A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. Le Delegazioni e i Gruppi FAI della Basilicata scenderanno in piazza per “seminare” conoscenza e consapevolezzadel patrimonio di storia, arte e natura italiano e accompagneranno il pubblico, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, alla scoperta diluoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati in tutte le regioni: un caleidoscopio di meraviglie nella proposta effervescente del FAI e dei suoi Delegati che reagiscono con ancor più energia e impegno, positività ed entusiasmo al periodo difficile che l’Italia sta attraversando (prenotazione online su www.giornatefai.it; i posti sono limitati. Nei due fine settimana apriranno luoghi diversi: consultare il sito per controllare il programma).
Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la sua tutela e valorizzazione. Vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 € – e potranno anche iscriversi al FAI onlineoppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.
In occasione delle Giornate d’Autunno anche i Beni del FAI si mostreranno da prospettive inconsuete. Saranno proposte al pubblico visite speciali dedicate in particolare agli interventi per la sostenibilità ambientale dei Beni e, più in generale, al patrimonio di natura, ambiente e paesaggio curato e valorizzato dalla Fondazione.
La Basilicata propone 54 aperture nel territorio regionale, tra beni architettonici e naturalistici e per dare continuità alla collaborazione con il MiBACTla visita guidata nei Musei della Direzione Regionale Basilicata come si legge nel programma delle Delegazioni.
“Trascorso il 2019, che ha visto Matera Capitale Europea della Cultura insieme con la Basilicata noi pensiamo di capitalizzare il patrimonio dei nostri beni culturali materiali e immateriali attraverso processi e strategie di valorizzazione sempre più consapevoli e condivisi. Non casualmente, dunque, quest’anno alle storiche collaborazioni istituzionali (Regione Basilicata, Comuni, Direzione Regionale Musei Basilicata, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Basilicata, Università degli Studi della Basilicata) si affianca quella con Confindustria Basilicata per tradurre in proposta e racconto, declinati nello stile del FAI, il binomio inscindibile di economia e cultura e promuovere un impegno nel breve periodo sul rapporto tra Impresa e Cultura, che possa coinvolgere gli imprenditori lucani intorno al tema della valorizzazione del territorio regionale” (Rosalba Demetrio, Presidente Regionale FAI Basilicata).
LE APERTURE DELLA BASILICATA
DELEGAZIONE FAI DI MATERA
Matera 2020 e “il capitale” della cultura
“Non è soltanto un gioco di parole. Trascorso il 2019 che ha visto Matera Capitale Europea della Cultura, capitalizziamo il patrimonio dei nostri beni culturali materiali e immateriali attraverso processi e strategie di valorizzazione sempre più consapevoli e condivisi. Non casualmente, dunque, quest’anno alle storiche collaborazioni istituzionali (Regione Basilicata, Comuni, Direzione Regionale Musei Basilicata, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Basilicata, Università degli Studi della Basilicata, Circolo La Scaletta) si affianca quella con Confindustria Basilicata per tradurre in proposta e racconto, declinati nello stile del FAI, il binomio inscindibile di economia e cultura e promuovere un impegno nel breve periodo sul rapporto tra Impresa e Cultura, che possa coinvolgere gli imprenditori lucani intorno al tema della valorizzazione del territorio regionale.
Se il capitale è il nucleo principale di un patrimonio, noi andiamo alla genesi del nostro capitale che è la storia della città con le sue radici mediterranee e le attuali proiezioni europee e internazionali che la rendono realmente autentico Ponte tra Culture.
Altra nuova collaborazione a cui diamo rilievo è con gli Ordini professionali degli Architetti, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Matera e con l’ordine degli Ingegneri della Provincia di Matera, che metteranno a disposizione del FAI le competenze di alcuni professionisti in qualità di narratori esperti dei luoghi di visita. Infine ricordiamo la collaborazione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Matera per il racconto dei luoghi della sanità a Matera a partire dal Medioevo, un tema di grande attualità a cui il FAI ha voluto dedicare quest’anno un’attenzione speciale.
Come ogni anno diamo valore alla collaborazione con altri soggetti privati che mettono a disposizione del FAI i propri beni”(Rosalba Demetrio, Presidente Regionale FAI Basilicata e Capo Delegazione FAI Matera)
I numeri delle aperture della Delegazione FAI di Matera
11 Comuni
23 aperture di cui 8 a Matera
Retrospettiva di un delitto – Il Castello del Conte Tramontano (GFA 17 – 18 ottobre)
Dal 1497 Matera fu sottoposta al controllo del conte G.C. Tramontano. D’origine borghese, le sue ambizioni di potere trovarono compimento con l’investitura su Matera dove presto entrò in conflitto con la classe dirigente detentrice del potere economico che, non potendo tollerarne le vessazioni fiscali e tributarie, ne ordì l’assassinio. Segno materiale della sua presenza a Matera è il castello esterno all’area urbana cinquecentesca. Con la morte del conte la costruzione avviata agli inizi del XVI secolo sul colle del Lapillo rimase incompiuta. Il castello fu realizzato secondo i canoni costruttivi che l’ingegneria militare dell’epoca proponeva attraverso le opere di Francesco di Giorgio Martini: una torre circolare, muri di controscarpa e due torri minori ai lati. Vi consentiva l’accesso una strada in forte pendenza, difficilmente transitabile per i carriaggi pesanti e per le artiglierie campali. È visitabile oggi dopo un lungo iter di consolidamento e restauro.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura di Ing. Mario Maragno, Ing. Vincenzo Simeone, Prof. Marilena D’Ercole, Prof. Liliana Riccardi (Delegate FAI Matera), Prof. Angelo Roberti, Claudia Capolupo e Maria Felicia Matera(Volontarie FAI Matera) si svolgeranno sabato 17 e domenica 18 ottobre ogni ora dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 (Partenze ore: 10.00, 11.00, 12.00, 15.00, 16,00,17.00).
Museo immersivo della Bruna (GFA 24 – 25 ottobre)
Il Museo Immersivo della Bruna è nato nel cuore del Sasso Barisano alla fine del 2019. Grazie a un percorso fatto di luci, suoni e colori, è possibile rivivere i momenti più intensi di una festa che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutto il mondo. Vi si raccontano le origini della festa e il visitatore è guidato in un percorso immersivo emozionante e coinvolgente. Il MIB di Matera ospita anche una fedele ricostruzione del Carro Trionfale. A Matera, infatti, la mattina del 2 luglio, ogni anno, da 630 anni, un trionfale carro di cartapesta attraversa la città portando la statua della Madonna della Bruna. In tarda serata, dopo aver compiuto i tre giri in piazza Duomo, simbolo della presa di possesso della città da parte della sua patrona, il carro, circondato da cavalli e cavalieri in costume e tirato da muli, viene assaltato dalla folla e distrutto.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura della Prof. Teresa Paolicelli (Delegata FAI Matera), condotte dagli Apprendisti Ciceroni dell’ITCG “Loperfido-Olivetti”, si svolgeranno sabato 24 e domenica 25 ottobre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00 secondo i seguenti orari: 10.15, 11.00, 11.45, 12.30, 15.15, 16.00, 16.45, 17.30, 18.15, 19.00.
Da Hospitalea UniversitasStudiorum (GFA 17 – 18 ottobre)
Il primo ospedale di Matera venne realizzato nel 1601 nel luogo dove erano i giardini e il cimitero del monastero di S. Maria La Nova, fondazione benedettina degli inizi del XIII secolo la cui chiesa venne nel 1695 intitolata a S. Giovanni Battista. Nel 1749 un decreto della Regia Udienza destinò gli ambienti a carcere e l’Ospedale venne trasferito nel vicino convento dei Padri Riformati di S. Rocco dove rimase fino alla fine del secondo conflitto mondiale. La storia dell’Ospedale di Matera si sposta in seguito sulla Collina del Castello Tramontano, dove dalla colonia elioterapica costruita nel 1937 si sviluppa a più tappe il progetto del nuovo complesso ospedaliero cittadino, inaugurato nel 1970 e rimasto in uso fino agli anni ’90. La realizzazione del nuovo plesso ospedaliero di S. Maria delle Grazie inaugurato nel 2002 ha reso disponibili gli edifici del vecchio ospedale in cui trova ora sede il nuovo Campus dell’Università degli Studi della Basilicata, inaugurato nel 2019.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura di Arch. Biagio Lafratta, PhD St. Ester Maria Annunziata, Archeologo specializzato in Medioevo, PhD Bruna Gargiulo, Archeologo specializzato in Medioevo, Edoardo Pati, Felicia Lentini, Ilaria Zanda, Sara Iurino, Studenti del CdS in Architettura del DiCEM-UniBas di Matera, si svolgeranno sabato 17 e domenica 18 ottobre di mattina dalle 09.30 alle 11.00 e dalle 11.30 alle 13.00; di pomeriggio dalle 15.30 alle 17.00 e dalle 17.00 alle 18.30.
Nobili, mura e torri della città di Matera (GFA 24 ottobre)
Camminando lungo le fortificazioni si può leggere la storia scritta nella pietra. Sulla parte più alta della Civita, la grande rocca al centro dei Sassi, si colgono i segni di una storia antica quanto l’uomo. Qui si colloca il monastero benedettino di S. Eustachio, sorto tra la fine del VII e l’inizio del IX secolo, quando dopo i continui assalti dei Saraceni, Matera svolgeva una importante funzione di controllo dei traffici tra Puglia e Calabria. Sulla Civita, nel castello detto Castelvecchio, fortificato e circondato da otto torri, abitava il conte che esercitava l’alta sovranità sulla città, mentre i nobili si stringevano intorno alla rocca e nelle fortificazioni attorno all’area sacra del Monastero e in quelle adiacenti alla Torre Metellana. L’antica città nasconde testimonianze del passato custodite in profondità e per le strade che si intrecciano entro la materia che la costituisce, come vie della Grande Madre.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura di Arch. Dora Capozza (Delegata FAI Matera), Prof. Palma Domenichiello (Delegata FAI Matera), Prof. Francesco Linzalone (Delegato FAI Matera), Ing. Giuseppe Demetrio, Dott. Liana Petralla si svolgeranno soltanto sabato 24 ottobre ogni ora dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 17.30 (Partenze ore: 10.00, 11.00, 12.00, 15.30, 16.30).
Nascosta in bella vista – La Torre del Capone e il nuovo TAM (GFA 24 – 25 ottobre)
Nel 1973 Camilla Motta acquistò da privati la Torre del Capone, bastione appartenente alla cerchia muraria sorta dopo il popolamento del Sasso Caveoso. Il nome di Capone può essere una deformazione di Carbone, come scrive il canonico Nicolò Domenico Nelli nella sua “Cronaca” pervenutaci in una pergamena del 1382. La torre è stata testimone di innumerevoli modifiche e di una costante stratificazione, fino al suo completo riempimento avvenuto verosimilmente nel XIX secolo, ciò che ne rende molto complessa la lettura storica. Anche oggi è quasi impossibile svuotarla dai detriti. Gli spazi intorno alla torre, di proprietà privata, sono rimasti abbandonati per molti anni fino a quando nel 2017 è cominciato il disboscamento del verde selvatico e il successivo restauro e risanamento conservativo con l’obiettivo di trasformare l’area nella sede del TAM-TowerArtMuseum, un museo di arte contemporanea che porterà nuove produzioni artistiche all’interno di un contesto storico e unico.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura di TAM – TowerArtMuseum si svolgeranno sabato 24 e domenica 25 ottobre ogni 30 minuti dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00.
Gli Ipogei di Palazzo Lanfranchi e il telero Lucania ’61 di Carlo Levi (GFA 17 – 18 ottobre)
Un imponente sistema di grotte si estende sotto Palazzo Lanfranchi, per tutta la larghezza in direzione E-O. Gli ambienti sotterranei scavati nella roccia fungevano da cantine, magazzini e deposito a servizio del Seminario.
Francesco da Copertino, che progettò l’edificio, fu costretto a misurarsi con molte difficoltà tra cui proprio il problema della presenza delle numerose cavità, adeguando l’edificio che si voleva imponente e ‘fuori dai Sassi’, alle differenti quote dei livelli orografici del territorio.
Prima di iniziare a discendere i trentasette alti gradini che conducono al fondo della struttura, sono visibili cinque nicchie e riquadrature, identificate come i resti di una preesistente chiesa rupestre e, a terra inciso nel banco tufaceo, il condotto di collegamento alla cisterna per il recupero delle acque piovane.
Durante la seconda guerra mondiale l’edificio ebbe la funzione di rifugio antiaereo. La visita presenterà anche il telero Lucania ’61 di Carlo Levi.
Le visite (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura della Dott. Silvia Padula si svolgeranno sabato 17 e domenica 18 ottobre ogni 30 minuti dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.30 (Partenze ore: 10.00, 10.30, 11.00, 11.30, 12.00, 12.30, 13.00, 16.00, 16,30, 17.00, 17.30, 18.00, 18.30). Alle 12.00 e alle 16.30 visite guidate in Inglese.
Luigi Guerricchio e la Stamperia Tomacelli (GFA 17 – 18 ottobre)
La mostra dedicata dal Circolo La Scaletta a Luigi Guerricchio, composta da 50 opere tra lucidi, disegni, serigrafie, lastre (realizzate tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni ‘90) di proprietà della Stamperia d’Arte Tomacelli di Cerignola, è un piccolo racconto, la trama di una storia fatta con gli occhi e le mani di un grande artista. Facendo sua la lezione degli antichi, Guerricchio aveva compreso che l’arte poteva nobilitare la vita e che la bellezza, sebbene non intesa nella sua accezione più classica, ma come valore morale, avrebbe restituito dignità alla storia della sua terra, oscurata dall’oblio. Così nei temi a lui cari, le donne, il lavoro e il nutrimento, rappresentati nelle opere in mostra – in un percorso espositivo, indicativo di quel processo creativo, che dal lucido, arriva poi al disegno e alla serigrafia – l’artista materano con delicata passione ridisegna un orizzonte illuminato da tutti i colori, con un sorriso dal fresco accento d’immortalità.
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura di Edoardo Delle Donne si svolgeranno sabato 17 e domenica 18 ottobre dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 17.30.
Convento delle Sante Lucia e Agata alla Civita (GFA 25 ottobre)
Il Monastero delle Sante Lucia e Agata sorge su uno sperone roccioso proiettato sul canyon della Gravina, nel punto di confluenza tra il torrente omonimo e Jesce, presso la porta orientale della città medievale detta Postergola o Pistola. Ospitò per alcuni secoli le monache trasferite dal complesso alle Malve nel Sasso Caveoso. Dalla metà del XII secolo nei luoghi di culto ubicati nei Sassi, dedicati alle martiri Lucia e Agata, si raccolsero infatti donne ispirate dal desiderio di condurre vita religiosa. La comunità benedettina, consolidata nel corso del XIV secolo, utilizzò le strutture ancora esistenti sul ciglio della Gravina al termine dello sperone della Civita. Nel XVIII secolo le monache ottennero il trasferimento sul Piano, negli edifici che attualmente ospitano la sede dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (MiBAC).
Le visite guidate (con gruppi al massimo di 15 persone) a cura della Prof. Anna Tambone (Delegata FAI Matera) e della Prof. Agnese Dell’Acqua (Volontaria FAI Matera) si svolgeranno domenica 25 ottobre ogni mezzora dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
GRUPPO FAI DI TRICARICO – DELEGAZIONE DI MATERA
Capogruppo Sabrina Lauria
Il Gruppo FAI di Tricarico già da alcuni anni ha “contaminato” con le sue attività alcuni comuni della Basilicata interna, per questa edizione di Giornate FAI di Autunno 2020, i comuni coinvolti saranno: Aliano, Gorgoglione, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico.
I nuclei di volontari, costituiti in loco,con il coordinamento del GRUPPO, propongono, nelle Giornate FAI, la riscoperta di siti poco conosciuti o dimenticati, quest’anno in maniera “anomala” rispetto alle passate edizioni, in quanto a raccontare i luoghi non saranno i giovani Apprendisti Ciceroni delle scuole, ma eccezionalmente volontari adulti, esperti dei luoghi.
Le visite si svolgeranno di mattina e pomeriggio, per informazioni sugli orari consultare il sito del FAI.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre
ALIANO
• Casa di confino di Levi
• Pinacoteca Carlo Levi
• Museo della civiltà contadina
TRICARICO
• Museo di Palazzo ducale
• Museo diocesano MuDiT
STIGLIANO
• Il Rione “Chiazza” si racconta
Sabato 24 e domenica 25 ottobre
SAN MAURO FORTE
• Chiesa Madre
• Chiesa dell’Annunziata
GORGOGLIONE
• Un antico cimitero racconta
1° week end / 17-18 ottobre
ALIANO.Nel comune luogo di confino di Carlo Levi, grazie alla disponibilità del Parco letterario si potranno visitare i luoghi della memoria leviana, le visite saranno a cura di Donata Latronico e Domenica Villone.
Casa di confino di Carlo Levi.La casa di Levi è un semplice edificio di tre vani con una magnifica terrazza che si apre sui calanchi. La casa si presenta priva di arredi, ma un impianto audiovisivo propone al visitatore immagini, suoni e brani tratti dal “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Pinacoteca Carlo Levi.La pinacoteca espone 23 tele di Carlo Levi, una mostra fotografica sulla sua vita, dai tre anni alla morte, e la documentazione sul periodo del confino. Sono raccolte, inoltre, le litografie pubblicate da Levi poco prima di morire e donate al Comune di Aliano in occasione della sua ultima visita nel mese di Novembre 1974.
Museo della civiltà contadina.Il museo espone una tipica stanza contadina, un antico frantoio con le macine in pietra, oltre ad oggetti legati alla coltivazione dei campi, alla mungitura ed alla produzione del formaggio
STIGLIANO. Un tuffo nei ricordi ci permette la visita ad uno dei comuni più interessanti delle nostre aree interne: Il rione “Chiazza” si racconta. Paese tra i più esposti, in Basilicata, al rischio di spopolamento, Stigliano aveva il suo cuore pulsante nel rione “Chiazza”, raccolto intorno alla chiesa madre. Tante case oggi con porte e finestre sprangate che hanno visto nascere e crescere uomini e donne sparsi per il mondo. I pochi che hanno conosciuto un diverso destino si riuniscono per raccontarsi e raccontare le storie della loro infanzia nella “Chiazza”.
TRICARICO. La proposta di visita, per Tricarico, si focalizza sui Musei ubicati nel cuore del centro storico: ilMuseo di Palazzo ducale e il Museo diocesano MuDiT.
Il visitatore potrà conoscere una parte importante del corposo patrimonio storico, artistico, architettonico e archeologico di Tricarico e del territorio. Inoltre, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione comunale e della Diocesi di Tricarico, avrà la possibilità di continuare, in maniera libera, il percorso nel centro storico alla scoperta dei principali monumenti della cittadina.
A raccontare i luoghi non ci saranno come di consuetudine i giovani studenti delle scuole, a causa dell’emergenza Covid, ma esperti adulti che, ognuno per la propria competenza, illustreranno i due Musei
Museo di Palazzo ducale. Ad accompagnare i visitatori saranno la Direttrice del Museo dott.ssa Antonella Carbone e le dott. sse Giusy Lavanga e Antonella Troilo che gentilmente si sono rese disponibili.
La visita al Centro Espositivo di Tricarico consentirà di accedere alle sale del Palazzo ducale, mirabile esempio di dimora principesca in Basilicata, è uno degli edifici civili più significativi di Tricarico. É questo il “castello del Principe di Bisignano” che fu per secoli residenza dei Sanseverino, conti di Tricarico e principi di Bisignano. Attualmente è una delle sedi della Direzione regionale dei musei, ospita le testimonianze archeologiche più importanti del Medio Basento dal Neolitico fino al periodo romano, a testimonianza dell’importanza che questa area assunse, sin dall’età arcaica, come punto strategico di comunicazione viaria.
MUDIT – Museo diocesano di Tricarico. Ad accompagnare i visitatori saranno il Direttore del Museo Don Nicola Soldo, oltre alla prof.ssa Carmela Biscaglia, il restauratore Giuseppe Marinelli, il dott. Gianni Garaguso, la prof.ssa Alessandra Pinto, la dott.ssa Sara Loreto, esperti con diverse competenze che metteranno in evidenza i vari aspetti del patrimonio museale.
Il Museo della Diocesi di Tricarico rappresenta il cammino identitario di una comunità e di un territorio che nel Cristianesimo e nella Chiesa hanno trovato, nei secoli, un saldo punto di riferimento. In cinque sezioni espositive, organizzate in senso cronologico dalle origini (metà del X secolo) ai giorni nostri, e con il supporto di pannelli, di didascalie, di virtualizzazioni, la Diocesi è illustrata e raccontata attraverso opere di scultura, pittura, oreficeria, arredi liturgici, paramenti, volumi e documenti d’archivio. Si tratta spesso di veri e propri capolavori, che consentono di apprezzare l’evolversi della Fede nella Storia e sono rappresentativi per capire committenze e cultura artistica nella Diocesi, in collegamento diretto con la capitale del Regno di Napoli.
Le numerose opere esposte permettono di avere un’ampia panoramica sulla storia, sull’arte, sulla religiosità e la fede di un popolo e di un territorio che comprende l’intera diocesi.
2° week end /24-25 ottobre
SAN MAURO FORTE. San Mauro Forte attraverso un focus su due chiese particolarmente interessanti la storia di un piccolo e antico comune. Le visite saranno a cura dei volontari FAI.
Chiesa Madre. Dedicata a S. Maria Assunta di Episcopia, risale al sec. XVI. La troviamo nei pressi dell’antica torre, infatti l’edificio ingloba e in parte riutilizza le murature del Palazzo Feudale. L’interno si sviluppa su 3 navate con cappelloni laterali ed un’ ampia cupola sull’abside. Al di sotto del piano di calpestio troviamo i locali adibiti a cripta, ristrutturati dopo il sisma del 1980.
Qui è presente un interessante affresco raffigurante S. Mauro Abate.
Chiesa dell’Annunziata. La Chiesa dell’Annunziata parte del grande complesso Francescano istituito nel 1586 è oggi il luogo dove si concentrano alcune tra le più significative testimonianze del patrimonio artistico di San Mauro, quali: Crocifisso ligneo (fine XV secolo), Madonna con il bambino ( scultura lignea 1520- 1530), un Cristo alla colonna ( opera post Bizantina XVI secolo) e i quattro scomparti di un polittico con l’Annunciazione, San Francesco d’Assisi, San Lorenzo e la Trinità( fine 500)
GORGOGLIONE. Una visita, a cura dei volontari FAI, al piccolo comune e al suo territorio ci porta in un luogo inconsueto:
Un antico cimitero racconta. Un luogo silenzioso al centro di Gorgoglione, un piccolo cimitero dismesso nel 1978. Tanti nomi di persone da lungo tempo scomparse che si fondono in un’inestricabile trama di storie. Quelle che legano, ad esempio, in un dialogo che si può cogliere attraverso l’immaginazione, un arciprete morto quasi centenario nel 1934, benemerito promotore dell’alfabetizzazione dei suoi compaesani tra Ottocento e Novecento; uno sconosciuto che sulla sua croce in ferro è designato come “artista”, non si sa più devoto di quale delle sette muse; e un altro che artista rimane ancora nel ricordo degli anziani, un ammirato costruttore di mongolfiere per diletto; e tante altre persone comuni delle cui esistenze, sarà forse possibile raccogliere ancora qualche indimenticato significativo frammento di vita.
Per il GRUPPO FAI DI TRICARICO – DELEGAZIONE DI MATERA
Si ringraziano
Diocesi di Tricarico; Direzione regionale dei Musei; Parco Carlo Levi di Aliano; Comune di Aliano, Gorgoglione, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico; parroci delle parrocchie coinvolte.
Le visite si svolgeranno nel rispetto della normativa anticovid e secondo i protocolli stabiliti dalle istituzioni di riferimento.
GRUPPO FAI DI FERRANDINA – Delegazione di Matera
“Dopo circa 2 secoli, il ritrovamento di un fagotto sotto gli stalli della cantoria della Chiesa di Santa Chiara a Ferrandina, la cui trama a prima vista sembrava parte di un saio francescano, dopo un’attenta analisi e un delicato restauro, si è rivelato un dipinto del XVII secolo di autore ignoto, in dotazione al Convento di San Francesco in Ferrandina. Nell’inventario dei beni del convento redatto il 23 Febbraio del 1812 per via della soppressione napoleonica, veniva censito con il nome: Il Padre eterno coll’Immacolata”.
Per questo, con passione, curiosità e meraviglia, siamo spinti ancora una volta come Gruppo FAI di Ferrandina coadiuvato dai Volontari FAI di Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra, mirabilmente guidati dalla Delegazione FAI di Matera con a capo la Prof.ssa Rosalba Demetrio, Presidente del FAI Basilicata, a sostenere gli obiettivi del FAI – Fondo Ambiente Italiano a prenderci cura di quello che ci circonda, proponendo per le prossime Giornate FAI di Autunno 2020, l’apertura dei seguenti siti:
Ferrandina 17-18-24-25 ottobre – Ex Convento di San Francesco – orari di visita 9,30 – 13,00 /15,30 – 18,30 Grottole 17-18 ottobre – Chiesa di S. Rocco – orari di visita 9,30 – 13,00 / 15,30 – 18,30 Miglionico 17-18 ottobre – L’Antico forno di via Trento – orari di visita 9,30 – 13,00 / 15,30 – 18,30 Pomarico 17-18 ottobre – Pomarico e gli illustri natali – orari di visita 9,30 – 13,00 / 15,30 – 18,30 Salandra 17-18 ottobre – Chiesa di S. Lucia – Chiesa di S. Rocco – orari visita 9,30 – 13,00 / 15,30 – 18,30
Vincenzo D’Aloia
DELEGAZIONE FAI DI POTENZA
Sabato 17 e domenica 18 ottobre 2020 la Delegazione FAI Potenza propone la visita presso il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “DinuAdamesteanu” e ai Laboratori di Restauro a Potenza.
Il Museo dedicato a DinuAdamesteanu, considerato il padre fondatore dell’archeologia lucana, nonché primo dirigente della nascente Soprintendenza archeologica lucana (1964), espone, nella restaurata sede di Palazzo Loffredo, i risultati delle importanti ricerche condotte negli ultimi anni nella Basilicata centro-settentrionale, con un occhio di riguardo agli eccezionali rinvenimenti effettuati nel territorio di Vaglio e Satriano, e al tempo stesso costituisce una vetrina della complessa realtà archeologica di una regione che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di stirpe e cultura diversa, al centro del Mediterraneo.
Eccezionalmente sarà reso accessibile ai visitatori il laboratorio di restauro.
A Bella si potrà visitare il Castello Aragonese, risalente al 1100 d.C. e intorno al quale è avvenuto in modo concentrico lo sviluppo urbano con la costruzione di case chiamate “Marsane”.
Castelluccio Superiore aprirà le porte della Cappella di San Sebastiano, una chiesa rupestre risalente probabilmente alla fine del XV secolo, situata nel centro urbano del borgo e della cinquecentesca Chiesa Madre di Santa Margherita di Antiochia, che custodisce al suo interno innumerevoli preziosità.
Verranno aperte in via eccezionale per le Giornate FAI la Chiesa e il Monastero della SS. Annunziata di Genzano di Lucania. Entrambe le costruzioni sono risalenti aglianni 1321-‘27 per volere di Aquilina di Monteserico, signora di Genzano. La chiesa ad oggi si presenta nelle forme del tardo Cinquecento – inizio Seicento, mentre il monastero è chiuso da oltre 70 anni e attualmente sono visitabili solo alcuni locali, il chiostro e l’orto-giardino da cui si può osservare il suggestivo paesaggio del sottostante vallone dei Greci.
Laurenzana propone un bel connubio tra religione e naturacon la visitaal Convento e alla Quercia di Fra’ Egidio. Il “Cammino di Fra’ Egidio” si compie attraverso il tratturo medievale, ricco di testimonianze paleontologiche, lungo circa 4 km.
Maratea propone la visita al Palazzo De Lieto, edificio nobiliare del XVIII secolo, e alla Pinacoteca dedicata all’artista Angelo Brando, protagonista innovativo dello scenario artistico di inizi ‘900.
A Muro Lucano si potranno visitare il Museo Archeologico, nato nel 2003 nei locali dell’ex Seminario Vescovile, che custodisce reperti rinvenuti nel territorio della Basilicata nord-occidentale, collocabili tra il VII-VI secolo a.C., fino ai primi secoli dopo Cristo; e la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, caratterizzata da originali pitture a tempera a soggetto religioso, naturalistico, architettonico. La chiesa è legata alla storia di San Gerardo Maiella, patrono della Basilicata.
Ad Oppido Lucano si potranno ammirare 4 luoghi particolarmente suggestivi: la Chiesa della Madonna del Belvedere, la Chiesa dell’Annunziata, la Chiesa rupestre di Sant’Antuono, il Convento di ” S. Maria del Gesù”, detto di S. Antonio, alcuni dei quali non sempre visitabili.
A Rivellonella Chiesa e Monastero di Sant’Antonio si potrà visitarela mostra archeologica permanente dal titolo “Greci e indigeni tra Noce e Lao” e la Chiesa di San Nicola, di stile romanico.
San Martino D’agri propone il Cammino alle Murge di Sant’Oronzo, spettacolari pinnacoli conglomeratici alti più di 100 metricheoffrono, nel cuore della Lucania, uno straordinario scorcio delle bellezze paesaggistiche e della ricchezza biologica di questa regione.
A Savoia di Lucania si potrà ammirare la maestosità del Castello e la Sala ImmersivaPassannante, dedicata a Giovanni Passannante, che nel 1878 fu autore di un attentato alla vita di Umberto I di Savoia, vicenda che cambiò la sorte anche del suo paese natio.
Per le aperture del 24-25 ottobre 2020 a Venosa vi sarà un’anteprima FAI: l’eccezionale apertura al pubblico dopo anni di restauro della Chiesa di San Michele Arcangelo (XVI sec.) già Chiesa intitolata a San Giorgio. Non si conoscono le motivazioni del cambio di intitolazione della chiesa, ma è evidente che la comune origine iconografica dei due Santi “soldati di Cristo” che brandiscono l’arma contro il satanasso.
Sempre in questo secondo weekend delle GFA viene proposto il Cammino alle Murge di Sant’Oronzo dal versante di Gallicchio, nella speranza di avvistare rapaci e alla ricerca della grotta del Brigante e viene riproposta l’apertura di Genzano di Lucania e due aperture di Oppido Lucano, la Chiesa rupestre di Sant’Antuono e il Convento di ” S. Maria del Gesù.
A Marsico Nuovo si potrà ammirare il pregevole affresco dell’Ultima Cena attribuita a Girolamo Todisco,del XVI secolo, ritrovatonegli anni ’80 nel Convento di San Francesco, nascosto da una catasta di legna e coperto da un intonaco leggero.
Per prenotarsi, dal 6 ottobre, si consiglia di visitare il sito ufficiale, scegliere il giorno e l’orario preferiti tra quelli disponibili e versare il contributo di 3 euro in favore del FAI.
Durante le visite sarà necessario rispettare tutte le norme di sicurezza contenute nei cartelli informativi posti all’inizio del percorso, a partire dal distanziamento sociale per evitare di creare assembramenti e dall’obbligo di indossare la mascherina.
Per maggiori informazioni:
www.fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/
www.fondoambiente.it
http://www.facebook.com/FAI.DelegazionediPotenza
Comunicato stampa a cura della
Delegata Comunicazione FAI di Potenza
Rocchina Mecca
GFA20 in numeri
14 Comuni coinvolti: Potenza, Bella, Castelluccio Superiore, Gallicchio, Genzano di L., Laurenzana, Maratea, Marsico Nuovo, Muro L., Oppido L., Rivello, San Martino d’Agri, Savoia di L., Venosa.
23 Aperture: 17 nel 1° e 6 nel 2° week-end FAI
3 Musei (Direzione Regionale Musei) – 3 aperture naturalistiche – 8 luoghi solitamente chiusi
APERTURE 17-18 OTTOBRE 2020
1. POTENZA
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELLA BASILICATA “DINUADAMESTEANU” E LABORATORI DI RESTAURO
Il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata è dedicato a DinuAdamesteanu, considerato il padre fondatore dell’archeologia lucana, nonché primo dirigente della nascente Soprintendenza archeologica lucana (1964). Il museo espone, nella restaurata sede di Palazzo Loffredo, i risultati delle importanti ricerche condotte negli ultimi anni nella Basilicata centro-settentrionale, con un occhio di riguardo agli eccezionali rinvenimenti effettuati nel territorio di Vaglio e Satriano, e al tempo stesso costituisce una vetrina della complessa realtà archeologica di una regione che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di stirpe e cultura diversa, al centro del Mediterraneo.
Il percorso è articolato su due piani secondo un criterio cronologico e territoriale rappresentando così tutti i musei archeologici nazionali della Basilicata e coprendo un arco cronologico che va dall’età del Ferro all’età romana.
Luogo simbolo dell’archeologia in Basilicata, il Museo archeologico nazionale viene aperto per la prima volta al pubblico dal FAI. Eccezionalmente sarà reso accessibile ai visitatori il laboratorio di restauro.
Orari: sabato: 15:30-19:30; domenica: 10:30-13:30 – 15:30 -18:30. Visite ogni ora.
Previsti 2 di Gruppi di max10 persone – max di 4 persone per il laboratorio di restauro.
2. BELLA
CASTELLO ARAGONESE
Il Castello Aragonese di Bella risale al 1100 d.C. e lo sviluppo urbano è avvenuto in modo concentrico intorno ad esso con la costruzione di case chiamate “Marsane”. Nel corso degli anni ha subito molti cambiamenti a seguito delle varie invasioni e al succedersi dei feudatari che lo hanno gestito. Attualmente ha una pianta trapezoidale e conserva due delle quattro torri originarie cadute a seguito dei terremoti del 1694 e 1980. Normalmente visitabile solo su appuntamento.
Orari: domenica: 10:00-10:40; 11:00-11:40; 12:00-12:40; 15:00-15:40; 16:00-16:40; 17:00-17:40; 18:00-18:40. Gruppi di max 15 persone.
3. CASTELLUCCIO SUPERIORE
CAPPELLA DI SAN SEBASTIANO
È una chiesa rupestre che risale probabilmente alla fine del XV secolo, anche se non vi sono notizie precise sulla sua fondazione. È situata nel centro urbano del borgo, tra le numerose cappelle sparse nel centro storico che rivelano caratteri architettonici riferibili alle correnti di gusto tipiche del periodo in cui esse vengono costruite. Hanno, in genere, piccole dimensioni e la loro fondazione è legata al culto di santi venerati nella zona. La cappella di San Sebastiano presenta la facciata, priva di decorazioni, a capanna, con il portale di ingresso, la finestra sovrastante, la cella campanaria e il tetto spiovente. È costituita da una sola navata con altare e la volta a botte.
Orari: domenica: 11:00-13:00; 16:00-18:00. Visite ogni 30 min. Gruppi di max 10 persone.
4. CASTELLUCCIO SUPERIORE
CHIESA MADRE
La chiesa madre di Santa Margherita di Antiochia è stata costruita nel tardo ‘500 e ampliata nel XVIII sec. Il tempio è impreziosito da un isolato campanile dal caratteristico impianto quadrato con piani superiori ottagonali e copertura policroma in piastrelle di ceramica e conserva elementi architettonici gotici. Nell’abside si trova il coro ligneo intagliato (1718) e in una nicchia domina la statua lignea di Santa Margherita, ma opera davvero preziosa è il dipinto su tavola raffigurante l’Eterno Padre di Antonio Stabile (1580). Spettacolare è anche l’affresco “Decapitazione di G. Battista” del XVIII sec.
La Chiesa, costituita da due navate, custodisce al suo interno innumerevoli preziosità tra cui, la statua della Santa Patrona Santa Margherita che viene portata in processione tra grandi festeggiamenti il 20 luglio; l’altare maggiore del XVII secolo costruito con pietra locale policroma; e di particolare bellezza è la fonte battesimale del XVII secolo.
Orario: sabato: 15.30-18:00; domenica: 10:00-11:00 e 12:00-13:00; 16:00-18:00. Visite ogni 30 min.
Gruppi max 10 persone.
5. GENZANO DI LUCANIA
CHIESA E MONASTERO DELLA SS. ANNUNZIATA
Il monastero venne costruito tra il 1321 e il 1327 per volere di Aquilina di Monteserico, signora di Genzano. Fino al 1905 rimase in uso alle Clarisse; in seguito fu adibito ad usi civili fino alla metà del ‘900, prima di essere abbandonato e chiuso al pubblico. Attualmente sono visitabili solo alcuni locali, il chiostro e l’orto-giardino da cui si può osservare il suggestivo paesaggio del sottostante vallone dei Greci. La chiesa fu costruita negli stessi anni come oratorio attiguo al monastero, sui resti della preesistente chiesa di S. Vitale. Modificata nei secoli successivi, attualmente si presenta nelle forme del tardo Cinquecento – inizio Seicento, individuabili nell’impianto architettonico, nella facciata su cui si ammirano due orologi solari, nelle linee delle gelosie, nelle cartelle decorative e negli ori dei fregi presenti sull’altare. Notevoli il pulpito del XVIII secolo e il dipinto di P. de Majo del 1757, raffigurante la Sacra Famiglia. Il monastero versa in stato di abbandono e degrado è chiuso da oltre 70 anni.
La chiesa è aperta in via eccezionale per le Giornate FAI.
Orario: sabato: 15.30-16.30; domenica: 10:00-12:00; 15.30-16.30. Visite ogni 60 min.
Gruppi di max 10 persone.
NOTE
Sabato 17, alle ore 11:00, presso la sala consiliare comunale, presentazione dell’iniziativa. Interverranno: dott.ssa V. Cervellino, Sindaca del Comune di Genzano- Mons. D. Baccelliere, Vicario generale della Diocesi di Acerenza – Arch. F. Canestrini, Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Basilicata – Dott. L. Lozito del Gruppo Archeologico Lucano – Arch. N. M. Menchise, referente FAI per Genzano di Lucania.
Nel corso delle GFA sarà visitabile la mostra sulle “Meridiane di Basilicata” curata e allestita dal G.A.L. nei vicoli adiacenti il monastero.
6. LAURENZANA
CONVENTO FRANCESCANO SANTA MARIA DELLE NEVE E CAMMINO ALLA QUERCIA SECOLARE
Il Convento di Laurenzana e la Quercia di Fra’ Egidio, un connubio tra religione e natura. Sarà possibile ammirare gli affreschi del “Corrituretto”, attribuiti a Giovanni Todisco, risalenti alla metà del XV sec., ritrovati nel corso dei restauri del convento francescano. Il “Cammino di Fra’ Egidio” si compie attraverso il tratturo medievale, ricco di testimonianze paleontologiche, lungo circa 4 km, fino alla grande quercia. La roverella, censita tra gli Alberi Monumentali d’Italia, ha una circonferenza di 8 m, una altezza di circa 20 ed una età stimata tra i 5 e i 7 secoli. In questo luogo il Beato Egidio si ritirava in mistica contemplazione. L’albero, considerato sacro, è sempre stato rispettato nei secoli.
Orari:
sabato: 9:00-13:30; 15:00-18:00 – domenica: 9:00-13:30; 15:00-18:00 Gruppi di max 8 persone.
Turni di visita ogni ora e mezzo.
7. MARATEA
PALAZZO DE LIETO – PINACOTECA ANGELO BRANDO
Palazzo De Lieto è un edificio nobiliare del XVIII secolo ubicato nel cuore del centro storico di Maratea. Costruito per volontà del benefattore Giovanni De Lieto nel 1734, il palazzo fu prima destinato a luogo di cura per viandanti e ad Ospedale distrettuale ed in seguito abbandonato. Dopo il restauro, avvenuto negli anni ’90 del XX sec., il palazzo ha ospitato mostre archeologiche ed attività culturali. L’edificio, a pianta irregolare, s’innesta su uno sperone roccioso con uno slanciato corpo verticale. Si sviluppa su due piani e presenta ampi saloni. Nel prospetto a valle si apre una loggia dalla quale si gode una vista panoramica.
Dal 2019 gli ambienti del secondo piano ospitano la Pinacoteca dedicata all’artista Angelo Brando (Maratea 1878 – Napoli 1955), protagonista innovativo dello scenario artistico di inizi ‘900. Si possono ammirare 38 dipinti, due sculture in gesso, disegni su fogli di un taccuino di ed alcuni cimeli di famiglia dell’artista.
Orari: sabato: 10:00-13:00; 16:00-19:00 – domenica: 10:00-13:00; 16:00-19:00. Turni di visita ogni ora.
Gruppi di max 10 persone.
8. MURO LUCANO
MUSEO ARCHEOLOGICO DI MURO LUCANO
Il Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano nasce nel 2003; è stato allestito nei locali dell’ex Seminario Vescovile. Si estende su tre piani di esposizione, su una superficie totale di 980 mq. Il percorso espositivo segue un criterio cronologico e topografico. Il Museo custodisce reperti rinvenuti nel territorio della Basilicata nord-occidentale, collocabili tra il VII-VI secolo a.C., fino ai primi secoli dopo Cristo. Il Museo si articola in diverse sezioni: “Il mestiere dell’Archeologo”, i Peuketiantes, il Corredo dell’Anax, I Lucani (alcuni reperti provengono da Numistrum, città fortificata sita nel territorio di Muro, celebre per la battaglia, avvenuta nel 210 a.C., tra Annibale e il console romano Claudio Marcello), l’Età della Romanizzazione, le Ville Romane con mosaici.
Orari: domenica: 10:00-13:00; 15:00-18:00. Turni di visita ogni ora (alle 10-11-12 e15-16-17). Gruppi di max 10 persone.
9. MURO LUCANO
CHIESA DI SANTA MARIA DEL SOCCORSO
La chiesa nasce dall’unificazione di tre cappelle seicentesche adiacenti ma in origine indipendenti l’una dall’altra, ognuna con il proprio altare e il proprio ingresso. È caratterizzata da originali pitture a tempera a soggetto religioso, naturalistico, architettonico, e da un altare in marmo policromo nel quale si colloca la statua lignea della Vergine. Sulla volta la rappresentazione barocca della Madonna del Soccorso che protegge un fanciullo e scaccia il maligno con un bastone, incorniciata da elementi decorativi quali capitelli, archi, balaustre, teste angeliche. Sul catino absidale, l’immagine di Dio Padre benedicente, circondato da schiere di angeli con strumenti musicali o con rose. La cantoria lignea è decorata con scene di vita campestre, paesaggi, uccelli, fiori, stemmi, la rosa dei venti e i punti cardinali. Nel giardinetto accanto alla chiesa è collocata una piccola cappella votiva nella quale è custodito un pregiato Crocifisso ligneo del XIII secolo. Si tratta di una chiesa molto particolare in quanto le raffigurazioni a tempera del ‘700 che si possono ammirare al suo interno non presentano, come ci si aspetterebbe in un luogo di culto, soltanto soggetti religiosi come il Dio Benedicente e la Madonna del Soccorso, ma anche gli Angeli con rose e strumenti musicali, paesaggi e scene di vita campestre, stemmi, decorazioni naturalistiche ed architettoniche (capitelli, balaustre, archi…) dipinti con colori molto accesi. La chiesa è legata alla storia di San Gerardo Maiella, patrono della Basilicata.
È stata da poco inaugurata una pinacoteca (mostra di arte sacra contemporanea) in un piccolo ambiente interno alla chiesa.
Orari: domenica: 10:00-13:00; 15:00-18:00. Turni di visita ogni mezz’ora. Gruppi di max 15 persone.
NOTE
La chiesa, scrigno di arte e religiosità poco conosciuto, partecipa al censimento LDC 2020 affinché sia valorizzata, ma soprattutto per preservare il crocifisso medievale e le pitture a tempera che necessitano di restauri piuttosto urgenti, sono in rovina a causa dell’incuria del tempo e dei gravi problemi di umidità.
10. OPPIDO LUCANO
CHIESA DELLA MADONNA DEL BELVEDERE
A pochi chilometri dal centro abitato di Oppido Lucano si erge il santuario di Santa Maria del Belvedere. La chiesa si sviluppa in un’unica navata costruita alla fine del Seicento per custodire l’edicola che accoglie una statua lignea della Madonna in Trono con il Bambino: opera di matrice orientale ascrivibile al XIV secolo. Dal monte che ospita il santuario si ammira un paesaggio spettacolare, dove lo sguardo può spaziare dalle pianure della Puglia fino alle cime dell’Appennino. Il luogo è circondato da una fitta vegetazione, dove sono presenti aree di sosta che invitano a una piacevole pausa nella natura.
Orari: sabato: 15:00-18:30 – domenica: 15:00-18:30. Turni di visita ogni mezz’ora.
Gruppi di max 8 persone.
11. OPPIDO LUCANO
CHIESA DELL’ ANNUNZIATA
La Chiesa dell’Annunziata è un esempio di architettura essenziale, infatti la facciata e l’interno sono di fattura semplice. La facciata si compone di un sobrio portale con un arco a tutto sesto sormontato da un occhialone e un campanile ” a ventola ” in asse con l’ingresso. Il lato ovest della Chiesa è rinforzato da tre poderosi speroni. L’interno della Chiesa si sviluppa in un’unica navata.
L’Opera più significativa si trova sull’Altare Maggiore ed è una tela raffigurante l’episodio biblico dell’Annunciazione. La realizzazione dell’importante opera è attribuita all’artista Antonio Stabile e risale al 1570. Il quadro dell’Annunciazione è sovrastato da un lunotto che raffigura il Presepe.
Le due tele sono comprese in una considerevole cornice dorata di stucco barocco.
Orari: sabato: 15:00-18:30 – domenica: 15:00-18:30. Turni di visita ogni 30 min.
Gruppi di max 8 persone.
12. OPPIDO LUCANO
CHIESA RUPESTRE DI SANT’ANTUONO
La Chiesa rupestre di Sant’Antuono, risalente al XIII/XIV secolo d.C., è stata fondata da Monaci Antoniani. Essa si articola in un complesso di 19 grotte scavate nel tufo. Al suo interno, nella cripta, è custodito un ciclo di affreschi inerenti alla vita di Gesù di raro pregio.
Le raffigurazioni fanno riferimento all’infanzia, al Battesimo e alla Passione di Cristo. Gli argomenti raffigurati negli affreschi trovano riscontro nell’arte Orientale dell’epoca dove Natività e Passione sono spesso rappresentati.
Orari: sabato: 15-18:30 – domenica: 10.30-13; 15-18:30. Turni di visita ogni mezz’ora.
Gruppi di max 10 persone.
13. OPPIDO LUCANO
CONVENTO DI ” S. MARIA DEL GESÙ”, DETTO DI S. ANTONIO
Il convento di Santa Maria del Gesù, detto di Sant’Antonio, è stato costruito nel 1482 per volere di Francesco Zurlo, signore di Oppido, caduto a Otranto nella guerra contro i Turchi del 1480, e dei suoi eredi.
Lo contraddistinguono due chiostri e i meravigliosi saloni cinquecenteschi affrescati da Giovanni Todisco. Al convento è annessa la chiesa che custodisce la statua del santo patrono di Oppido Lucano. Di grande interesse è il coro ligneo del 1547, finemente intagliato, con pannelli intarsiati del primo quattrocento, mentre alle spalle dell’altare maggiore si ammirano le pale di Antonio Stabile, oltre che un trittico e un polittico del XVI secolo.
La controfacciata accoglie l’organo seicentesco ancora funzionante.
Orari: sabato: 15:00-18:30 – domenica: 10.30-13:00; 15:00-18:30. Turni di visita ogni mezz’ora.
Gruppi di max 10 persone.
14. RIVELLO
CHIESA E MONASTERO DI SANT’ANTONIO
Il complesso monumentale di impianto basiliano ospita la mostra archeologica.
L’ esposizione permanente dal titolo “Greci e indigeni tra Noce e Lao” vuole illustrare come, a partire dall’età arcaica, si siano impostati e sviluppati nel Lagonegrese i rapporti commerciali e culturali tra i Greci (intesi in senso proprio, oppure come abitanti delle colonie greche sulla costa) e quello indigeno stanziato nelle aree interne della Basilicata sud-occidentale. Interessante il ciclo di affreschi del pronao e del chiostro ad opera dei Todisco fra i quali spicca come un piccolo gioiello la Sala dell’Ultima Cena.
Attualmente il Monastero ospita un’esposizione permanente dal titolo “Greci e indigeni tra Noce e Lao”; la mostra vuole illustrare come, a partire dall’età arcaica, si siano impostati e sviluppati nel Lagonegrese i rapporti commerciali e culturali tra i Greci – intesi in senso proprio, oppure come abitanti delle colonie greche sulla costa – e gli indigeni stanziati nelle aree interne della Basilicata sud-occidentale.
Orari: sabato e domenica: 4 turni: ore 15.30; 16.15; 17.00, 17.45. Gruppi di max 10 persone.
NOTE: venerdì ore 16.30 Presentazione del libro “Michelle e le sue storie” dello scrittore Aldo Ricotti.
Visite in collaborazione con l’Auser di Rivello.
15. RIVELLO
CHIESA DI SAN NICOLA
La Chiesa di San Nicola, di stile romanico, è una costruzione a forma di croce latina, a tre navate. La facciata ha dei portali in pietra scolpita. La cripta sottostante, più antica della chiesa stessa, è a tre navate, divise da trentaquattro colonne rustiche di pietra locale fatte realizzare, come si evince da un’iscrizione sulle stesse, da Michelangelo Megale, nobile rivellese vissuto nel 1700, le cui spoglie mortali furono sepolte in un loculo adiacente uno dei pilastri della chiesa. Nella nicchia si conserva una statua di San Nicola di stile bizantino col volto del colore delle genti asiatiche. Dalle volte delle navate pendevano anticamente, dei lampadari di argento e oro, artisticamente cesellati da orafi rivellesi. Ma quando il generale Massena, che guidava le truppe napoleoniche verso Lauria, passò per Rivello, vi installò i cavalli e quando partì portò via le lampade lasciandovi un sacrilego vuoto. La cripta fu dichiarata monumento nazionale dal re Ferdinando II.
Orari: sabato e domenica: 4 turni: ore 15.30; 16.15; 17.00, 17.45. Gruppi di max 10 persone.
Visite in collaborazione con l’Auser di Rivello
16. SAN MARTINO D’AGRI
IN CAMMINO ALLE MURGE DI SANT’ORONZO
I Balzi di San Lorenzo, sito noto anche come Murgia di San Oronzo, offrono, nel cuore della Lucania, uno straordinario scorcio delle bellezze paesaggistiche e della ricchezza biologica di questa regione. L’area, riconosciuta di interesse comunitario e tutelata come ZSC (Zona speciale di conservazione) e ZPS (Zona di protezione speciale), costituisce una delle maggiori attrazioni paesaggistiche e naturalistiche del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.
Il luogo si estende per 5.361 ettari a protezione di una fascia di territorio particolarmente interessante a cavallo tra l’area degli altipiani calanchivi del materano e il sub Appennino Lucano. Il sito, comprende i balzi di San Lorenzo, spettacolari pinnacoli conglomeratici alti più di 100 metri, formatisi per effetto dell’erosione del fiume Agri che, nel tempo, ha dato origine ad una spettacolare gola che ricorda gli scenari del gran canyon americano.
Orari: domenica: escursione lunga (durata 3 ore) partenza h 10 – escursioni brevi (durata 1 ora), partenze ore 10, 12, 14 e 16. Gruppi di max 15 persone. Si consiglia equipaggiamento da trekking.
NOTE
Luogo proposto per censimento LDC 2020. Ha un valore simbolico per la storia dell’area e delle comunità locali, punto di riferimento sulla rotta tra il materano e l’Appennino lucano.
Collaborazione dell’Ass. Culturale Vincenzo Marinelli e dell’Ass. delle guide ufficiali del Parco Nazionale Appennino Lucano.
17. SAVOIA DI LUCANIA
CASTELLO DI SAVOIA DI LUCANIA E SALA IMMERSIVAPASSANNANTE
Il castello di Savoia di Lucania è posto alla sommità di uno sperone, intorno al quale si sviluppa il borgo medievale, con la sua trama di vicoli che da esso si dirama. Il Paternoster riporta la sua origine all’epoca della dominazione normanna, tra l’XI e il XII sec., e di Ruggero II, che lo realizzò per “provvedere alla custodia di alcuni prigionieri Longobardi”. Solo successivamente, nei secoli XV e XVI, sotto i Caracciolo, avvenne l’ampliamento: da edificio adibito a scopi militari il castello divenne centro della vita del borgo feudale, ripopolatosi con l’arrivo dei profughi della città di Satriano, distrutta nel 1430. La costruzione ha un impianto trapezoidale che si sviluppa intorno ad una corte interna. In corrispondenza degli spigoli che delimitano Vico I del Popolo sono presenti due torri, mentre una terza è posta tra l’ingresso della corte e del giardino esterno. Tra le peculiarità da rilevare vi sono i dipinti ottocenteschi presenti in una stanza dell’ala orientale.
Orari: domenica: 10:00-13:00; 15:00-18:00. Turni di visita ogni ora (alle 10-11-12 e15-16-17).
Gruppi di max 10 persone.
APERTURE 24-25 OTTOBRE 2020
18. GALLICCHIO
IN CAMMINO ALLE MURGE DI SANT’ORONZO
Si veda descrizione di San Martino d’Agri (elenco n. 16).
Le giornate FAI si articoleranno su due domeniche. La prima, il 18 ottobre, si andrà alla scoperta del versante di San Martino d’Agri; domenica 25 ottobre, invece, si percorrerà il versante di Gallicchio, nella speranza di avvistare rapaci e alla ricerca della grotta del Brigante.
Orari: domenica: escursione lunga (durata 3 ore) partenza h 10 – escursioni brevi (durata 1 ora), partenze ore 10, 12, 14 e 16.
Gruppi di max 15 persone. Si consiglia equipaggiamento da trekking.
19. GENZANO DI LUCANIA
CHIESA E MONASTERO DELLA SS. ANNUNZIATA
Riproposizione apertura del primo fine settimana (si rimanda a descrizione n. 5).
Orario: sabato: 10-12; 15:30-16:30 – domenica: 10-12; 15.30-16.30. Visite ogni 60 min.
Gruppi di max 10 persone.
20. MARSICO NUOVO
L’ULTIMA CENA DI GIROLAMO TODISCO
L’affresco “L’Ultima Cena”, del XVI secolo, è attribuito a Girolamo Todisco. L’opera richiama aspetti locali nelle fattezze dei personaggi e nei cibi raffigurati, appartenenti alla tradizione lucana. La tavola, a forma di C, è imbandita con caciocavallo, pani e uova, inframezzati da ciliege e fiori. I commensali sono disposti armonicamente ai lati della figura del Cristo che regge l’ostia davanti a sé. L’affresco è stato ritrovato negli anni ’80 nel Convento di San Francesco, nascosto da una catasta di legna e coperto da un intonaco leggero. Posto all’attenzione della Sovrintendenza, è stato restaurato a Matera e riportato a Marsico Nuovo, nella attuale sede del Museo D’Arte Sacra, per volontà dell’Amministrazione comunale.
La Chiesa di San Michele, che ospita il Museo, consente di ammirare anche altre opere, quali il portale romanico, opera del mastro Melchiorre da Montalbano, dichiarato monumento nazionale e la pregevole statua lignea della “Madonna Stante”.
Orario: sabato: 15:30-18:30 – domenica: 10:00-13:00; 15-18:30. Visite ogni 30 min.
Gruppi di max 8 persone.
21. OPPIDO LUCANO
CHIESA RUPESTRE DI SANT’ANTUONO
Riproposizione apertura del primo fine settimana (si rimanda a descrizione n. 12).
Orari: sabato e domenica: 10:00-13:00;15-18:30. Turni di visita ogni mezz’ora. Gruppi di max 10 persone.
22. OPPIDO LUCANO
CONVENTO DI ” S. MARIA DEL GESÙ”, DETTO DI S. ANTONIO
Riproposizione apertura del primo fine settimana (si rimanda a descrizione n. 13).
Orari: sabato e domenica: 10:00-13:00;15:00-18:30. Turni di visita ogni mezz’ora. Gruppi di max 10 persone.
23. VENOSA
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO (XVI SEC.) GIÀ CHIESA INTITOLATA A SAN GIORGIO
I lavori di edificazione della chiesa, con annessa la torre detta di Monsignore, iniziarono presumibilmente nel 1613, quando i fratelli Orazio e Marco Aurelio, della famiglia Giustiniani, patrizi genovesi, originari dell’isola greca di Chio, a seguito della istituzione della nuova commenda di San Giorgio di Chio, dell’Ordine gerosolimitano, volendo rendere la nuova commenda conforme allo schema classico, avrebbero fatto costruire la chiesa di San Giorgio, che sarebbe stata il “capo” della commenda, e una “buona casa che sarà comoda da habitatione per la residenza del Commendatore”. Detta chiesa, già sul finire del XVII secolo cambiava intitolazione in San Michele e la torre di Monsignore veniva adibita a residenza estiva del vescovo. Non si conoscono le motivazioni del cambio di intitolazione della chiesa, ma è evidente che la comune origine iconografica dei due Santi “soldati di Cristo” che brandiscono l’arma contro il satanasso, va comunque presa in considerazione.
Anteprima FAI: eccezionale apertura al pubblico dopo anni di restauro.
Orari: sabato e domenica: 10-13:00; 15:00-18:00. Turni di visita ogni ora. Gruppi di max 10 persone.
CapoDelegazione FAI di Potenza
Lidia Pantone
DELEGAZIONE FAI DELLA COSTA JONICA
La ripartenza è sempre un momento difficile e complesso, ma ci offre comunque una nuova opportunità, è questo lo spirito con cui il FAI – Fondo Ambiente Italiano – si è adoperato per definire un format completamente diverso dal solito per seguire le trasformazioni della società nell’anno del Covid19 ed offrire eventi nella massima sicurezza pur rispondendo ad una esigenza diffusa diritrovarsi, di riscoprire una Italia che ci è mancata, che ci piace ed ancora in tanti tratti troppo poco nota.
Dopo la sperimentazione messa in campo per le Giornate Fai all’aperto di giugno scorso e dati gli ottimi risultati, da subito si è proceduto ad organizzare una nuova edizione delle Giornate FAI di Autunno che si terranno nei due fine settimana del 17 – 18 ottobre e del 24 – 25 ottobre.
Onorati dalle parole del Ministro Franceschini, che prende ad esempio per la ripartenza la linea che il FAI ha indicato: “la scoperta dei luoghi minori d’Italia, la valorizzazione dei luoghi meno conosciuti. Esattamente quello di cui avremo bisogno quando il turismo tornerà in Italia imponente come era prima e ci sarà bisogno di attuare le linee del piano strategico del turismo che abbiamo attuato assieme a molte associazioni e a molte categorie, che ci indica la strada della valorizzazione dell’Italia minore”, parole già suffragate dai primi riscontri sul turismo estivo che hanno visto proprio le mete minori come i maggiori attrattori dei vacanzieri italiani e stranieri, con la Basilicata che ha dato prova della sua competitività.
Pertanto, in questa edizione delle GFA, con la presidenza regionale, abbiamo pensato di raccontare alcuni tra i più interessanti Musei della Basilicata per dare continuità sul piano regionale alla collaborazione con il MiBACT, oltre ad alcuni dei siti più interessanti del patrimonio storico-culturale lucano, ma poco noti anche tra le comunità locali.
La Delegazione della Costa Jonica ha inteso così continuare a promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni del territorio metapontino per tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità.
Per il territorio di Bernalda si è definito un itinerario delle chiese campestri, che per gli amanti del trekking e del cicloturismo si potrà agevolmente percorrere in continuità partendo dalla Chiesetta di San Donato, dove è allocata una croce in pietra pipernina, che per oltre tre secoli con la sua delocalizzazione ha segnato le fasi di sviluppo dell’abitato urbano. Procedendo si incontra la Chiesetta della Madonna degli Angeli che da un piccolo promontorio domina la biforcazione di due valloni che hanno rappresentato la ricchezza della comunità Bernaldese fin dalle sue origini, offrendo sorgenti d’acqua, pascoli e legnatico. L’itinerario può procedere con una sosta rigeneratrice nel Bosco Bufalara, una lecceta larga poche centinaia di metri e lunga 7-8 km. Per molti tratti è così ricco di sottobosco e con pendenze talmente elevate che lo rendono praticamente impenetrabile. Esiste un varco da cui si può accedere ad un sentiero interno alla lecceta che consente di percorrerla agevolmente per almeno un km.Un percorso straordinario in un territorio in cui l’agricoltura intensiva ha trasformato quasi tutte le aree boschive. Questo bosco è una dei pochi angoli da preservare, vicinissimo al centro urbano di Bernalda e quindi fruibile per delle escursioni e dalle famiglie per le uscite fuori porta. Il tratto più lungo dell’itinerario, ma compensato dalla vista di un suggestivo paesaggio, conduce fino alla Chiesetta di San Biagiodella Venella, che come un piccolo scrigno protegge forse il sito archeologico più prezioso dell’arco jonico metapontino. Il complesso non propone strutture particolarmente vistose dal punto di vista architettonico, la causa è da ricercare nella sistematica spoliazione dei resti antichi, operata già nel periodo romano, per utilizzare i materiali in altre costruzioni rurali. Ma se in loco sono modeste le tracce di un santuario dedicato ad Artemis, cui sono annessi altari, saccelli, vasche termali, ricchi depositi votivi, sorgenti e impianti di fattorie greche e romane, bene ci introducono il ricchissimo patrimonio di reperti rinvenuti durante le campagne di scavi, a cui è dedicata una intera sezione nel Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, la cui visita completa l’itinerario proposto. Se il sito archeologico di San Biagio è da considerarsi una vera “chicca” per l’eccezionalità dell’apertura, non essendo mai visitabile, nonché per la valenza storico-culturale che rappresenta, l’apertura del Museo Archeologico di Metaponto sarà per questa edizione GFA il fiore all’occhiello, perché la partnership con il Polo Museale e l’Arcidiocesi Matera-Irsina hanno consentito di avviare, anche se in via sperimentale, il progetto “FAI Ponte tra Culture”, cui già diversi Comuni, Parrocchie ed Associazioni sociali vi avevano aderito prima del lockdown. Il nostro progetto denominato #FAICOMUNITA’ introduce la stretta connessione tra l’idea di valorizzare il concetto di accoglienza, ospitalità e la promozione e rappresentazione dell’identità culturale, anzi multiculturale, del territorio del Metapontino, caratterizzato dal passaggio nella sua storia millenaria di popoli di varia provenienza che l’hanno attraversato, colonizzato, dominato, vissuto, lasciando ognuno, dagli etruri, achei, saraceni, arabi, albanesi, spagnoli e francesi, segni materiali ed immateriali nel patrimonio artistico-culturale ed architettonico, nelle tradizioni e nei costumi, radicando culture e religioni altrettanto diverse.
L’esempio tangibile della convivenza ed omologazione tra queste diverse culture e testimonianze tutt’ora riscontrabili non può che essere un esempio da condividere e diffondere e, che la collaborazione che si sta instaurando tra i volontari della Delegazione Jonica ed una rappresentanza della comunità di stranieri presenti a Metaponto, sta cercando di far rivivere proprio a partire dalle Giornate Fai d’Autunno con l’apertura del Museo di Metaponto il 25 ottobre dalle ore 10,00 alle 13,00, ma che proseguirà negli eventi successivi nelle modalità e tempi che l’emergenza Covid ci detterà, estendendo la prima esperienza a tutto il territorio del Metapontino.
Il programma della Delegazione della Costa Jonica è arricchito anche dalle visite guidate che si terranno al Giardino di Palazzo Margherita, il ResortLuxury del regista Francis Ford Coppola a Bernalda, che si rivela essere sempre un sito di particolare interesse, nonché dalla suggestiva passeggiata per i Rioni Dirupo e Terravecchia a Pisticci, oltre che dalle visite guidate al Museo Archeologico Nazionale della Siritide a Policoro, dove sarà offerto anche uno straordinario percorso storico – archeologico ricreato dalla mostra “Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma”, sulla città di Herakleia e di altri centri magno-greci, al fine di ricostruire la storia della città sia nei suoi rapporti con la madrepatria Taranto, sia nella sua articolazione con il territorio agricolo.
ELENCO APERTURE DELLA DELEGAZIONE FAI DELLA COSTA JONICA:
BERNALDA
– Chiesa di San Donato
– Chiesetta della Madonna degli Angeli
– Bosco Bufalara
– Sito archeologico San Biagio della Venella
– Museo archeologico nazionale di Metaponto
– I Giardini di Palazzo Margherita
PISTICCI
– Per le strade dei Rioni Dirupo e Terravecchia
POLICORO
– Museo archeologico nazionale della Siritide
Per concludere, è importante sottolineare che l’organizzazione e realizzazione dell’evento è il frutto dell’instancabile lavoro dei delegati e dei volontari della Delegazione, con la preziosa collaborazione di gruppi e associazioni locali (SCOUT, MASCI, ACI, CEA B&M) che ci coadiuveranno nei siti per agevolare l’accessibilità e fruibilità oltre a garantire tutte le misure di sicurezza anti-covid, per cui un valido supporto sarà dato dalla partecipazione dei volontari della Croce Rossa di Bernalda, a fronte anche del protocollo nazionale siglato per l’occasione tra il FAI e CRI.
Pertanto, oltre a ringraziare tutti i volontari, i gruppi e le associazioni che interverranno, un ringraziamento speciale va ai partners istituzionali: la Soprintendenza Archeologica e la Direzione Regionale dei Musei di Basilicata, con l’apporto diretto della Direzione e dello staff dei Musei di Policoro e Metaponto, l’Arcidiocesi di Matera – Irsina e la collaborazione attiva delle Parrocchie di San Leone di Metaponto e Mater Ecclesiae di Bernalda, la Caritas Diocesana di Matera ed il Comune di Bernalda, nonché la proprietà e direzione del ResortLuxury Palazzo Margherita di Bernalda.