Giovedì 26 marzo 2015 è tornato alla casa del Padre S.E. Mons. Ennio Appignanesi. Ne danno notizia ai fedeli della Arcidiocesi di Matera-Irsina che lo ha avuto Suo Pastore dal 1988 al 1993 S.E. Mons. Salvatore Ligorio e il presbiterio diocesano.
Le esequie saranno celebrate nella Basilica di San Pietro in Vaticano sabato 28 marzo alle ore 10,00.
La comunità diocesana riconoscente per il servizio prestato dal compianto presule è invitata a ricordarLo nella Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo nella chiesa di San Francesco d’Assisi in Matera sabato 28 marzo alle ore 19,00.
Di seguito il testo del necrologio diffuso dalla Diocesi di Matera-Irsina.
S.E. Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera-Irsina, unito al Presbiterio e ai fedeli dell’Arcidiocesi, grati al Signore per averlo avuto Pastore negli anni 1988-1993, elevano suffragi per S.E. Mons. Ennio Appignanesi tornato alla Casa del Padre, in piena fedeltà al suo Ministero Apostolico.
La biografia di Ennio Appignanesi
Nato a Belforte del Chienti il 18 giugno 1925, Ennio Appignaesi frequenta prima il Pontificio Seminario Romano Minore, poi il Pontificio Seminario Romano Maggiore e viene ordinato presbitero l’8 aprile 1950.
Dal 1959 fino al 1980 è stato parroco di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino a Casal Bertone.
Il 20 dicembre 1980 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare della diocesi di Lucera e vescovo titolare di Temisonio. Riceve la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1981 da Giovanni Paolo II, co-consacranti Giovanni Canestri e Belchior Joaquim da Silva Neto.
Il 15 settembre 1983 è nominato vescovo di Castellaneta.
Il 3 luglio 1985 è nominato vescovo ausiliare della diocesi di Roma con l’incarico di vicegerente e arcivescovo titolare di Lorium.
Il 21 gennaio 1988 viene nominato arcivescovo di Matera-Irsina.
Il 19 gennaio 1993 è nominato arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo.
Il 9 gennaio 2001 si ritira per raggiunti limiti di età.
Muore a Roma il 26 marzo 2015 all’età di 89 anni.
Scomparsa Appignanesi, il ricordo di Franco Di Pede
L’arcivescovo Ennio Appignanesi, scomparso da alcuni giorni, pur essendosi allontanato per svolgere importanti incarichi, ha conservato cordiali aperture verso questa città non dimenticandola. Ha sempre partecipato alle manifestazioni degli artisti e degli uomini di cultura materani, attuate a Roma dove viveva.
La sua presenza consentì di programmare due importanti eventi: il convegno internazionale, organizzato nel 1990 per celebrare i 600 anni della istituzione della festa liturgica della Visitazione, anche detta Madonna della Bruna, e la visita apostolica del Papa San Giovanni Paolo II avvenuta nel 1991.
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Scomparsa Appignanesi, il cordoglio di Lacorazza.
Il presidente del Consiglio regionale ricorda “la sua capacità di stare fra la gente e i modi semplici e diretti con cui esercitava l’attività pastorale e si rivolgeva alle persone”.
“La presenza in Basilicata di mons. Ennio Appignanesi ha segnato profondamente la comunità cattolica lucana, che lo ricorda con affetto per la sua capacità di stare fra la gente e i modi semplici e diretti con cui, nei lunghi anni passati nelle diocesi di Matera e Potenza, esercitava l’attività pastorale e si rivolgeva alle persone. Le istituzioni lucane guardano con rispetto al presule che questa sera, a pochi giorni dalla sua scomparsa, sarà ricordato a Matera con una messa di suffragio. Esprimo, anche a nome Consiglio regionale della Basilicata, i sentimenti di cordoglio e di vicinanza alla chiesa lucana e ai familiari per questa grave perdita”. E’ il messaggio di cordoglio del presidente del Consiglio regionale, per la scomparsa di Mons. Ennio Appignanesi.
Scomparsa Appignanesi, il ricordo di Tripaldi
Il dirigente generale del Consiglio regionale, che ha conosciuto e frequentato il presule scomparso qualche giorno fa a Roma, rammenta i molteplici incontri avuti con lui nel corso di oltre vent’anni.
Il dirigente generale del Consiglio regionale, Domenico Tripaldi, esprime “vivo cordoglio per la scomparsa di Mons. Ennio Appignanesi, Arcivescovo emerito di Potenza Muro Lucano e Marsico Nuovo”.
“Presule di solida formazione ‘tridentina’, Appignanesi – afferma il dg del Consiglio regionale – temperava la propria rocciosa ‘ortodossia’ con un approccio accogliente e bonario verso i suoi interlocutori, con i quali riusciva spesso ad instaurare un rapporto empatico e costruttivo”.
“In questo triste momento di commiato – aggiunge Tripaldi – tornano alla mente i molteplici incontri avuti con lui nel corso di oltre vent’anni. Prima, durante il periodo in cui ha esercitato il suo ministero episcopale in Basilicata e, successivamente, nel suo ‘buen retiro’ romano di via del Casaletto. In ogni occasione non mancava di far sentire la propria vicinanza e il proprio incoraggiamento per gli impegni, pubblici e privati, da adempiere, esortando sempre a comportarsi seriamente, ma senza prendersi troppo sul serio, cioè senza montarsi la testa”.
“Ora che è partito verso lidi migliori al volante della sua ‘Punto’ bianca, con la quale quasi novantenne si districava con perizia e determinazione nel caotico traffico di Roma – conclude Tripaldi -, non resta che onorarne la memoria e l’insegnamento continuando ad essere cittadini consapevoli della ‘Città di Dio’ e della ‘Città dell’Uomo’”.
DC: MONS. APPIGNANESI, UN “FARO” PER I CATTOLICI IMPEGNATI IN POLITICA
Un ricordo di Giuseppe Potenza, segretario DC-Libertas Basilicata.
Di monsignor Ennio Appignanesi arcivescovo emerito di Potenza, morto ieri, ci piace ricordare innanzitutto la missione di parroco di borgata, come preferiva definire il suo compito per anni di guida autorevole della Conferenza dei vescovi lucani.
Per i cattolici impegnati in politica è stato un punto di incoraggiamento a perseguire il bene comune. Per la sua frequentazione con Papa Giovanni XXIII ha sempre esaltato il primo Sinodo diocesano nel gennaio del 1960 quando si parlava di inglobare i laici nella vita ecclesiale e di aumentare le loro responsabilità, ad esempio. Ricordo le parole di mons. Appignanesi su “un Papa rivoluzionario, da terremoto, che indisse con coraggio il Concilio Vaticano II e cambiò la storia della Chiesa in tempi travolgenti, che chiedevano un aggiornamento. Alla fine della seconda guerra mondiale la Provvidenza ha voluto farci una carezza con i nostri Papi coraggiosi e santi. Li abbiamo conosciuti e abbiamo vissuto con loro”.
Un “faro” per tutti i cattolici impegnati in politica che non possono più tirarsi indietro o limitarsi ad iniziative formali e di sostegno altrettanto formale ai vescovi lucani impegnati a seguirne l’esempio. Così in continuità con la fiaccolata-evento “Lux Mundi” promosso dai vescovi lucani per stringersi insieme e accendere una luce di speranza per dare una risposta simbolica e illuminare la via per la ripresa e la occupazione, e alle iniziative più recenti ‘Vivere una Vita che Vale’ in preparazione del Viaggio delle Scuole Lucane a Roma da Papa Francesco e a sostegno di Matera Capitale Europea 2019, si deve intensificare l’impegno civile ed etico. A sorreggerci sono le parole dure di Papa Bergoglio: “la crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa la quale presuppone sempre un’economia e un mercato che non escludono e che siano equi”. Il vigore del suo richiamo sta nel far agire la fede nella contemporaneità, nella spinta verso un progetto di sviluppo integrale che, per essere reale, deve raggiungere ed offrire possibilità a tutti. Dunque il processo di nuovo protagonismo dei cattolici in politica va avanti, ma è indispensabile per i cattolici individuare il contenitore della buona politica. Più che un atteggiamento, un cattolico con responsabilità nelle istituzioni deve spendersi per un progetto di vita. E’ tornato il tempo in cui i cattolici hanno l’obbligo morale di uscire dalle sacrestie e invadere il mondo seminando testimonianze di vita verace. E’ giunto il tempo in cui tutelare gli interessi di tutti e gestire la cosa pubblica con onestà e trasparenza deve essere sinonimo di preghiera. Una preghiera fatta non solo di parole sia pure belle, ma di gesti concreti perchè la politica ritorni servizio delle nostre comunità.