“Non sappiamo quali siano i motivi che abbiano portato alla vendita della Casa del Popolo di Venosa e non vogliamo entrare nelle questioni interne alla diatriba tra la Fondazione Basilicata Futuro e il Pd, ma riteniamo che vendere la Casa del Popolo di Venosa significhi cancellare un pezzo di storia della Basilicata, delle sue aree interne e delle lotte contadine”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito.
“Sappiamo quanto la Fondazione Basilicata Futuro abbia a cuore la custodia della memoria storica della cultura della sinistra lucana, tra gli obiettivi primari della Fondazione, obiettivo tra l’altro condiviso con il Partito democratico. Pertanto – continua Esposito – l’invito è a rimuovere qualsiasi ostacolo abbia portato a tale decisione e ad avviare un dialogo affinché si possa raggiungere il giusto compromesso. È qui – prosegue il segretario – che nel 2016 come Cgil abbiamo posto una targa in ricordo di Rocco Girasole, il giovane bracciante ucciso il 13 gennaio 1956 a Venosa durante uno sciopero. È qui che abbiamo discusso di lavoro, di diritti e di libertà, in un contesto di partecipazione democratica che riteniamo oggi non possa essere anteposto a qualsiasi altro impedimento che, siamo sicuri, con il buon senso possa essere superato”.