Ciccio Cirigliano di Democrazia Ora! e Giuseppe Miolla di Sinistra Italiana in una nota congiunta esprimono alcune riflessioni su Matera 2019. Di seguito la nota integrale.
“Matera 2019: una sfida che riconquisti un carattere popolare!”
Quando Matera si aggiudicò la elezione a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019 provammo a porre, fin da subito, il tema di come e quanto quella elezione potesse rappresentare, non solo per Matera ma per l’intera Basilicata e per tutto il Mezzogiorno, un respiro ampio, a patto che Matera2019 rappresentasse innanzitutto un capovolgimento di paradigma. E su questa strada provammo anche a dire che senza una lettura complessiva di cosa rappresentasse la cultura e senza un’analisi dei processi meridiani – nel senso di un’analisi rigorosa su come rileggere una nuova eppure antica ‘questione meridionale’ – che avevano portato a quello straordinario risultato, il rischio che tutto si limitasse alla solita storia di finanziamenti a pioggia e alla sua gestione privatistica era dietro l’angolo.
Provammo a scrivere che vi era la necessità di acquisire una visione che la facesse uscire dalla dimensione solipsista in cui rischiava di arenarsi a causa di una mal posta centralità della ‘materanità’, e per fare ciò vi era la necessità che i processi gestionali venissero sottratti al controllo asfissiante delle oligarchie e delle subalterne classi dominanti (con relative filiere di stretta appartenenza) per venire inserite in una cornice popolare e meridionale. Uno dei motivi per cui non ci avevano convinto le salvifiche invocazioni a singoli ‘borghesi colti’ era che, nella triste e decadente cultura del cerchio ristretto, venissero circoscritte sia il concetto di cultura, sa il concetto di capitale. Matera Capitale Europea della Cultura 2019 non poteva essere, in sostanza, un affare privato di una fondazione e degli interessi – politici ed economici – che intorno ad essa si sarebbero mobilitati.
Il dibattito apertosi in questi giorni sulle note arpeggiate dal presidente Emiliano all’apertura della Fiera del Levante dimostra quanto quelle nostre preoccupazioni fossero fondate. Non è un caso che si sia provato, in questi giorni, a [non]rispondere al presidente pugliese attraverso l’armamentario ristretto e retrivo – oltre che estremamente provinciale – di una difesa identitaria tutta centrata su confini geografici. Le reazioni scomposte e fuori tema hanno ben evidenziato l’assoluta assenza di visione che oggi caratterizza l’amministrazione comunale di Matera, la Fondazione Matera2019 e la Regione Basilicata.
Emiliano nel frattempo, dimostrando una lettura assente dalle nostre parti, ha messo il dito in una piaga che c’è, e che le prese di posizione dei nani che occupano oggi la cosa pubblica lucana rischiano di trasformarsi in maleodoranti garze poste a copertura di quella piaga. Perché Emiliano ha messo il dito in quella mancanza di visione che trasforma Matera 2019 nella città su cui mettere le mani per i flussi di denaro che vi affluiranno, mentre la Basilicata – e con essa il Mezzogiorno – affogherà nelle sue vecchie e nuove disperazioni.
Ecco perché crediamo nella necessità di un capovolgimento del paradigma che coniughi la Capitale della Cultura con una nuova idea di cittadinanza, che significa cultura dei diritti: innanzitutto a un lavoro e a un reddito da parte di quante e quanti – sempre troppe e troppi e sempre di più – oggi quel lavoro e quel reddito non ce l’hanno; cultura dei territori, della loro cura, della loro valorizzazione e della loro salubrità (che non può significare quindi scorrerie delle lobby energetiche); cultura di una idea di mobilità che guardi certo ai flussi turistici, ma che lo faccia in una visione più ampia e generale della mobilità pubblica regionale, meridionale e nazionale (Cristo non si fermi più a Eboli!). Ma per fare questo Matera2019 deve tornare ad avere una gestione e una visione popolari, affinché essa determini anche la nascita di una nuova classe dirigente che si sostituisca agli attuali ceti dominanti cresciuti come pulci sulle spalle di una spesa pubblica utile solo ad arricchire le solite filiere.
Ciccio Cirigliano di Democrazia Ora! e Giuseppe Miolla di Sinistra Italiana