Lavori chiesa Santissima Trinità di Potenza, coordinamento di Potenza di Libera – associazione nomi e numeri contro le mafie: “La Curia potentina prima di ristrutturare un edificio deve cercare la verità e fare chiarezza su quanto accaduto in quella chiesa”. Di seguito la nota integrale.
Undici anni fa, il 17 marzo 2010, nella Chiesa della SS. Trinità di Potenza, veniva ritrovato il corpo della povera Elisa Claps. Elisa fu uccisa il 12 settembre 1993 da Danilo Restivo. Aveva 16 anni e sorrideva e amava la vita come tutte le adolescenti di quella età. Su quanto accaduto dopo il 12 settembre del 1993 e all’alba del ritrovamento del corpo, il 17 marzo 2010, non si è mai raggiunta una verità giudiziaria tantomeno una verità storica. Una vicenda che è intrisa di omissioni e di menzogne che offendono la memoria di Elisa e lo straordinario coraggio e la sensibilità della famiglia Claps.
L’annuncio di voler riaprire al culto la chiesa pone, all’opinione pubblica, inquietanti domande. La Curia potentina, prima di ristrutturare un edificio, deve cercare la verità e fare chiarezza su quanto accaduto in quella chiesa. La chiesa dovrebbe essere la luce del mondo, la colonna della verità. Il significato fondamentale di “chiesa” non è quello di un edificio, ma di persone. La Chiesa oggi è chiamata fuori dai recinti sacri, dal tempio, dai suoi cenacoli, per mettersi sulle strade del mondo, per condividere la storia del mondo, la passione del mondo, le gioie, le sofferenze. Nel primo paragrafo della Gaudium et spes si ricorda: “Le gioie e le ansie, i dolori e le sofferenze del mondo sono anche le gioie e le ansie, le tristezze della Chiesa, di tutti i credenti in Gesù Cristo”.
Elisa ha bisogno di verità! La memoria di Elisa ci chiede verità e giustizia, ci chiede un cambiamento e il cambiamento ha bisogno di tutti. Noi lo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma dobbiamo chiederlo anche a tutti i cittadini: abbiamo bisogno di cittadini responsabili e coerenti. Noi sappiamo che la verità cammina per le strade della nostra città. Serve uno sforzo per una memoria che si traduca in un impegno per non lasciare soli i familiari, per non renderli vittime dell’indifferenza e della rassegnazione. E’ necessario che in questa regione la verità possa illuminare la giustizia. Perché senza verità non c’è giustizia!