Il ricordo della ”Presa del tappo” a 40 anni da quella ormai storica protesta ed una mostra fotografica (visibile anche nelle prossime settimane) dedicata al prima e al dopo diga ; il confronto per capire quale futuro possibile possa esserci per lo sviluppo del territorio in rapporto a Monte Cotugno; il racconto di quell’imponente progetto attraverso le voci dei protagonisti; la ”visione altra” offerta dalla competenza e dall’esperienza di Mario Tozzi, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico, in una sorta di lectio magistralis davanti ad un pubblico numeroso e attento.
Si conclude così la prima settimana di eventi (si proseguirà poi fino al 30 marzo) di ”Epopea Monte Cotugno. La storia, il futuro” il ricco calendario di iniziative promosso dall’associazione A.S.S.A. (Associazione per lo sviluppo storico e ambientale), con il contributo della Fondazione Matera Basilicata 2019 e con la partecipazione delle associazioni Italia Nostra APS sez. Senisese, Pro Loco di Senise APS, della testata giornalistica lasiritide.it e dell’Istituto scolastico ”Leonardo Sinisgalli” di Senise.
Tutte occasioni per raccontare quello che è stato e, soprattutto, per ragionare insieme di un futuro possibile di rigenerazione del territorio attraverso la tutela ambientale e un’attenzione più puntuale verso la risorsa acqua.
«La diga di Monte Cotugno ormai c’è e la si deve trasformare in opportunità- ha spiegato Tozzi- con un presidio di rinascita ecologica, magari recuperando l’energia idroelettrica che oggi non si produce e avendo il lago come centro propulsore di un ripristino naturalistico secondo le leggi europee».
«La diga di Monte Cotugno è un’opera grandiosa come ha fatto ingegneristico- ha raccontato, durante il convegno di venerdi 8 marzo, lo storico direttore dei lavori Gerardo Amedeo Claps- per quanto riguarda l’aspetto sociale questo è un discorso che riguarda un poco la gestione politica che di un territorio si fa, cioè se effettivamente ci sono delle ricadute positive e quanto si deve ridare al territorio per calmierare quello che si è tolto con opere di questo genere che cambiano il clima e che possono cambiare la struttura economica».
«Opere come queste da un certo punto di vista trasformano il paesaggio- has detto Riccardo Santolini, prof. Associato di Ecologia all’Università di Urbino-dall’altro ci vorrebbe attenzione e cautela perché possono dare veramente grandi opportunità di recupero delle funzioni ecosistemiche e quindi, anche Monte Cotugno, come tutti i grandi invasi da una parte c’è una trasformazione importante del paesaggio ma dall’altra la gestione oculata potrebbe creare opportunità anche di grande adattamento ai cambiamenti climatici».
E’ stato proiettato ed è ora disponibile anche sul canale youtube dell’A.S.S.A. il documentario ”La terra dell’orgoglio. Storie di un progetto imponente. E di chi ci lavorò’. Il grande invaso di Monte Cotugno rappresentò una importante occasione di occupazione, negli anni della sua costruzione, per centinaia di lavoratori. Il documentario dà voce ad una parte di questi lavoratori e all’orgoglio per aver partecipato a questo progetto.
Prossimi appuntamenti:
il 16 marzo si terrà l’incontro sul tema ”Sport e Ambiente a Monte Cotugno” nel Complesso Monumentale di San Francesco.
Il 23 e il 24 marzo andrà in scena lo spettacolo musico-teatrale ”L’ultima insalata del Pantano” al teatro Agorà.
Il 30 marzo, a vent’anni esatti dalla morte del sindaco Pietro Policicchio, la pianista Yumi Kiyamura si esibirà sul lago nel concerto ”Memorie d’acqua”.