Per il terzo anno consecutivo, dal 27 al 29 luglio, Enotria Felix proietterà la cittadina di Pisticci nella particolare atmosfera del 600, riscoprendone la storia, gli usi, costumi, politica, società. In particolare, il territorio fu devastato da incursioni turche tra il 1500 e 1600 che non furono solo episodi sporadici ma attacchi sistematici con gli abitanti massacrati o venduti come schiavi nei mercati del mediterraneo. Guidati da KairEddin detto Barbarossa, dopo aver saccheggiato le coste tirreniche e napoletane,i turchi si spostarono sul versante jonico, prendendo di mira il territorio di Pisticci, che, come si rileva dagli archivi di Salamancas era “La tierra y castillo di Pesticio es de muchaymportancia, Presidio suficiente, identataTierra Demaniale, es conbinientementefuertey aunque no sea e ha a la moderna y porque la dicthatierra es mui aficionada al servicio de su majestad”. Dopo il sanguinoso scontro in contrada Scannaturchi tra civili e monaci pisticcesi, guidati dall’eroico e coraggioso padre Bonaventura, contro un gruppo armato di musulmani, altre incursioni suscitarono nuove preoccupazioni. Le scorrerie turche saranno rievocate attraverso la cosiddetta “Taccariata”, voce onomatopeica che rappresenta il particolare suono di un supplizio feroce inferto alle vittime, percosse in varie parti del corpo fino a procurare gravi ferite e la morte. Il 25 luglio 1677 caddero nelle mani dei Turchi più di novanta persone, tra cui una trentina di pisticcesi.Il barone Carlo De Càrdenas mise a disposizione ben 1500 ducati per il riscatto ma i Turchi salparono con bottino e prigionieri verso i loro lidi. Alcuni pisticcesi riuscirono, dopo qualche mese, a fare ritorno a casa, altri persero la vita, di altri non si seppe nulla. Per fronteggiare altri attacchi vennero realizzate nuove opere difensive sulle coste e nell’interno.I tre giorni di eventi di Enotria Felix non saranno dedicati solo alle rievocazioni storiche ma tutto il centro abitato farà un passo indietro nel passato, trasformandosi in una grande borgata seicentesca con tutti i suoi vizi e virtù: sfilate in costume d’epoca con circa duecento figuranti, tra cui nobili, signori, baroni, dame, clero, contrade e rioni che si contenderanno il palio; cena barocca-rinascimentale; giochi antichi; falconeria, accampamento dei turchi. Presente anche la Pisticci dei poveri con la presentazione della mensa e i prodotti del tempo. Dall’Abbazia del Casale fino al Palazzo feudale, Pisticci dunque rivive intensamente un capitolo importante della sua storia con la partecipazione corale degli abitanti che in massa hanno risposto all’appello degli organizzatori ai quali va un sentito ringraziamento per questa iniziativa unica e stimolante. Obiettivo finale è anche quello di inculcare nella popolazione quell’ansia e desiderio di riscatto sociale e culturale che già nel 600 gli antichi pisticcesi manifestarono per superare i disagi di un secolo tra i più nefasti della sua storia.Un secolo di sciagure, frane, terremoti, pestilenze, siccità e carestie, una vera apocalisse che avrebbe demoralizzato chiunque. Ma non i pisticcesi che proprio dalle avversità riuscirono a trovare la forza di reagire e lo fecero anche servendosi del contributo di tanti importanti protagonisti della cultura che portarono nella “capitale“ Napoli le istanze e l’ansia della rinascita. L’evento di Enotria Felix è stato presentato nel corso di manifestazioni culturali e conferenze-stampa.