“Con la cultura non si mangia” ci ammoniva un presuntuoso ministro di un pessimo governo.
La demonizzazione, la denigrazione o la sottovalutazione della cultura e dell’”industria culturale” come bene comune in grado di produrre sviluppo economico, morale e civile di una comunità è l’errore più macroscopico che si possa commettere in quest’epoca, in cui l’industrializzazione primaria è frenata dalla crisi finanziaria e ambientale.
A Ferrandina, appunto, l’Amministrazione di D’Amelio niente ha fatto e fa per legare e tenere insieme cultura, promozione del territorio e turismo. La assenza di politiche giovanili è emblematica di un più complessivo fallimento della attuale amministrazione che, non investendo risorse nei saperi, limita le potenzialità delle nuove generazione dimostrando di non avere lo sguardo rivolto al presente né al futuro.
Nessun tipo di progettazione culturale di ampio respiro, esclusi da qualsiasi finanziamento (se non progetti non ricevi), fuori da tutte le reti turistiche, nessun collegamento con la candidatura di Matera a capitale europea della Cultura nel 2019, nessuna competenza in materia di organizzazione e promozione di eventi, associazioni lasciate sole dal punto di vista economico e organizzativo quando non snobbate o derise pubblicamente con argomentazioni patetiche, nessun programma organico e strutturato, nessuna capacità di attrarre visitatori e investitori. Niente di niente. Solo provincialismo e chiusura mentale. Se poi allarghiamo gli orizzonti e confrontiamo quello che succede da noi con altre realtà (Pisticci, Bernalda, Montescaglioso, Miglionico solo per citare quelle più vicine) il risultato è impietoso e imbarazzante.
Se non fosse per la passione e l’impegno di qualche associazione e di qualche privato, che in poche occasioni ha salvato il salvabile, il risultato sarebbe ancora più scarno. Ma associazioni e privati non possono da soli farsi carico di colmare i vuoti sociali e culturali di quest’amministrazione. Occorre che l’Amministrazione Comunale funga da traino, supporto e guida per tutti e che sappia mettersi in sintonia con i gusti, le energie e le competenze innanzitutto dei giovani ferrandinesi, garantendo pluralismo di idee e sostenendo tutte le forme di creatività.
Un’amministrazione come quella di D’Amelio ancorata a schemi e mentalità del passato, con la riproposizione stanca delle stesse piccole vecchie cose, è inadeguata a rappresentare il presente e il futuro di Ferrandina.
Ma se Sparta piange, Atene non ride.
In tutto ciò, infatti, dov’è l’opposizione? Quali iniziative sono state messe in campo dai gruppi consiliari in questi mesi per contrastare, controllare, incalzare l’Amministrazione D’Amelio su cultura, turismo, promozione delle risorse del territorio e delle sue ricadute occupazionali?
La maggioranza dei cittadini ferrandinesi (che – ricordiamolo – non ha votato D’Amelio) sembra sbandata e senza punti di riferimento istituzionali; il malcontento, palpabile, dilaga senza che questo abbia uno sbocco politico accettabile.
Da parte nostra, pur se fuori dal Consiglio Comunale, cercheremo di ascoltare e farci portavoce del disagio della comunità ferrandinese (associazioni, organizzazioni, cittadini) e ci dichiariamo sin da subito pronti ad intraprendere insieme qualsiasi azione politica e sociale che ridia un senso alla parola opposizione in questo paese e che cominci a costruire la basi per un’alternativa reale al damelianesimo che sta soffocando Ferrandina ormai da decenni.
Circolo SEL Ferrandina