chilometri. Per quanto riguarda il riuso dei fabbricati impresenziati in stazione sono decine i protocolli stipulati per rendere disponibili 3,4 milioni di metri quadrati ad uso gratuito, di cui 85mila metri quadrati sono ad oggi ancora riutilizzati per attività sociali e culturali e per l’associazionismo; 44mila metri quadrati sono utilizzati per gli spazi esterni delle stazioni e più di 3 milioni di metri quadrati sono terreni che abbiamo messo a disposizione per realizzare parcheggi, sia per la cittadinanza che per la clientela ferroviaria. Fondamentale per il futuro, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, come RFI, ci siamo candidati per poter accedere a dei fondi e realizzare delle ciclovie da mettere a disposizione delle amministrazioni».
Il convegno è promosso con il patrocinio di AGeI-Associazione dei Geografi Italiani, SGI-Società Geografica Italiana, AIC-Associazione Italiana Cartografia, SSG-Società di Studi Geografici, CISGE-Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici e AIIG-Associazione Italiana Insegnanti di Geografia.