“Registriamo con soddisfazione la notizia dell’accoglimento del ricorso promosso dalla Regione Basilicata dinanzi alla Corte Costituzionale di annullamento delle norme emanate nel 2011 in tema di dimensionamento delle istituzioni scolastiche”. E’ quanto dichiara l’assessore alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport, Vincenzo Viti. “La Basilicata – afferma l’assessore – non era rimasta inerte dinanzi all’invasione di campo operata dalle leggi finanziarie dello scorso anno che, agendo direttamente sui parametri di costituzione delle autonomie scolastiche, hanno imposto la verticalizzazione totale del primo ciclo in Istituti comprensivi, formati obbligatoriamente da scuola dell’infanzia, elementare e media, e stabilito criteri numericamente più riduttivi per la conservazione dell’autonomia scolastica. L’ente regionale – prosegue Viti – ha tempestivamente impugnato una disposizione che incide direttamente sulla rete scolastica e sul dimensionamento degli istituti, materia che, secondo una già consolidata giurisprudenza della Consulta, non può ricondursi nell’ambito delle norme generali sull’istruzione, di spettanza dello Stato, ma va invece ricompresa nella competenza concorrente relativa all’istruzione di competenza regionale. In attesa però del deposito di questa importante pronuncia, avvenuta nella mattina del 7 giugno – dichiara ancora Viti- la Regione si era comunque adoperata per correggere il tiro imposto da una legge fondata esclusivamente su ragioni di finanza pubblica e risparmio della spesa, ma totalmente slegata dalla considerazione e rispetto che lo Stato deve invece mantenere nei confronti non solo delle competenze delle regioni ma soprattutto del ruolo che esse hanno nel governo del proprio territorio, delle caratteristiche e specificità di questo. Già con l’emanazione delle linee guida sul dimensionamento scolastico la Regione – supportata dalla condivisione con gli attori principali del sistema scolastico facenti parte del Tavolo Tecnico Interistituzionale – hanno elaborato criteri di razionalizzazione della rete che, pur rimanendo rispettosi di una norma discutibile ma tuttavia vigente, hanno sensibilmente limitato gli effetti di un’azione di taglio di strutture e personale in chiave esclusivamente ragionieristica. La previsione infatti di criteri di elasticità ampi ha permesso il recupero di istituti scolastici altrimenti non in linea con i parametri. La triennalità del piano e la fissazione di un rientro graduale nel medesimo triennio hanno assicurato respiro all’azione regionale nell’applicazione della norma e dunque la conservazione di realtà territoriali fortemente a rischio. Si impone ora una seria riflessione di tutti gli attori istituzionali del sistema – dichiara ancora l’assessore Viti- attraverso la quale la revisione complessiva della rete scolastica costituisca l’occasione per rinnovare, come chiesto espressamente dal Consiglio Regionale, il sistema scolastico regionale in un’ottica migliorativa di ripensamento qualitativo e di redistribuzione e riorganizzazione dell’offerta formativa regionale. Quest’ultima deve costituire la fonte per la razionalizzazione della rete scolastica, e non l’effetto indotto della stessa. Il lavoro che si sta già facendo intende coagulare in modo intelligente in Poli formativi le reti di scuole in grado di rispondere a bisogno di innovazione e sviluppo della regione, qualificando il sistema Istruzione nell’ottica del rispetto e della valorizzazione delle peculiarità, vocazioni e attitudini economiche, produttive, culturali e sociali della aree territoriali della Basilicata. L’istruzione tecnica superiore è parte integrante e sostanziale di questo proposito, nel cui ambito la costituzione degli ITS, che trovano negli istituti tecnici e professionali il principale ente di riferimento, è un elemento imprescindibile di crescita e qualificazione del sistema stesso. Il nostro obbiettivo, conclude Vincenzo Viti, è garantire che i giovani dispongano di strade certe nel proprio percorso di studi che conducano non solo a un’istruzione elevata e ad una formazione di eccellenza ma, ciò che è assolutamente indispensabile, ad una prospettiva concreta di occupabilità”.
Giu 08