Dalai Lama nella Città della Pace il 25 giugno 2012. Una visita che esplicita il significato di pace e fratellanza del progetto. Intanto sono arrivati i primi ospiti e la Città si allarga al territorio, aprendosi maggiormente al contributo delle istituzioni e all’associazionismo. In questi giorni è in Basilicata il rappresentante di Sua Santità Tseten Samdup Chhoekyapa per predisporre la visita del Dalai Lama che sarà accolto a Scanzano Ionico presso la sede della Città in costruzione ed a Sant’Arcangelo presso le residenze che accolgono i primi rifugiati. Nel corso degli anni Betty Williams, ideatrice del progetto e presidente della Fondazione Città della Pace per i Bambini in Basilicata, ha avuto modo di raccontare al Dalai Lama il suo sogno di costruire un luogo che accogliesse i rifugiati e i profughi, durante i summit dei premi Nobel per la pace ai quali periodicamente si sono incontrati. L’idea ha suscitato il forte interesse del principale punto di riferimento spirituale del buddismo tibetano, che alla fine del 2011 ha chiesto a Betty Williams di visitare la Città della Pace e la regione dove questo piccolo miracolo si stava compiendo.
Una visita importante che esplicita il significato di pace e fratellanza sotteso alla nascita della Città della Pace della Basilicata, che, nel frattempo, sta allargando i confini a chi voglia offrire il suo contributo e sta instaurando nuove sinergie con gli enti locali e le associazioni, per contribuire al miglioramento dell’accoglienza e della crescita dei bambini ospitati.
Con l’arrivo dei primi ospiti nelle abitazioni di Sant’Arcangelo, il progetto di Betty Williams diventa un mosaico dal cuore pulsante a cui negli anni potranno aggiungersi nuovi piccoli tasselli per un percorso lungo e duraturo. L’impegno di Betty Williams e della Regione Basilicata, e in particolare del presidente Vito De Filippo, che hanno sempre creduto nella possibilità di utilizzare in maniera alternativa il territorio individuato dal governo centrale come possibile deposito di scorie radioattive, si è materializzato superando la fase decisionale burocratica amministrativa che ha caratterizzato i primi anni.
Un consuntivo sulle attività, ma soprattutto una panoramica sulle nuove iniziative sono state illustrati oggi in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente De Filippo, Betty Williams e i sindaci di Sant’Arcangelo e Scanzano Jonico, Domenico Esposito e Salvatore Iacobellis.
Due pilastri che hanno eretto il primo piano della Città della Pace. Quello fisico con la ristrutturazione delle sette abitazioni di Sant’Arcangelo acquisite dalla Fondazione Città della Pace e la costruzione del polo a Scanzano Jonico che si conta di completare entro il 2012, e l’azione fattiva della Fondazione che, operativa da gennaio 2011, ha messo in atto azioni coordinate per ottenere gli asset finanziari, logistici ed infrastrutturali indispensabili per l’avvio dell’attività.
Nel mese di febbraio 2012 sono arrivati i primi rifugiati presso le strutture di accoglienza di Sant’Arcangelo ed entro fine marzo si arriverà ad accogliere 10 rifugiati con l’obiettivo di riempire tutti i posti disponibili entro fine anno. La Città della Pace per i Bambini Basilicata ospita dalla fine della scorsa settimana una famiglia composta da tre bambini e tre adulti in fuga dalle aree del Mediterraneo orientale, sconvolte da conflitti e da persecuzioni ormai da lunghissimi anni, ed una giovane donna in attesa di un bimbo proveniente dall’Africa Occidentale. Attualmente, per questo primo gruppo di rifugiati, sono in funzione tutte le attività di accoglienza, tutela ed integrazione previste dal progetto.
Di pari passo la rete organizzativa, giorno dopo giorno, si allarga con l’intenso e fattivo coinvolgimento di chi vive il territorio lucano e sa che, grazie alle quotidiane funzioni svolte, potrebbe offrire un valido supporto alla Città della Pace lucana.
Due protocolli d’intesa, firmati quest’oggi con l’ufficio scolastico regionale e con l’Avis regionale, rappresentati rispettivamente dal direttore Franco Inglese e dal presidente Genesio De Stefano, attiveranno azioni mirate per promuovere una cultura adeguata ai tempi e all’internazionalizzazione. Diverse le attività previste: dalla realizzazione di specifiche iniziative che coinvolgano le istituzioni scolastiche del territorio lucano alla fornitura di adeguate attrezzature tecnologiche per agevolare la permanenza e l’integrazione degli ospiti della Fondazione che nel 2011 è riuscita ad attivare l’accoglienza gestita da un’equipe di giovani donne.
Un gruppo che ha partecipato ad una formazione specifica realizzata dalla Coop. Sociale il Sicomoro che da anni gestisce l’accoglienza di rifugiati nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati presso il Comune di Matera. Non si tratta solo di un’equipe di giovani in grado di svolgere le attività di accoglienza, tutela ed integrazione dei rifugiati a Sant’Arcangelo ma questa è la prima possibile ricaduta occupazionale della Città della Pace con la trasformazione futura dell’equipe in una cooperativa sociale.
Nei prossimi mesi, inoltre, inizierà la sua attività un volontario di nazionalità tedesca sulla base di uno specifico accordo siglato con la fondazione PeaceJam che agisce nel settore a livello internazionale. La prossima settimana inizierà il corso di lingua italiana per i rifugiati presso la sede di via Matteotti aperto anche ad altri stranieri e con il supporto dell’Apofil.
Un impegno ramificato che vede scendere in campo anche il settore artistico con uno spettacolo, organizzato dal Rotary Club Potenza, che il 1 aprile alle ore 18,30 vedrà esibirsi gratuitamente presso il Teatro Stabile di Potenza Ulderico Pesce e Graziano Accinni-Ethnos Trio.
Città della pace, Betty Williams: “Nuova visione dello sviluppo”
“Adesso bisogna lavorare ad una seconda fase per far diventare questo progetto un’opportunità di sviluppo per il territorio”
“Non possiamo dimenticare adesso quale sarebbe stato il destino del territorio di Scanzano Jonico se non fosse deciso di realizzare la Città della Pace. Io stessa se penso a quando, molti anni fa, ho avuto l’idea di opporre l’idea della Città della Pace al progetto di realizzare una discarica di rifiuti nucleari, ancora non riesco a credere che la Città della Pace sia sorta realmente”. Così il premio Nobel per la Pace e presidente della Fondazione, Betty Williams.
“Ci sono voluti lunghi anni durante i quali le prospettive erano tutt’altro che certe, un lungo periodo grigio che, grazie alla costante azione della regione Basilicata e del Presidente De Filippo, è superato dai fatti concreti.
Ormai la Città della Pace è una realtà e vorrei a questo proposito ringraziare di cuore – ha continuato Betty Williams – tutti coloro che hanno collaborato e collaborano a questa iniziativa e che stanno facendo un duro lavoro quotidiano per i bambini e le loro famiglie.
Tuttavia, adesso che la Città della Pace è diventata una realtà, bisogna lavorare ad una seconda fase per far diventare questo progetto un’opportunità di sviluppo per il territorio che possa migliorare il destino sia delle persone che vivono in Basilicata che quello dei rifugiati che sono accolti in questa splendida regione che ha avuto il merito di credere in questa iniziativa.
Abbiamo cominciato un cambiamento e sono consapevole – ha concluso – che è una sfida difficile, specialmente in questo tempo di crisi, ma bisogna utilizzare il nuovo strumento della Città della Pace e la potenzialità che da essa derivano per realizzare una nuova visione dello sviluppo solidale e per affermare una cultura di pace e di accoglienza: è questa la sola strada che potrà garantire un futuro migliore per tutti partendo dai più piccoli ed indifesi”.
Città della Pace, De Filippo: si concretizza un progetto ambizioso
“Siamo una piccola regione, ma con la voglia di guardare oltre i nostri confini e con l’obiettivo di rivitalizzare i nostri territori ricchi di potenzialità”
“La cultura della pace e dell’accoglienza è un pensiero fortemente condiviso nella nostra realtà territoriale. La Basilicata ha fatto proprio il concetto della solidarietà aprendo da tempo i battenti ad un’iniziativa unica al mondo, ‘La Città della Pace’, che oggi con orgoglio posso dire non essere più solo un’idea utopistica, ma ha preso forma soprattutto con l’arrivo dei primi ospiti. E’ emozionante veder concretizzarsi un progetto così ambizioso e nel quale, insieme a Betty Willams, abbiamo creduto tanto e sin dall’inizio”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo questo pomeriggio alla conferenza stampa, alla presenza del premio Nobel Betty Williams, per illustrare le iniziative legate alla Città della Pace.
“Siamo consapevoli delle difficoltà, essendo la prima iniziativa del genere al mondo, ma siamo anche orgogliosi – ha aggiunto il presidente – di diventare un punto di riferimento ed esempio di accoglienza e sostegno ai bambini ed alle famiglie che provengono da focolai di guerra. Siamo una piccola regione, ma con grandi ambizioni di crescita e voglia di guardare oltre i nostri confini, con l’obiettivo di rivitalizzare i nostri territori ricchi di potenzialità. La Città della Pace oltre ad essere un progetto di grande valore umanitario è, infatti, anche un un’occasione importante per la regione Basilicata e per gli stessi abitanti sotto ogni punto di vista. Non possiamo che essere tutti fieri di essere una regione sinonimo di integrazione, con un progetto unico al mondo, sapendo – ha concluso De Filippo – d’aver contribuito al benessere di bambini provenienti da situazioni difficili permettendogli di vivere un’infanzia spensierata così come è suo diritto”.
Città della pace, protocollo d’intesa Fondazione- Usr
Creare una maggiore consapevolezza ed attenzione concreta sulla cultura dei rifugiati e richiedenti asilo.
Promuovere l’inserimento dei bambini e degli adolescenti migranti nelle istituzioni scolastiche, insieme a una cultura adeguata ai tempi e all’internazionalizzazione.
Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa sottoscritto tra la Fondazione Città della Pace per i Bambini in Basilicata e l’Ufficio scolastico regionale.
Il protocollo traccia le linee di azioni comuni, che saranno definite, di volta in volta, con specifici accordi e progetti per l’integrazione dei rifugiati.
Il protocollo prevede, inoltre, la realizzazione di specifiche iniziative e seminari, che coinvolgano le istituzioni scolastiche del territorio lucano, con la partecipazione del premio Nobel, presidente della Fondazione, Betty Williams.
Saranno mesi in campo progetti e iniziative culturali per richiamare l’attenzione delle istituzioni scolastiche e del personale della scuola, di istituzioni e cittadinanza sull’importanza dei processi di inclusione sociale dei migranti, attraverso la migliore conoscenza delle culture “altre” promuovendo anche attività nel campo dell’intercultura e dell’insegnamento della lingua italiana.
Infine, la realizzazione di progetti con le scuole consentirà di indicare le linee didattiche per il coinvolgimento dei bambini e dei loro genitori immigrati volte all’integrazione nel rispetto di tradizioni e cultura di provenienza.
Città della pace, protocollo d’intesa tra Fondazione e Avis
L’Avis fornirà supporto e mezzi necessari sia alla realizzazione delle attività amministrative per l’accoglienza sia per agevolare la permanenza e l’integrazione degli ospiti .
Il volontariato lucano per la Città della pace. La Fondazione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Avis che impegna i soci dell’Associazione in attività finalizzate all’integrazione piena e completa dei rifugiati e richiedenti asilo accolti in Basilicata. Per questo scopo, l’Avis fornirà supporto e mezzi necessari sia alla realizzazione delle attività amministrative per l’accoglienza sia per agevolare la permanenza e l’integrazione degli ospiti della Fondazione. Ma il contributo dell’Avis si concretizzerà anche con la realizzazione di attività di fund raising a favore della Fondazione attivando la rete di relazioni dell’Associazione e di specifiche iniziative, seminari, road show presso le varie sedi dell’associazione, raccolte fondi, campagne informative.
Il protocollo d’intesa sancisce anche la collaborazione tra Fondazione e Avis per l’organizzazione di progetti ed iniziative culturali che richiamino l’attenzione di istituzioni e cittadinanza sull’importanza dei processi di inclusione sociale dei migranti, promuovendo anche attività nel campo dell’intercultura e dell’insegnamento della lingua italiana e la realizzazione di progetti con le scuole, per indicare le linee didattiche per il coinvolgimento dei genitori dei bambini immigrati volte al mantenimento di tradizioni e cultura di provenienza.