Si è spento all’età di 94 anni, Monsignor Antonio Cantisani, originario di Lauria (Potenza), arcivescovo emerito dell’Arcidiocesi Catanzaro-Squillace che ha guidato per 23 anni, ed ex presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
Cantisani, le cui condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi mesi, è morto questa mattina a Catanzaro, dove aveva deciso di rimanere dopo la fine del suo mandato episcopale; città che amava e che gli aveva conferito anche la cittadinanza onoraria.
Ha servito fino all’ultimo la “sua” diocesi, basti pensare a quello che lui stesso definì “un dono d’amore”, ovvero la mastodontica opera sulla Storia della Diocesi di Catanzaro, pubblicata qualche mese fa, alle soglie del suo 94mo compleanno.Parliamo di 664 pagine – nel libro edito da La Rondine – corredate da 1.369 note e un corredo fotografico di 114 immagini, che raccontano di 1.200 personaggi, per una importante ricerca storica durata circa un anno.
Nato a Lauria, in provincia di Potenza, 2 novembre 1926, venne ordinato sacerdote il 16 giugno 1949. Il 18 novembre 1971 Papa Paolo VI lo chiamò a guidare l’arcidiocesi di Rossano-Cariati. Ricevette l’ordinazione episcopale dal vescovo di Policastro Federico Pezzullo.
Il 31 luglio 1980 Papa Giovanni Paolo II lo trasferisce all’arcidiocesi di Catanzaro e lo nomina anche vescovo di Squillace. È stato l’ultimo vescovo di Squillace, la cui diocesi è stata unita a quella di Catanzaro. È stato poi nominato arcivescovo di Catanzaro-Squillace. Il 31 gennaio 2003 il papa accetta le sue dimissioni per raggiunti limiti di età e mantiene il titolo di arcivescovo emerito.
Dal 1985 al 1990 è stato presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana ed è stato poi confermato nell’incarico fino al 1995, quando è diventato presidente della Conferenza episcopale calabra. Nel 1990 è stato nominato anche consultore del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Nel luglio 2002 un suo intervento sul tema dell’immigrazione, dopo l’approvazione parlamentare della legge Bossi-Fini, ha suscitato reazioni sulla stampa nazionale. all’altare, in occasione della festa patronale di San Vitaliano, pronunciò parole durissime: “La legge Bossi-Fini pone dei problemi alla mia coscienza di uomo, di cristiano, di vescovo”.
E in seguito a quell’uscita, fu promossa, insieme ai parroci, alla Caritas e all’Azione Cattolica la raccolta di 100mila firme contro quel provvedimento.
I funerali solenni saranno celebrati alle ore 17 di venerdì 2 luglio alle 17 nella Basilica dell’Immacolata nel capoluogo.
Morte Cantisani, Pittella (PD): “Si è spento un grande testimone di fede e di progresso. Suo insegnamento resterà per sempre nell’animo dei lucani e dei calabresi”.
“Oggi si spegne un grande lauriota ma soprattutto un grande pastore e testimone di fede e di progresso, il vescovo emerito Antonio Cantisani. Ne ho un vivido ricordo familiare, data l’amicizia con mio padre, poi ereditata da me. Soprattutto ne ho un ricordo spirituale e morale, la sua parola sulla povertà della Chiesa, sul sostegno agli ultimi, cittadini o migranti. Come scrisse una volta, Chiesa povera significa Chiesa libera, senza compromessi col potere, al servizio di chi non ha voce. Il suo insegnamento, per me credente ma fiero laico, resterà per sempre e così nell’animo dei lucani e dei calabresi e di quanti l’hanno conosciuto”. Lo dichiara il senatore Gianni Pittella.