Con “Fare Strada WSP 08, a Sud del mondo: la città-natura tra resilienza e rigenerazione” si conclude la prima fase del ciclo di workshop per la fondazione della Scuola di città-natura nel mondo.
Il ciclo ha riaperto un confronto tra diverse realtà urbane sul tema della città-natura, iniziato nei primi anni del nuovo millennio e poi indebolito con l’avanzamento crescente delle ricadute della crisi anche sulla cultura e sull’università.
Lo stimolo della candidatura di Matera a capitale europea della cultura è stata l’occasione per proporre Matera come riferimento di esperienze antiche e recenti sulla resilienza e la rigenerazione urbana, conferendo alla produzione materana, attraverso il progetto “Fare Strada”, in tempi di crisi profonde, il compito di costruire una nuova “missione nel mondo”. Allo scopo, in primo luogo, di contrastare le evanescenze di gran parte della cultura italiana, connesse alle inerzie degli apparati più resistenti ai cambiamenti necessari a fronteggiare l’insostenibilità della espansione urbana. Da più di 15 anni ormai, nel sud Italia, si sviluppano attività nozionistiche, più che formative, sull’impiego delle fonti di energie rinnovabili nella progettazione degli edifici, senza ricadute effettive sulla sostenibilità delle politiche urbane, abitative, imprenditoriali e del lavoro. In tale fenomeno, divenuto ormai un caso di studio, al Sud gioca un ruolo fondamentale la “coltura delle foglie di fico” in cui si utilizzano personaggi da vetrina, noti per le loro disponibilità a fingere “importazioni innovative”. Oppure si isolano i temi che più si prestano alla confusione per essere meglio utilizzabili dai “nuovi gattopardi”. E’ molto diffuso, in questo senso, il caso del “paesaggio”. Così come sono noti gli equivoci di una sostenibilità che isola gli aspetti meramente tecnologici dell’edificio dalle esigenze di risparmio del suolo.
In alternativa alle visioni di Matera come “città vetrina” dell’importazione della cultura si propone di produrre ed esportare cultura, invece di importare e consumare inattualità, aprendo ai giovani:
1. nuovi spazi di azione e cooperazione internazionale nel campo del progetto architettonico e ambientale, costruendo, attraverso reti di scambio, un policentrismo autosostenibile di città ;
2. nuove opportunità di lavoro a partire dai capitali di conoscenze, accumulati nella storia passata di Matera e capaci di resilienze;
3. nuove possibilità di esperienza sul “progetto partecipato” per produrre cultura della rigenerazione urbana. Intendendo le crisi anche come una reale opportunità di crescita culturale delle comunità in nuovi modi di vivere e abitare.