“Due anni fa, in piazza San Giovanni, 5000 persone si riunirono e festeggiarono insieme un momento che è rimasto storico per la nostra città: la vittoria nella corsa a Capitale europea della cultura nel 2019”: Così il sindaco ricorda il 17 ottobre del 2014, aggiungendo: “Da quel giorno, per Matera, è cominciato un cammino che nel tempo, ne sta facendo il simbolo di un Sud che alza la testa, che si fa sentire e rappresenta il Mezzogiorno migliore.
“Il migliore augurio per questo anniversario è stato offerto da Corina Cretu, commissario europeo per le Politiche regionali (che oggi, in una dichiarazione al “Corriere Economia” ha detto, tra l’altro: ‘ Matera farà bene, così come la Basilicata gestirà bene le politiche di coesione’), consapevole della qualità sociale e urbana della città. La nostra città – prosegue il sindaco – è chiamata ad una sfida epocale per la quale sta lavorando alacremente in un percorso di costruzione culturale, sociale e intellettuale senza precedenti.
Il ruolo di Capitale europea della Cultura – prosegue il sindaco – ci assegna una grande responsabilità, un ruolo che sentiamo con tutto il suo peso e, al tempo stesso, con tutto l’entusiasmo che ci viene dallo sguardo verso il futuro che stiamo avendo.
In questo cammino i cittadini sono chiamati a starci accanto, a percorrere questa strada con noi con convinzione e passione come accadde due anni fa quando ospitarono nelle loro case i componenti della commissione giudicatrice, poco prima del verdetto. L’impatto con la comunità e con lo spirito antico del vicinato, furono talmente forti da far esclamare ad uno degli ospiti che Matera era già capitale dell’ospitalità.
A due anni da quel giorno possiamo dire che l’appeal della nostra città è in continua ascesa, forte anche della forza del riscatto della nostra identità che, nel tempo, si è trasformato in valore aggiunto. Matera è la città viva più antica del mondo e questo ne fa una testimonianza storica perenne, un esempio tangibile di quanto il passato millenario sappia creare memoria e propositività.
L’audizione a Bruxelles di qualche giorno fa dimostra, infatti, che il lavoro che sta svolgendo la Fondazione Matera-Basilicata 2019 procede a spron battuto sotto lo sguardo attento delle autorità comunitarie, in un percorso che va verso la costruzione del volto e dell’animo europei della nostra città.
I due anni trascorsi – conclude il sindaco – sono un tassello fondamentale per continuare l’azione di crescita e sviluppo verso il 2019 che resta una opportunità per tutti noi e non certo un punto d’arrivo”.
A due anni dalla proclamazione, lo sprono di Lorusso (Confindustria): “Urge cambio di passo”
“Urge un rapido cambio di passo, per trasformare Matera 2019 da opportunità potenziale in occasione concreta di sviluppo, di crescita, di innovazione”. Sono le parole di Pasquale Lorusso, Presidente di Confindustria Basilicata, nel giorno in cui si ricorda la proclamazione dell’ambito riconoscimento per la città dei Sassi, avvenuto il 17 ottobre 2014. “Sono passati due anni dalla proclamazione – ha aggiunto Lorusso – ma quanto è stato svolto finora è profondamente insufficiente rispetto alle opportunità e alle aspettative legate a questo evento straordinario. Troppe riflessioni e indugi su incarichi e presunte incompatibilità, poca operatività, scarsa connessione con il sistema economico locale, poco coinvolgimento della comunità. Da oggi occorre cambiare registro”.
“Non tragga in inganno – ha detto il Presidente di Confindustria Basilicata – se i numeri delle presenze turistiche sono positivi, perché ciò è il frutto di una notorietà oramai assoluta del valore culturale di Matera, inserita nei principali circuiti turistici nazionali. Matera 2019 rappresenta, invece, lo strumento per consolidare, gestire, accrescere le opportunità, attraverso processi e metodi scientifici che facciano ricorso all’eccellenza presente sul mercato, aprendosi al confronto con l’esterno e uscendo da logiche locali asfittiche”.
Il presidente degli industriali lucani ha ricordato che “se la proclamazione avviene con 5 anni di anticipo è proprio per dare il tempo necessario per costruire progetti, infrastrutture, eventi, produzioni culturali di profilo internazionale che finora sono mancati. C’è stata una azione frammentata e disomogenea tra i diversi interlocutori istituzionali. Forse c’è ancora lo spazio per recuperare, ma il tempo per gli indugi e le distrazioni è davvero terminato. Occorre un momento di raccordo, di sintesi, di interlocuzione con tutti i soggetti sociali ed economici coinvolti, per capire davvero cosa stia accadendo e per dare il via ad una stagione operativa nuova, che veda tutti operare verso un obiettivo condiviso. Il mondo dell’impresa è pronto a raccogliere la sua responsabilità”.
Due anni di niente…