Pisticci – Una seconda Basilicata, giunta ormai alla sua terza generazione, vive ed opera in Canada dove è apprezzata per la laboriosità, l’onestà e il perseguimento di importanti obiettivi nel mondo del lavoro e dell’economia. I lucani e i loro discendenti vanno fieri di questi traguardi, conseguiti attraverso il duro lavoro e i sacrifici, con cui hanno scalato le più importanti cariche anche a livello istituzionale. Ma i lucani non dimenticano mai le loro origini e la loro patria. Negli ultimi anni, si sono intensificati i ritorni nella terra degli avi, per visitare luoghi sempre cari e in qualche circostanza hanno richiesto la cittadinanza italiana. Tina Marie Theresa D’Alessandro Powell ha invece reso omaggio a Pisticci, da dove per il Canada emigrarono i suoi nonni Giovanni e Camilla, ai quali è dedicata l’opera, pubblicando un bellissimo e interessante libro dal titolo significativo di “Picnic in Pisticci”, con l’obiettivo di creare un ponte e mantenere vivi e attuali i rapporti tra la comunità lucana e quella canadese. Il pregevole lavoro, originale per la sua impostazione e formato e in elegante veste tipografica, è il frutto di un ben precisa operazione culturale, che parte da uno dei “rituali” più adottati in Canada, quello appunto del Picnic, che trova nella prima parte del libro la sua massima esaltazione nel contributo del noto chef Massimo Capra, nella descrizione particolareggiata e documentata delle varie fasi e degli ingredienti e ricette principali che compongono il picnic. La trasposizione in una città come Pisticci assume poi un significato particolare dal momento che l’autrice con il suo gruppo coglie l’occasione per realizzare una tra le sue aspirazioni più importanti, quella di visitare la terra dei suoi avi, coglierne il respiro, tuffarsi in un passato non molto lontano e rivivere con grande emozione quei momenti narrati e raccontati dai nonni, sotto la saggia regìa di Agostino Laviola, in veste di guida e di cicerone. C’è solo Pisticci nei pensieri della famiglia D’Alessandro: le sue bianche casette, la visita alla casa dei nonni, la ricerca dei familiari, il sole e i profumi del paese, i contatti con la gente. Ma l’idea più assillante rimane quella di trovare un posto all’aria aperta per consumare il picnic. Il luogo ideale è la villa comunale anche se “il luogo è tenuto male e l’erba bruciata dal sole, che il muro di cinta è imbrattato”. Tutto è perfetto agli occhi della comitiva canadese che può finalmente gustare i prodotti genuini della gastronomia locale e il dolce cocomero con i semi, mentre compare sulla tovaglia una formica che trascina una briciola di pane. Tutto diventa così perfetto. Tina Powell chiude il suo libro con una profonda e poetica riflessione: ”In questo mondo perfettamente imperfetto, sta a ciascuno di noi vedere la felicità laddove alberga il dolore; trasformare il ricordo in una gioia perenne; scorgere l’innocenza nella depravazione; vedere l’amore trionfare su tutto, la semplicità laddove regna il disordine, l’amicizia ad ogni angolo, l’amor di patria invece dell’indifferenza; prendere rischi e non fare solo tutto ciò che è scontato.”
Giuseppe Coniglio